FRANANO A VALLE I PICCOLI COMUNI DI MONTAGNA

La salvaguardia e la valorizzazione delle zone montane, ai sensi dell¹art.44 della Costituzione, rivestono carattere di preminente interesse nazionale. Ad esse concorrono, per quanto di rispettiva competenza, lo Stato, e le Regioni, le province autonome e gli enti locali. Recita proprio così, l¹articolo 1 della Legge 31 gennaio 1994, n.97 ³Nuove disposizioni per le zone montane². E continua al comma 4: ³ sono interventi speciali per la montagna le azioni agricole e coordinate dirette allo sviluppo globale della montagna mediante la tutela e la valorizzazione delle qualità ambientali e delle potenzialità endogene proprie dell¹habitat montano. Le azioni riguardano i profili: a) territoriale, mediante formule di tutela e di promozione delle risorse ambientali che tengano conto sia del loro valore naturalistico che delle insopprimibili esigenze di vita civile delle popolazioni residenti, con particolare riferimento allo sviluppo del sistema dei trasporti e della viabilità locale; b) economico, per lo sviluppo delle attività economiche presenti sui territori montani da considerare aree depresse; c) culturale delle tradizioni locali. Inoltre, all¹articolo 2, addirittura, viene istituito presso il Ministero del Bilancio e della programmazione economica il Fondo nazionale per la montagna. E via, via tutta una serie di disposizioni a sostegno dei piccoli Comuni di montagna, con tanto di incentivi alle nuove residenze abitative ed economiche, al costo del carburante per attività economiche e per riscaldamento. Per non parlare dei negozi multifunzionali e le aziende agricole di qualità. Un fiume di parole portate via dal vento della politica del nulla, come dimostrano plasticamene lo stato di abbandono e di declino che ormai vivono con rassegnazione centinaia di piccoli Comuni di montagna, rimasti lì, fermi ad aspettare uno sviluppo che non verrà con grave danno per l¹Italia e per le nuove generazioni che vivranno senza identità e senza memoria. Liberi di vagare come fantasmi nell¹eterno agire di una politica insensibile e bugiarda. La legge 97 del 1994 è la dimostrazione plastica del fallimento soprattutto del Sud e delle sue istituzioni di ogni ordine e grado incapaci di dare vita a politiche virtuose, ma brave solo ad alimentare processi clientelari che hanno devastato i sogni di intere generazioni, costrette per decreto ad emigrare. Milioni di kmq. sono ormai abbandonati nel silenzio generale, con grave danno per la manutenzione del territorio montano, trascinato a valle dal moto perpetuo del dissesto idrogeologico. Una parte rilevante del Paese, quasi tutta la dorsale appenninica sta scivolando in mare e la politica tace. Non si legge una proposta, non c¹è un piano complessivo di contrasto ai dissesti, solo parole. Le parole del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, il vero ed unico amico dei piccoli Comuni italiani devono far riflettere tutti: ³ i piccoli Comuni sono la spina dorsale del Paese². Quando nel corpo, la spina dorsale cede, aggiungiamo noi, è tutto il corpo a cadere. Rifletta la politica italiana e lo faccia in fretta perché a cedere a breve potrebbe essere tutto il Paese e non solo quello non visto e non letto dei piccoli Comuni italiani.

Virgilio Caivano

Virgilio Caivano
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