Qualche geologo ha trovato "la causa del disastro" secondo stereotipi. Leggasi la presentazione del Convegno
Nella presentazione del Convegno del 22 settembre è testualmente scritto:
“Sono passati 30 anni dal drammatico luglio del 1987, quando la Valtellina venne colpita dal disastro. Le frane e le esondazioni provocarono 53 morti, migliaia di sfollati e la distruzione di interi centri abitati, strade e ponti. La tragedia avvenne in due fasi: a metà luglio le inondazioni, a fine mese la grande frana della Val Pola.
Il dissesto della Valtellina accese nuovamente in Italia il dibattito sul rischio idrogeologico e sulle responsabilità dell’uomo in questo tipo di eventi. Alcuni politici e amministratori parlarono di ineluttabilità dei fenomeni franosi. Altri, fra cui i geologi, sottolinearono, invece, come negli ultimi decenni il territorio fosse stato alterato, modificato da interventi edilizi scriteriati in assenza di un corretto sviluppo urbanistico. La carente qualità delle opere idrauliche, l’assenza di attenzione e cura dei versanti, l’abbandono delle aree montane e la mancanza di una cultura attenta al territorio furono le vere cause del disastro”.
Stupisce questa categorica diagnosi per cui è doveroso fornire elementi, certi, onde evitare facili strumentalizzazioni che arrivano supportate da dati avulsi dalla reatà.
Val Pola (o Monte Coppetto) quel versante non aveva attività umane di qualsivoglia tipo, aveva caratteristiche tali da non vedere in quel bosco neppure bracconieri o raccoglitori di funghi. Allora il Direttore del Parco dello Stelvio dr. Frigo. ebbe a commentare “poteva scendere 10.000 anni fa o fra 10.000, ha scelto oggi.
Il resto
E' del 30 aprile del 1964 il “PIANO GENERALE DI BONIFICA DEL COMPRENSORIO DI BONIFICA MONTANA DELL'ADDA ALPINO”.
Fu iniziativa del Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero dell'Adda (BIM Sondrio), fors'anche la prima in Italia. In dettaglio, in particolare per la parte idrica, tutti i dati dell'Adda (oltre 100 km con 105 affluenti, per ciascuno di questi le convalli con le pendenze, longitudinali e di versante ecc.). Fu conseguentemente intensa l'attività a presidio del territorio del Consorzio di Bonifica Montana (Sezione Autonoma ecc.) i cui positivi effetti li si videro in occasione di ricorrenti guai climatici.
E' del 1970 l'adozione del Piano Regolatore (innovativo) del Comune di Sondrio che fece di fatto da apripista per gli altri 77 Comuni della provincia.
E' del 1976/79 l'elaborazione e poi approvazione del Piano Territoriale (innovativo ) della Comunità Montana unica (65 Comuni e 205 membri in Assemblea)
E' di quel periodo la progettazione e 'approvazione in C.M. dei circa 100 km di strada di fondovalle, - strada senza alternative – onde fornire ai Comuni elementi ai fini della loro pianificazione
E' di quel periodo la vicenda della frana di Spriana rimessasi in movimento con un volume paragonabile a quello della Val Pola studiata a fondo con costi non indifferenti. (due capisaldi su 50 correvano a un metro e mezzo la settimana). Alla bassa percentuale di rischio si univa la dimensione catastrofica per la città di Sondrio ove si verificasse l'evento. La combinazione di questi due fattori era tale da imporre interventi
E' dell'inizio degli anni '80 la suddivisione del capoluogo in quattro zone in base alle caratteristiche idrogeologiche (Quanti Comuni in Italia l'avevano?)
Potremmo andare avanti sia pur precisando che se episodi criticabili non sono mancati sono certamente ed enormemente inferiori a quelli che una pubblicistica spesso demagogica denuncia avendo però un'idiosincrasia per occuparsi anche delle cose ben fatte
Stupisce soprattuttoche nell'indicare le pretese cause del disastro non si sia minimamente ricordato come in quei giorni sul Bernina, a 4050 metri, pioveva fornendo alle morene bei piani di scivolamento. Lo zero termico ad altezze vertiginose non rispettava i Confini di Stato per cui nella ecologicissima Svizzera, nella ordinatissima Svizzera, nella Svizzera di grande cultura urbanistica i danni furono uguali e in molti casi peggiori. Una differenza ci fu. Qui polemiche – compresa quella di cui sopra – oltre confine nessuna...
Polemiche
La polemica paga, i fatti positivi no perchè spesso restano ignoti. Nessuno o quasi (tranne Gad Lerdner in diretta da Sondrio) in Italia ha voluto sapere che qui le case per chi l'aveva perduta sono state fatte in tre mesi, a costi inferiori al mercato e con una qualità che ancor oggi testimonia del costume valtellinese. Non per farci dare il distintivo ma pensando a quei poveracci che sono ancora nei container o anche nelle case di legno del Trentino.
La polemica paga, i fatti positivi no perchè spesso restano ignoti. Dopo la Val Pola era stato ufficialmente presentato il progetto per la Val Pola. Costo 1000 miliardi. Il BIM si attrezzò con una una èquipe di alto livello tecnico – costata relativamente assai poco,studio, relazioni, analisi dei territori e quant'altro e arrivammo così come BIM a presentare il conto dimostrando così, con rispetto del pubblico denaro, che non ci volevano 1000 miliardi ma ne bastavano 120.
Un solo accenno ulteriore alla frase che abbiamo riportato con un esempio. Il Ministro Marcora con un blitz aumentò grandemente la superficie del Parco dello Stelvio. Non era territorio deteriorato ma se era stato conservato così non era in virtù di carte e timbri ma per la cultura del territorio anche di chi forse non aveva neppure il diploma di V Elementare. Percorrendo la Valle o salendo si guardi in alto dove il recupero di centinaia di baite nel rispetto dell'ambiente ha richiamato lassù tanti contribuendo così alla manutenzione territoriale che non si fa solo nelle o con le grandi briglie – necessarie pur esse - ma persino con l'opera di chi va su nei week end e sega il fieno, amplia una muraca e via dicendo.
Alberto Frizziero, qui non come giornalista ma come testimone per via, fra gli incarichi ricoperti, gratis o quasi, di quelli aventi riferimento alle tematiche del Territorio e dell'Ambiente: Sindaco di Sondrio 2 mandati, Presidente Comunità Montana, quella unica con 65 Comuni, Presidente del BIM Adda, Presidente SECAM (Rifiuti, Ecologia), consigliere in UNCEM, 9 anni nel Direttivo nazionale ANCI in quattro dei quali Presidente del settore Territorio