LO SMANTELLAMENTO DELLA CENTRALE DI CAORSO. ALTRI SOLDI GRAZIE ALL'INFAUSTO REFERENDUM SUL NUCLEARE. CORNUTI E MAZZIATI

Quindici informa che Caorso smantella. Tempi tecnici? Dal 2008 al 2019. È stato infatti pubblicato il decreto di compatibilità ambientale (Via) per il progetto di decommissioning (smantellamento) della centrale nucleare di Caorso. Il decreto raccoglie il parere favorevole della Regione Emilia-Romagna, del Ministero dei Beni culturali e della Commissione per la valutazione d'impatto ambientale del ministero dell'Ambiente.

A Caorso nel 2008 Sogin - la società che ha in gestione l'impianto - ha già concluso la demolizione delle torri ausiliarie di raffreddamento, eseguito sei trasporti di combustibile, nel corso dei quali 408 elementi sono stati avviati al riprocessamento (34 elementi con il primo trasporto nel dicembre 2007), e realizzato l'impianto di trattamento dei materiali contaminati che entrerà in esercizio entro la fine dell'anno. Ora, dopo il decreto di compatibilità ambientale, è attesa entro la fine dell'anno l'autorizzazione per la demolizione dell'edificio off-gas ed entro il 2009 quella finale per lo smantellamento dell'impianto, che si concluderà nel 2019. A tal fine, fra il 2008 e il 2012 saranno realizzate a Caorso attività per oltre 78 milioni di euro.

La maggiore centrale nucleare italiana ha definitivamente chiuso nel 2000 dopo oltre 12 anni dall'infausto referendum che l'8 e il 9 novembre 1987 ha affossato il nucleare. Ricordiamo tutti due cose.

Cornuti e mazziati 1

La prima riguarda la facile obiezione su cosa contava abolirlo in Italia quando il resto del mondo era pieno di queste centrali. La risposta era che poi sarebbero arrivati anche gli altri Paesi. Sono passati 21 anni ed aspettiamo. Usando, fra l'altro, energia nucleare che ci viene fornita a caro prezzo da Francia e Svizzera e con l'aggiuntivo splendido risultato che siamo ulteriormente penalizzati perché con le nostre centrali termiche buttiamo in atmosfera troppa anidride carbonica. Cornuti e razziati insomma.

Cornuti e mazziati 2

La seconda riguarda una cosa che allora non ci avevano mica detto quelli, verde Mattioli in testa, che ci spronavano a votare contro il nucleare. Ci riferiamo ai costi astronomici della dismissione che ancora ci sono nella bolletta che bimestralmente paghiamo per la luce e il resto. C'eran voluti dieci anni per costruirla, poi nel 1978 aveva cominciato a produrre energia. La sua potenza era superiore a quella di tutte le centrali di Valtellina e Valchiavenna messe insieme. Su quasi 46 milioni di elettori i tre referendum (compreso quello che vietava all'ENEL co compartecipare ad iniziative estere sul nucleare, pura follia) ci furono rispettivamente 20.984.110, 20.618.624, 18.795.852 elettori che cedettero alle lusinghe delle ammalianti sirene del proibizionismo nucleare. Ci hanno imbrogliato sul fatto che dopo di noi sarebbero arrivati gli altri e ci hanno taciuto cosa sarebbe costati uscire dal nucleare. Non solo buttati via gli ingentissimi investimenti fatti ma addirittura spesi negli anni, e continuiamo, miliardi, tantissimi.

Guardare i tempi

C'è il decreto. Per smantellare questa centrale ci vorrà qualche tempo. Dicono appena appena dal 2008 al 2019, con tutti i costi del caso. Non ci fosse stato l'infausto referendum i 100 e rotti miliardi di kWh prodotti avrebbero evitato l'immissione in atmosfera di milioni di tonnellate di CO2 e avrebbero fatto risparmiare agli italiani cifre colossali. E non avremmo dissolto la nostra industria elettromeccanica allora all'avanguardia nel mondo.

Luca Alessandrini

Luca Alessandrini
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