X PERCHE' LA SENTENZA DE L'AQUILA RIGUARDA ANCHE LA VALTELLINA

La condanna - L'angoscia della Protezione Civile - Le reazioni nel mondo - Vesuvio bollente - E veniamo a noi - 1987 prima fase - 1987 seconda fase - Valtellina 2012,2013, 2014... - Dal 1.10 ben 45 scosse - Criminali se...

La condanna

Il giudice de l'Aquila ha comminato una dondanna a 6 anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose il Presidente della Commissione Grandi Rischi al tempo del terremoto Franco Barberi con i suoi collaboratori di allora: il Vice della Protezione civile dr. Bernardo De Bernardinis, il Presidente dell'Isitituto Nazionale di Geofisica prof. Enzo Boschi, il direttore del servizio sismico del dipartimento della Protezione civile Mauro Dolce, il Direttore del Centro Nazionale Terremoti dr. Giulio Selvaggi, il Direttore di Eucentre prof. Gian Michele Calvi, il professore di fisica dell'Università di Genova Claudio Eva.

L'angoscia della protezione Civile

Dipartimento della protezione civile: "La sentenza del tribunale de L'Aquila sembra apparentemente interessare solo il mondo scientifico, ma in realtà tocca pesantemente altre realtà e professionalità cardine del servizio nazionale della Protezione Civile. I primi ad essere interessati sono le centinaia di tecnici dei Centri funzionali e dei Centri di competenza che ogni giorno si occupano di monitorare, sorvegliare e valutare i fenomeni naturali al fine dell'allertamento delle amministrazioni e delle strutture operative. Ma anche i moltissimi professionisti dei numerosi ordini che gratuitamente e volontariamente mettono a disposizione il proprio tempo e la propria esperienza in emergenza. come il lavoro svolto nella fase post-sisma in Emilia, dove hanno contribuito allo svolgimento di decine di migliaia di verifiche di agibilità degli edifici danneggiati».

Le reazioni nel mondo

Scienza Usa ONG). «Dopo che l'Aquila è stata investita da terremoti di piccola intensità, gli scienziati hanno affermato che un sisma di grande potenza era improbabile ma possibile, sottolineando l'incertezza in questo campo. Quando il forte sisma ha colpito, causando vittime, gli scienziati sono stati messi sotto processo. l'American Geophysical Union ha messo in guardia sul fatto che le accuse potevano mettere in crisi gli sforzi internazionali per capire i disastri naturali, perché il rischio di un contenzioso scoraggia gli scienziati e i funzionari dall'avvisare il proprio governo o anche lavorare nel campo della previsioni rischi in sismologia».

California, zona dove c'é la famosa faglia di S. Andrea, 1300 km, che ha originato grandi terremoti e dove si attende prima o poi una scossa catastrofica: per Thomas Jordan, il più famoso sismologo americano, responsabile del Centro terremoti per il Sud della California "la sentenza dell'Aquila contro i sette scienziati della Commissione Grandi Rischi è una vergogna"

Giappone,

Un Paese dove il terremoto, scosse forti e molto forti, é di casa: Shinichi Sakai, professore associato dell'Earthquake Research Institute di Tokyo, scrive: "Se fossi stato io lì avrei detto le stesse cose perché non è possibile stabilire quando può verificarsi una forte scossa sismica" e ancora: "In Giappone non ci sono mai stati processi simili. La previsioni dei terremoti sono considerate attualmente molto difficili, come ha del resto ribadito l'ultima e recente riunione della Seismological Society of Japan".

Svizzera:

Il direttore del SED (Servizio Sismico Svizzero dell'ETH - Politecnico Federale - PFZ - di Zurigo) dr. Stefan Wiemer: "Siamo sorpresi. In una situazione simile non ci saremmo comportati diversamente dai colleghi italiani".

Francia:

Su Le Figaro Jean-Paul Montagner, professore di sismologia dell'Istitut de physique du globe di Parigi: "verdetto allucinante".

Su La Croix: il processo dell'Aquila resta semplicemente un'incomprensibile processo alla affidabilità scientifica.

Germania:

Sullo Spiegel il prof. John Mutter, professore alla Columbia University di New York: "consiglierò ai miei colleghi di astenersi in futuro da ogni dichiarazione sui rischi di un terremoto"

Su altra stampa Martin Meschede, impegnato in ricerche all'Università di Greifswald, esperto della Deutsche Gesellschaft für Geowissenschaften, la società tedesca che studia l'insieme delle discipline che indagano la struttura interna, la morfologia superficiale e l'atmosfera che circonda il pianeta Terra, "sono sdegnato, si tratta di una sentenza scandalosa".

E Thomas Braun, conosciuto in Italia: "la sentenza produrrà l'effetto che nessuno scienziato vorrà più esprimersi su questi argomenti".

Gran Bretagna:

Il Guardian, é lapidario "il giudice italiano ha prodotto onde d'urto attraverso la comunità scientifica mondiale"


Vesuvio bollente

Chi va sul Vesuvio, arrivando in auto all'interno del Monte Somma, poi salendo su un morbido sentiero, credo di pomice, poi arrivando dove ci sono le guide che accompagnano sulla cresta, ha subito l'impressione di una creatura attiva. Dalle pareti verticali interne escono qua e là sbuffi continui di vapore, molto visibili nella stagione fredda. Non si può andare sul lato opposto della cresta perché a poche spanne di profondità giù la temperatura sale a 150 gradi. Da lassù, lato mare dove rimane l'ossatura metallica di un vecchio impianto funiviario, si ha la visione di un panorama stupendo. Con un brivido però pensando all'agglomerato urbano con quasi un milione di persone, fra l'altro con una strada stretta e senza spazi liberi. C'é da temere il Vesuvio da 44 anni attivo ma sotto, dove c'é, diciamo, la fornace per una dozzina di km quadrati, in pieno vigore (di quello che ci piace, quello che non vuole fare sfoggio di sé uscendo allo scoperto come invece spesso capita al cugino Etna). C'é da temere, e come per quello che potrebbe capitare ad un risveglio subitaneo con una folla enorme in fuga in preda al panico.

Non si sveglia da un momento all'altro. Ci sono segnali premonitori, che però vanno letti e interpretati.

Chi lo fa?

Il Vulcano é monitorato. Dopo la sentenza del dr. Billi chi é così matto da arrischiare una previsione?

Di ritenere possibile il botto? E dopo se il botto non c'é come la mettiamo con il procurato allarme a centinaia di migliaia di persone?

Il già citato dr. Meschede é lapidario: "visto il precedente giuridico de L'Aquila, quale scienziato vorrà più prendersi la responsabilità di dire qualcosa sui rischi del Vesuvio?" Val per i terremoti ma anche per il rischio idrogeologico in provincia direttamente proporzionale all'entità del territorio montano, ma presente anche a fondovalle per via delle acque.


E veniamo a noi

Ad ogni evento di carattere idrogeologico segue il solito refrain: "di chi é la colpa?" Arrivano in genere i profeti del giorno dopo, quelli che sanno tutto, che l'avevano detto prima e via dicendo. Ogni volta una battaglia per far capire come stanno le cose. Su questo giornale, ai primi di aprile del 2001, leggibile l'articolo all'indirizzo fornito in calce (x), abbiamo ricostruito il oercorso dell'Adda con i suoi affluenti dando anche le pendenze delle convalli. Nella meccanica delle terre si considera 'il natural declivio' secondo cui si dispone il terreno con la possibilità, piovendo, di diminuire l'attrito e scendere quindi a valle. Là dove c'é la roccia, gelo e rigelo fanno sì che la compattezza si riduca. In entrambi i casi domina Newton che non ha inventato niente. La mela che gli é caduta in testa gli ha fatto capire la storia della gravità. Quella per cui il destino delle montagne é quello di diventare pianura.

I problemi che scaturiscono da questa dinamica sono gli stessi di cui sopra. La natura é spesso imperscrutabile. Il 28 luglio 1987 alla notizia della tragedia di Aquilone - Val Pola il direttore del Parco dello Stelvio dr. Frigo mi fece un commento significativo: "poteva scendere 10.000 anni fa o fra 10.000 anni. Ha scelto le sette e mezza di stamane". La geologia e la geotecnica hanno fatto passi avanti notevoli ma il margine di aleatorietà di fronte a tanti fenomeni franosi é ancora alto e tale da prestarsi ad una pluralità di interpretazioni e quindi, dopo l'evento al fiorire del "l'avevo detto", "tragedia annunciata" e via di questo passo da parte di profeti o del giorno dopo o di quelli di sventura secondo i quali tutto é a rischio, e secondo i quali non basterebbe il bilancio dell'Unione europea per le necessità di intervento da loro prospettate.

Abbiamo però un esempio calzante, di un evento che ci riguarda e che aveva destato l'attenzione di tutto il mondo.

1987, prima fase

il 18 luglio l'inizio della calamità. Il 28 luglio la tragedia. Una montagna scende a valle, porta via vite umane ed un paese intero ed inoltre sbarra la valle. L'acqua dell'Adda non passa, si ferma, comincia a formare un lago che inesorabilmente cresce. Per facilitare la comprensione pensiamo al lavandino a tappo serrato. L'acqua cresce fino a un certo punto dove c'é l'apertura per lo scarico del troppo pieno. A quel punto l'acqua che arriva se ne va e non succede niente. Per il lago avevano pensato a questo ma nei lavandini il troppo pieno é di serie. Nel lago della Val Pola occorreva tempo per realizzarlo. Il lago a un certo punto tracimerà. E a quel punto? Il ministro Gaspari viene confortato dai Sindaci valtellinesi ad accogliere l'idea della Commissione grandi rischi. La tracimazione é inevitabile. Facciamola "pilotata", evacuando ordinatamente la gente, preparandoci anche al peggio. Evitiamo che il tempo - che sarà eccezionalmente clemente dopo essere stato prima disperatamente inclemente - peggiori, che a fronte di forti precipitazioni il lago aumenti rapidamente con il rischio di dover evacuare decine di migliaia di persone all'improvviso e magari di notte. Non é una decisione fracile ma a quel punto la peggiore delle cose é non decidere.

Si va alla tracimazione.

Apriti cielo. Si scatena il finimondo. Ci siamo ripassati in rassegna la voluminosissima rassegna stampa degli ultimi 3 o 4 giorni di agosto, prima della tracimazione.

Illuminante.

1987, seconda fase

Da Comune di Milano e AEM opposizione fortissima, esaltata dai titoloni dei giornali. Sarà una catastrofe. Perdendo la centrale di Grosio ci sarà un tracollo finanziario. Follia insistere sulla tracimazione. Eccetera. Sono di questo avviso, in favore delle tesi AEM, il Presidente dell'ISMES Dolcetta, il geologo, cattedratico, Pozzi, il Direttore dell'Istituto di idraulica del Politecnico Zampaglione. Ovviamente ai giornali non pare vero cavalcare la polemica. Per fortuna c'é un Ministro, formato Prima Repubblica (quello del rovescio della medaglia di cui non si parla, quello che ha portato un Paese ridotto uno straccio nel dopoguerra nel Gotha dei Paesi che contano) che non cede, che dà fiducia agli esperti ufficiali, in particolare il prof. Maione Presidente della Commissione, il geologo Presbitero, il prof. Lunardi e che concorda in pieno con i Sindaci. Quella ruspa solitaria sulla frana, il Paride Cariboni a fianco del rigagnolo che apre la strada all'acqua sono immagini scolpite nella memoria ma sono anche un monumento alla capacità e competenza. E Gaspari dalla tomba diventa un eroe. Il silenzio si stende tra tutti coloro che 'contravano', che gridavano allo scandalo, che volevano la testa di Gaspari, di Tabacci e di chiunque altro avesse a che fare con il problema

Però...

Cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente? Sarebbero finiti sotto processo, per analogia con L'Aquila, Maione, Presbitero - eroe di Aquilone -, Lunardi?

Valtellina 2012,2013, 2014...

Su una delle tante nostre strade di montagna arrivano dei massi. L'Ente proprietario della strada interviene e pulisce. Qualcuno deve però certificare che il pericolo non c'é più. Chi é adesso così folle da farlo a cuor leggero? Nessuno. Allora, al minimo, si va a disgaggiare la parete sovrastante. Se é un gandone manco se ne parla. Non si trova un tecnico che firmi? L'Amministrazione da cui dipende la strada che fa? Se ci sono di mezzo i valtellinesi la consuetudine di vita sulle e con le montagne aiuta a trovare la soluzione anche perché, oltre a tutto, la Magistratura locale sa cosa vuol dire vivere in un territorio montano. Quanto ai Sindaci in genere sanno come usare, a ragion veduta, lo strumkento dell'ordinanza. Ma l'Italia non é tutta Valtellina...

Dal 1.10 ben 45 scosse

E per finire un caso esemplare, tornando ai fenomeni sismici.

Siamo fra Basilicata e Calabria, nel Parco del Pollino. Dal primo ottobre abbiamo contato 45 scosse superiori al due della Scala Richter. In totale in un anno circa 600 scosse. In base alle considerazioni suggerite dalla sentenza sul sisma abruzzese che ci fanno le popolazioni in quei Comuni? A casa loro? Tecnici e amministratori, dopo il processo agli scienziati, non é meglio che si sgravino la responsabilità e dicano 'via tutti'? E chi non ne vuol sapere di andare via manlevi di responsabilità tutti gli altri. No?

Criminali se

Una delle dichiarazioni, con aggiunte nostre. quella che riflette ora la situazione.

Gli scienziati avranno paura di parlare. Immaginate se si accusasse di reati criminali:

il metereologo che non è stato in grado di prevedere l'esatta rotta di un tornado

il tecnico del centro niveometeo perché non ha previsto una valanga

il tecnico del centro niveometeo perché ha previsto una valanga che poi non é scesa ma intanto era stata mobilitata tutta la macchina deell protezione civile

un epidemiologo per non aver previsto gli effetti pericolosi di un virus

un epidemiologo per aver previsto gli effetti pericolosi di un virus rivelatosi una bufala

un biologo perchè non è stato in grado di prevedere l'attacco di un orso o di un cinghiale

un geologo perché non ha previsto una frana

un geologo perché ha previsto una frana che non c'é stata facendo evacuare inutilmente migliaia di persone

Gli scienziati devono avere il diritto di condividere ciò che sanno e ciò che non sanno senza la paura di essere giudicati criminalmente responsabili se le proprie previsioni non si avverano»

a.f.

(x) http://www.gazzettadisondrio.it/1348-adda__quarto_fiume_d_italia__con_i_...

a.f.
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