3 20 MINERALI VALTELLINESI IN TRASFERTA A LUGANO

L'ing. Benetti ospite dell'Associazione Valtellina in Ticino ha presentato i minerali della nostra montagna

Davvero una piacevole serata in compagnia la cena autogestita alla Ca' Rossa di Pregassona, Lugano, il 13 marzo scorso. Prima di dare un resoconto della serata è doveroso esprimere un sentito grazie a coloro che si sono adoperati per la buona riuscita della festa offrendo il loro lavoro. Soci e famigliari, tutti impegnati, chi a spostare tavoli e sedie, chi ad apparecchiare, chi a tagliare bresaola e salame, chi a girare la taragna. Tutto in famiglia, ma con professionalità impeccabile.

Molto apprezzato l'intervento dell'ospite, l'ing. Flaminio Benetti di Sondrio. Se l'anno scorso avevamo ascoltato con grande piacere le poesie di Giacomo Gusmeroli e Gianfranco Avella, venuti appositamente da Sondrio per presentare il loro libro, quest'anno è stata la volta dell'Ing. Benetti , arrivato anche lui da Sondrio con un carico piuttosto …"pesante". Ha infatti "portato" con sé alcuni fra gli esemplari più belli della sua collezione di minerali.

Abbinare una presentazione di carattere culturale o scientifico, come poteva essere questa, rappresenta sempre un certo rischio per gli organizzatori. Piacerà? Sarà interessante per tutti, anche per i profani? Non deluderemo l'ospite con la nostra incompetenza?

La prima sorpresa entrando in sala è stata vedere alcuni magnifici esemplari di cristalli di quarzo appartenenti al nostro presidente, Erico Galli. Anche lui è un appassionato cercatore e collezionista di minerali! Tutti gli ospiti hanno ammirato - con una certa invidia - la bellezza di questi pezzi, tutti provenienti dall'alto Ticino.

Si è quindi creata subito una perfetta intesa tra Erico Galli e l'ing. Benetti, entrambi amanti della montagna, così come la maggior parte dei partecipanti. In sala si è creato quindi un clima di fiduciosa attesa, soddisfatta pienamente dal momento in cui abbiamo visto la prima diapositiva. Alla ricerca dei minerali dalla Valchiavenna all'alta Valtellina, avrebbe potuto essere il titolo della presentazione. L'ing. Benetti ci ha infatti mostrato bellissime foto delle montagne e dei luoghi da dove provenivano i pezzi, presentati poi singolarmente. Molti hanno riconosciuto luoghi noti e cari, tutti hanno ammirato la bellezza di questi gioielli naturali. Il linguaggio usato era molto chiaro, senza nulla togliere tuttavia al rigore scientifico. La descrizione tecnica era seguita dalla narrazione di come quei pezzi sono stati trovati. E' rimasta anche parecchia curiosità, che è un'astuzia da parte di un oratore, per non annoiare e mantenere vivo l'interesse del pubblico.

E qui mi permetto di fare un inciso di carattere personale. Mi sono commossa perché mi è sembrato di riascoltare i racconti di mio papà, Guiscardo Guicciardi, anche lui ingegnere, anche lui cercatore e collezionista di minerali, anche lui montanaro e grande amante della sua valle. Momenti che ho vissuto anch'io in prima persona e che mi sono ritornati alla mente, come fosse oggi. Ho riconosciuto la stessa passione, lo stesso gusto per la ricerca e per la raccolta, lo stesso amore e lo stesso rispetto per la montagna. Mi è rimasto il rimpianto di non aver ascoltato di più mio padre, di non aver approfittato di più della sua cultura, ma si sa i figli vanno per la loro strada. Pazienza, ma non posso però dire "sarà per un'altra volta"

In fondo, una collezione ha soprattutto valore per il suo creatore, ogni pezzo effettivamente ha una storia, ogni pezzo ricorda un momento, un luogo, delle persone, uno stato d'animo. Una collezione dà soprattutto gioia a chi la mette insieme, poi magari rimane, completa e preziosa, ma non più col soffio di vita che le ha dato il suo creatore. Dico questo per consolarmi del fatto che la collezione di mio padre è andata al museo di Morbegno, ma anche lì non hanno il posto per esporla al completo. Ma quando era in vita raccogliere minerali gli ha dato molta gioia, gli ha permesso di allacciare amicizie durature e passare bellissimi momenti in montagna prima e poi a casa, riordinandola.

Tutto questo mi è venuto in mente mentre ascoltavo la relazione dell'Ing. Benetti, nostro amico da sempre e che ringrazio per la sua disponibilità, mentre parlava. Ci ha detto dei berilli della Val Codera, cugini dell'acquamarina e persino dello smeraldo, del granito che ha origine lavica - chi l'avrebbe mai detto - del serpentino della Valmalenco, del talco, dell'amianto, della bianca e rarissima artinite, che sembra neve ma punge, dei demantoidi, i granati verdi, anch'essi molto rari, del granato almandino, che io da piccola chiamavo semplicemente armandino, dandomi anche delle arie. E poi i la luccicante magnetite, la pirite che sembra oro, e altri nomi, tutti un po' complicati, come le belle thuliti e rodoniti che si possono lavorare e si trovano anch'esse in alta Valmalenco, e addirittura la minestronite, che sembra uno scherzo ma c'è davvero, o alla vesuvianite della val Zebrù. E poi abbiamo visto sassi azzurri, appunto azzurrite, sassi contenenti arsenico, velenosi come i funghi, ma i sassi non ricrescono, e poi anche sassi radioattivi.

Non sono mancate le affascinanti ed inquietanti spiegazioni di carattere geologico, perché solo conoscendo come si sono formate le nostre montagne si può capire come mai ci sia una tale varietà di minerali in Valtellina e soprattutto come siamo piccoli noi uomini, sia in relazione allo spazio che ci circonda sia in relazione al tempo che passa.

Vorrei concludere informando i nostri lettori che oltre che a Morbegno, a Sondrio possono visitare i minerali del compianto prof. Fulvio Grazioli, grande amico e compagno di avventure mineralogiche di mio padre, professore e amico di Flaminio Benetti, presso l'Istituto Valtellinese di Mineralogia - "Fulvio Grazioli" - Palazzo Martinengo - 23100 Sondrio.

L'IVM ha anche un suo sito http://www.ivmminerals.org/cg/scripts/default.asp e cura una rassegna di cui qui si può vedere un esemplare http://www.ivmminerals.org/cg/scripts/ivm-magazine%202005-02.PDF

Cristina Guicciardi Cattaneo

Lugano 14 marzo2010

Cristina GuicciarCattaneo
Territorio