AL RIFUGIO (M. 3609) MARCO E ROSA DE MARCHI - AGOSTINO ROCCA AL BERNINA, DELLA SEZIONE VALTELLINESE DEL CAI, LA PIÙ ALTA STAZIONE DEL SISTEMA DI RILEVAMENTO METEOROLOGICO DELLA LOMBARDIA
Nel corso del 2007 la Sezione Valtellinese ha collaborato con l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Lombardia (ARPA), ad un progetto che ha portato all'installazione di una rete di monitoraggio meteo - climatico e geotecnico in alta quota.
Il progetto ha preso il via dal dato ormai assodato e supportato da numerosi studi, della tendenza al riscaldamento del pianeta nel corso dell'ultimo secolo (circa 150 anni fa terminava la "piccola età glaciale"), che si esplica, sia a livello globale sia a scala locale, con un sostanziale aumento della temperatura media dell'aria in prossimità della superficie terrestre e sulla superficie degli oceani.
Se da un lato il generale riscaldamento ha interessato tutto il territorio nazionale, compresa l'area alpina e le regioni circostanti, dall'altro questa tendenza non può dirsi uniforme, né in termini spaziali né in termini temporali, essendo fortemente influenzata da variabili geografiche ed orografiche.
Questa notevole variabilità conferisce ai parametri meteo - climatici una connotazione estremamente locale, imponendo, ai fini di una loro valutazione complessiva, una distribuzione mirata di stazioni di rilevamento.
Poiché gli ambienti d'alta montagna risultano estremamente sensibili ai cambiamenti climatici e costituiscono uno degli indicatori ambientali principali di questa tendenza al riscaldamento, essendo il massiccio del Bernina - Palù il più elevato del segmento dell'arco alpino lombardo, caratterizzato dalla presenza dell'unico quattromila delle Alpi Centrali, da una serie di vette che superano i 3000 metri di quota e da zone glacializzate in rapida evoluzione, ARPA Lombardia ha scelto questo gruppo montuoso per l'installazione.
Da qui la proposta di collaborazione fatta alla Sezione Valtellinese, alla quale, sotto la sua supervisione ed il supporto tecnico di ARPA, è stata affidata l'installazione prima e la cura poi, del presidio di monitoraggio, in quanto La Sezione è presente in quei luoghi da ormai quasi cento anni, dal 1913, quando Alfredo Corti realizzò la sua geniale intuizione di "presidiare", alpinisticamente parlando, ovviamente, la Forcola di Cresta Guzza, costruendovi la prima capanna Marco e Rosa che resiste ancora, perfetta, lassù, senza sfigurare accanto al nuovo rifugio, costruito nell'anno internazionale delle montagna ed inaugurato l'anno seguente, nel 2003.
Ed è così che al rifugio De Marchi - Rocca si trova oggi la più alta stazione del sistema di rilevamento meteorologico della Lombardia.
La Capanna Marco e Rosa (1913)
Dopo la firma della convenzione con ARPA la Sezione ha individuato, con un'apposita gara, in Golder Associates s.r.l. la ditta che avrebbe curato la fase esecutiva del progetto. Così, condizioni meteorologiche permettendo, considerato il luogo ed il periodo tardo estivo scelto per l'intervento, sono iniziati i lavori, consistiti nell'installazione, raccomandando il minimo impatto ambientale, di una serie di sensori preposti alla misura dei parametri funzionali alla definizione del regime termo - pluviometrico della zona.
Trasporto degli strumenti
Accanto ai più usuali e "classici" sensori meteorologici, quali pluviometro, termo - igrometro e nivometro, sono stati previsti ed installati anche un radiometro per la misurazione della radiazione solare e di quella all'infrarosso, diretta e riflessa, ed una serie di catene termometriche, alloggiate all'interno di appositi fori a profondità note, al fine di rilevare le temperature funzionali al monitoraggio dello strato di terreno stagionalmente sottoposto a fusione (active layer) e della porzione più superficiale del "permafrost".
Il nivo - pluviometro
Terminata l'installazione i dati che sono acquisiti dagli strumenti giorno e notte, sono inviati, tramite un sistema di trasmissione di tipo ADSL satellitare, ad ARPA Lombardia che provvede alla loro validazione e pubblicazione all'interno di una sezione web.
Non appena il presidio di monitoraggio sarà pienamente operante, verrà anche valutato se immettere i dati meteo nel sito web della Sezione, così da offrire di prima mano preziose informazioni meteo agli alpinisti in procinto di organizzare una salita nella zona.
Oltre agli strumenti previsti dal progetto predisposto da ARPA, la ditta Golder ha installato per ora in posizione provvisoria, una webcam, che trasmette immagini della capanna e delle magnifiche cime che la circondano, attualmente visibili all'indirizzo http: //www.basedue.com/site/sol_webcam_bernina.html).
A quanto fin qui descritto, si è aggiunta un'attività supplementare dell'Unità Operativa Servizio Geologico di ARPA, consistita nel rilievo laser scanner dell'ammasso roccioso, servito alla realizzazione del DTM (modello digitale del terreno) della parete rocciosa ed alla creazione di una cartografia di dettaglio, sulla quale ubicare il posizionamento dei sensori di monitoraggio installati.
Tecnici di ARPA al lavoro con il laser scanner sull'ammasso roccioso
Il progetto è stato il frutto dell'impegno e della collaborazione di molti; oltre a chi scrive, se ne sono occupati, per il C.A.I. Stefano Tirinzoni, Angelo Leusciatti ed il gestore del rifugio Giancarlo Lenatti; i geologi Luca Ottenziali, Luca Dei Cas e Francesco Calderoni, per ARPA, Andrea Zaccone e Carlo Toffaloni, per Regione Lombardia e Pier Ferderico Colombo, per Golder Associates s.r.l.
Oltre all'orgoglio per il suo coinvolgimento e la sua collaborazione ad un progetto di tale importanza, altro motivo di soddisfazione per la Sezione Valtellinese è stato l'unanime apprezzamento da parte del Presidente, prof. Giorgio Vassena dell'Università di Brescia e dei componenti, tra i quali Mattia Sella, della famosa famiglia di Biella che diede i natali al fondatore del Club Alpino, Quintino Sella ed al grande fotografo Vittorio Sella, del Comitato Scientifico Centrale del Sodalizio, ai quali l'iniziativa era stata presentata nel corso di una riunione del Comitato nella splendida cornice del Museo civico di Storia Naturale di Verona.
Un'ulteriore prova dunque della vitalità della Sezione, che oltre a proporre le attività più strettamente legate alle sue finalità statutarie, sa raccogliere gli stimoli provenienti dall'esterno ed essere valida ed affidabile partner di iniziative, le più varie, grazie alla competenza e l'impegno dei suoi Soci.