la storia del fiume Spöl

Riceviamo:
Sembra incredibile da credere, ma in Italia c’è un territorio che sta lentamente morendo in nome di un accordo datato 1958. L’accordo in questione è stato negli anni superato sia dalla normativa italiana che da quella Europea. È la storia del fiume Spöl, che attraversa comune di Livigno, prosciugato impunemente da A2A.
La vicenda. La responsabilità, com’è noto, è da attribuire all’utilizzo a scopo idroelettrico delle acque del bacino del fiume Spol. Un utilizzo che non rispetta la normativa italiana, dal momento che l’azienda opera senza rilasciare il deflusso minimo vitale (DMV) ai corsi d’acqua a valle del bacino come vorrebbe la normativa vigente, ma è di contro regolamentata da una convenzione internazionale tra Repubblica Italiana e Confederazione Svizzera,  ratificata nel 1958. Questo ha causato il  prosciugamento dei corsi d’acqua a valle delle opere di presa idroelettriche ed il conseguente disastro ambientale, con i relativi danni al Comune di Livigno, penalizzato dal non poter valorizzare a pieno le proprie potenzialità turistiche.
"Una situazione denunciata da cittadini e associazioni sul territorio" ricorda Nicola Faifer attivista dell'associazione L'Acqua è Tua, ed arrivata sul tavolo del ministero dell’Ambiente attraverso l’interrogazione parlamentare presentata dal deputato Massimo De Rosa: “Abbiamo chiesto al ministero dell’Ambiente di garantire il rispetto delle legge italiana e che fosse garantito al fiume Spöl il rilascio del deflusso minimo, ma il ministero ha sostanzialmente risposto picche, rimandando ad una non meglio precisata sperimentazione”. Intanto il territorio muore. Non solo, il mancato rispetto della normativa italiana e comunitaria sul rilascio del deflusso minimo, rischia di mettere l’Italia a rischio di apertura di una procedura d’infrazione, poprio da parte della stessa Comunità Europea.
Per questo motivo il deputato Cinque Stelle, sempre su indicazione delle associazioni che lavorano sul territorio, ha deciso di andare avanti, presentando un esposto direttamente alla Comunità Europea. Conferma De Rosa: “La speranza è che siano le stesse norme europee a proteggere il territorio italiano, proprio laddove il nostro governo ha dimostrato di preferir  tutelare un accordo del 1958, mettendo, come se non bastasse, il nostro Paese a rischio di sanzioni da parte della Comunità Europea”.
Qualora la normativa europea sancisca come superati i vincoli dettati dall’accordo Italia-Svizzera del 1958, il governo italiano dovrebbe adeguarsi ed obbligare A2A ad operare rispettando i parametri di deflusso minimo, onde evitare di incorrere nelle inevitabili sanzioni comunitarie.
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Per i nostri, e non solo, auguri (red): E' così bello questo messaggio che questi 58 secondi di Nereal conservano piena attualità: https://www.youtube.com/watch?v=x8wBS8xNqw0

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