Parco dello Stelvio 'unitario' per il CAI

Auspica un coordinamento centrale nella governance per l’ambiente e per i suoi abitanti

Nel pomeriggio di ieri, sabato 26 luglio, a Bormio, il Club alpino italiano ha organizzato la Tavola rotonda “Presente e futuro del Parco nazionale dello Stelvio”, con l’obiettivo di discutere e proporre soluzioni alle problematiche relative alla tripartizione della governance del Parco, inserita in una norma all’interno della Legge di Stabilità 2014.

Il CAI si è sempre detto contrario a dividere il governo tra le Province Autonome di Trento e Bolzano e la Regione Lombardia di un’Area protetta che l’anno prossimo compirà 80 anni. “Non si può consegnare questo futuro a un Parco storico, in nome della mancanza di fondi per gestirlo”, ha dichiarato Erminio Quartiani, delegato per i rapporti con gli enti pubblici e per l’ambiente del CAI.
Tutti gli intervenuti, dal Presidente e dal Direttore del Parco per arrivare ai Presidenti dei Gruppi regionali CAI di Lombardia, Trentino (SAT) e Alto Adige e delle Sezioni della Val Camonica, fino ad arrivare al Presidente generale del CAI Umberto Martini e ai rappresentanti degli organi centrali del Sodalizio e del Touring Club Italiano, sono stati concordi nell’affermare la necessità di creare un vero coordinamento centrale del Parco dello Stelvio, nel rispetto delle diversità naturalistiche e culturali delle varie aree.
Un concetto fondamentale che il CAI vuole far arrivare ai decisori politici è che “non si può far arretrare il Parco verso un rischio di prevalenza di interessi localistici, quando invece dovrebbe diventare un Parco europeo, vista anche la vicinanza con il Parco nazionale svizzero. Ci sono elementi che necessitano di un coordinamento unitario, come la tutela ambientale e la promozione di una nuova forma di turismo, lenta, destagionalizzata, rispettosa dell’ambiente e della cultura delle popolazioni che vivono in questi luoghi”.
Un altro fattore di rilevante importanza per il CAI è che bisogna tenere presente che nel Parco dello Stelvio vivono migliaia di persone, non è un territorio disabitato. Di conseguenza nella sua gestione uno degli obiettivi principali è lo sviluppo sostenibile delle attività umane, per fare in modo che le persone cpntinuino a vivere all’interno del Parco. “Vivere dentro un’Area protetta deve essere un valore aggiunto, un vantaggio, e non un handicap. Senza contare che molte attività dell’uomo sono funzionali alla tutela ambientale, come l'agricoltura e le coltivazioni, che possono abbassare il livello di rischio idrogeologico”. Come ha dichiarato l’antropologo e Past President del CAI Annibale Salsa, “dobbiamo tutelare il paesaggio, un paesaggio che preveda anche la presenza umana”.

Per ovviare alla scarsità di fondi per gestire il Parco, Quartiani ha proposto il pagamento di un contributo per l'entrata nel Parco o eventualmente di un pedaggio per chi attraversa il Passo dello Stelvio e il Passo Gavia in auto, a piedi e in bicicletta, in modo da far sentire anche i frequentatori partecipi della tutela dell’Area protetta. Il ricavato sarebbe infatti da destinare esclusivamente alla prevenzione del dissesto idrogeologico e alla manutenzione dei sentieri del Parco.
Il Presidente generale Umberto Martini ha concluso sostenendo che ora il CAI deve riuscire a fare in modo che nelle dovute sedi vengano ascoltate queste istanze perché “è necessario un nuovo modo rispettoso di frequentare la montagna, garantendo comunque la possibilità a chi vive in montagna di continuare a farlo, un fattore fondamentale per il futuro sia delle Terre alte che della pianura”.

 

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