Comprato il Fossati. Che si fa? La strada, e l'idea

Si discute a Sondrio. Non come l'argomento magari richiederebbe ma di più rispetto ad altri temi relativi a una città in crisi. L'argomento: il Fossati, stabilimento al Piazzo, nostalgica testimonianza d'un tempo che fu, quando i due stabilimenti al Piazzo e nella piana erano fonte di sostentamento diretto per circa duemila persone Poi quasi 200 alla Manifattura dell'Adda di Berbenno e infine l'indotto. Il Fossati era per Sondrio quel che la Fiat era per Torino. Fu questo il motto da tutti condiviso quando l'improvvisa crisi del febbraio 1975 aveva evocato lo spettro di una vera e propria catastrofe. Ci fu un fronte unico e questo fronte servì parecchio nell'impegno profuso in quel di Roma dove per fortuna, ma non a caso, fu Amintore Fanfani, allora segretario nazionale della DC, a dire, mantenendo poi l'impegno, “Con il Fossati dobbiamo fare un monumento a Vanoni” E' bene ricordarlo quando questi giorni sono stati momenti di giusto riconoscimento ricorrendo i 60 anni dalla scomparsa in Senato del Ministro morbegnese.

Il Fossati ebbe la salvezza e dimostrò che non si era trattato di un intervento clientelare di un'azienda decotta, superata la crisi finanziaria dando buona prova sia per risultati quanto per il complesso (ci fu in particolare un tasso di assenteismo il più basso in Lombardia ma forse anche in Italia. Passarono gli anni, l'ENI cancellò dal suo portafogli le aziende non strategiche e da allora, anche per le vicende del mercato internazionale vi fu una progressiva lenta discesa sino alla chiusura.
Nuova vita
Oggi la cessione e l'acquisizione da parte di un forte Gruppo immobiliare che se ha speso dei soldi è lecito pensare che voglia vedere un loro ritorno adeguato.
Il fatto inatteso. Non c'è alcun dubbio che in città vi sia una sovrabbondanza di offerta sia di abitazione ad uso familiare od ufficio, che di carattere commerciale e infine anche di carattere produttivo. Alla crisi generale del settore si sono aggiunti in sede locale altri fattori come ad esempio l'azione di prosciugamento commerciale esercitata su Sondrio dal polo di Castione, e non solo. Difficile pensare poi ad uno stimolo della domanda non risultando esserci ipotesi di sviluppo che servano in primis ad arrestare il degrado e poi per risalire la china occorrendo altrimenti anni e anni per recuperare una situazione accettabile per il settore immobiliare.

Due osservazioni

Il Gruppo acquirente non ha certo bisogno di queste considerazioni per una valutazione della situazione. I suoi conti evidentemente li ha fatti.  Due osservazioni:
-   La prima riguarda la possibilità di collocamento delle unità immobiliari che verranno costruite. Qualche punto interrogativo ci sarebbe. Si spera che i conti siano stati fatti bene.
Qualcuno l'aveva così definita quando avevamo avuto 'la sfrontatezza' di sostenere che non c'è niente come l'urbanistica che, se vuol essere tale, mette a gara la ricerca delle idee vincenti. Certo, trattandosi di strategie, di ricerca innovativa, il più delle volte il cassetto è il luogo dove vengono riposte le idee, anche se proprio Sondrio dimostra che un po' di anni fa guardare avanti, anche molto avanti, non è rimasto esercizio intellettuale ma si  è tradotto in realizzazioni concrete.
Poteva dunque essere il sogno di un Piano di Governo del Territorio se ci fosse stato quello spirito (e se magari fosse rimasto alla guida del sittore l'arch. Stefanelli). Non un sogno da agitare sapendo però che tale resterà, come potrebbero essere la ferrovia per Bormio o il traforo della Mesolcina. Un sogno con possibilità di realizzazione. Sicuramente modesta inizialmente ma con perseveranza, avendo del tempo e ricorrendo le occasioni si darebbe anche risposta evoluta alla crisi della città perchè non si tratterebbe solo di un intervento immobiliare e/o di riqualificazione urbana. Onestamente: diciamo inizialmente con un 10% di possibilità di avvio di simile intrapresa. 10% vuol dire 10 più di zero. Un esempio, sia pure di natura diversa: il Palazzo di Giustizia. Alla esposizione del disegno generale con sei edifici in ballo, con una scansione temporale ferrea che quasi nessuno riteneva possibile, con i giri di valzer per periodo non breve per diverse scolaresche con i vari soggetti interessati può forse pensare il lettore che la gente desse il 10% di probabilità di riuscita? La ricetta. L'idea, anzi le idee, Il viaggio nel tempo avanti a noi e quindi i conteggi da far partire non ora andando avanti ma domani, anzi dopodomani, tornando indietro.
-   La seconda riguarda l'accessibilità. Se è vero, come ha fatto presente il Sindaco, che l'arretramento delle nuove costruzioni nel primo tratto di discesa tra Piazzo e tornante consentirà l'ampliamento della sede stradale non si vede come possa essere superato l'imbuto del Lungo Mallero, zona ex Giardino Operaio per intenderci, salvo l'acquisizione degli immobili a filo stradale e la loro demolizione, non proprio cosa facile.
Qualcuno replicherà dicendo che in fin dei conti la situazione è come quella di allora ma non è vero. C'erano arrivi, e partenze, di camions con rimorchio ma del tutto episodici. Quasi assente la motorizzazione privata, salvo qualche Vespa o Lambretta, tanto che alle 6.00 e alle 22.00 c'era il servizio di pullman che portava la gente a lavorare e riprendeva chi aveva finito le 8 ore di lavoro. Di veicoli oggi se ne dedono assai per cui la situazione è già difficile oggi che il Comune ha provveduto a transennare un pezzettino di spazio per tutelare i pedoni.  Viabilità molto più ostica con i nuovi insediamenti se non si trovasse una soluzione per questo aspetto.

Soluzione avveniristica
Avrebbe potuto esserci questa possibilità fidando anche su un agente esterno, oggi forse introvabile. Comunque ecco l'idea, e solo per sommi capi, i dettagli ce li teniamo stretti.

 

Alberto Frizziero
Territorio