Panchinoni: una campagna per fermarne la proliferazione

da Michele Corti www.ruralpini --- Pochissimi li apprezzano (tranne i "panchinisti" e i mistici del marketing territoriale copia e incolla) ma dilagano per una forma di insensata emulazione. Ma l'autorizzazioni formalmente le hanno?

Ieri, sul quotidiano l'Alto Adige, è uscito un articolo a firma di Annibale Salsa, antropologo, già presidente nazionale del Cai, con giudizi pesantemente negativi sui "panchinoni". La presa di posizione di Salsa segue analoghe prese di posizione di blogger e scrittori di montagna. Sia tra la gente comune che chi si occupa di montagna a vari livelli, vi è quasi unanimità nel considerare i panchinoni una forzatura, uno sfregio, uno sberleffo.

Mentre le amministrazioni comunali e, a volte, anche i media locali ne tessono le lodi , se si guardano i commenti a post ed articoli (anche elogiativi) , il 90% delle persone appare contrario al dilagare di questa moda che riempie punti panoramici delle montagne con un manufatto pesante, dai colori violenti, che richiede una pedana di cemento armato.

Molto criticati i commenti per l'inaugurazione, in questi giorni in provincia di lecco,  del panchinone all'alpe Chiaro di Vendrogno (Bellano), con il sindaco Rusconi con bermuda e fascia tricolore a recitare un ruolo molto simile a "scherzi a parte".

Sulle panchine giganti, oltre tutto, ci si arrampica salendo su dei "gradini" che sono contro ogni criterio di sicurezza (infatti a Dongo era sata rimossa proprio per questo). Pare, però, che anche gli stringenti criteri del rispetto paesaggistico (così rigidi per privati che devono realizzare interventi utili e necessari) oltre a quelli della sicurezza siano derogati in presenza di tali "opere d'arte"!

Sulle montagne lombarde stanno arrivando altri panchinoni perché la moda è abilmente "pompata". Continuano a posarle anche se non c'è consenso.  Lo fanno per attirare gli invasati "panchinisti" che vi arrivano senza staccare gli occhi dallo schermo del dispositivo che li guida (con google map), stimolati dalle recensioni di trip advisor, per farsi il selfie e farsi applicare sul "passaporto del panchinista" il bollino. Per il resto non lasciano molto (di buono) sul territorio. Un meccanismo del tutto autoreferziale che umilia in diversi modi il rispetto del bene comune (in primis rispetto di sé stessa di una comunità che si lascia sbeffeggiare). Così Ruralpini.it, sito che difende la montagna rurale, degli alpeggi, delle attività tradizionali, ha lanciato un sondaggio su facebook (nel gruppo ruralpini resistenza rurale ma votabile da tutti quelli che hanno un account facebook). Il sondaggio partito ieri, ha raggiunto 650 votanti e vede il NO a nuovi panchinoni  al 93% vai al sondaggio

Per dire basta ai panchinoni diverse associazioni ambientaliste, culturali, ruraliste delle provincie di Bergamo e di Sondrio (ma se ne potranno aggiungere di altre provincie montane)  stanno mettendo a punto una petizione unitaria che punta a far dichiarare una "moratoria", uno stop ai panchinoni. In attesa che amministrazioni e soggetti locali si rendano conto dell'effetto boomerang che susciterebbe l'ulteriore estendersi dell'insulsa, pacchiana, ripetitiva iniziativa.

28 giugno 2022

Michele Corti ruralpini
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PS ndr: Ci è arrivata una proposta. Per  ogni panchinone installato in montagna se ne installi uno nella Piazza principale del relativo Comune. No comment... --  Piuttosto quesito serio redazionale -  lo si sa che a rigore per installarne una occorrerebbe in primis l'autorizzazione, oltre che quella formalmente rilasciata dalla proprietà dell'area interessata, quella senza eccezioni comunale, caratterizzata comunque da adeguata accessibilità, anche altre eventuali dovute in presenza di normative specifiche, come può essere, per fare un esempio, l'autorizzazione da richiedere anche al Parco secondo la normativa vigente 
GdS

 

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