Basta spreco del suolo. Nuova, interessante, legge regionale
Milano, 19 novembre 2014 - Disincentivi al consumo di suolo, incentivi per la rigenerazione urbana e per il recupero delle aree dismesse, nuovi strumenti per il riallineamento delle previsioni urbanistiche locali ai reali fabbisogni. Sono questi i tre obiettivi principali del provvedimento per il contenimento del consumo di suolo approvato in Consiglio regionale con 41 voti favorevoli e 27 contrari: grazie all’approvazione di questa legge, CON EFFETTO IMMEDIATO NON SARÀ PIÙ POSSIBILE AUTORIZZARE VARIANTI SU SUOLO AGRICOLO.
"Il Consiglio regionale ha affrontato in questi due giorni un lungo lavoro di elaborazione per arrivare ad approvare una legge contro la riduzione del consumo di suolo in Lombardia - ha dichiarato il Presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo -. Dopo oltre 20 ore di lavoro si è ottenuto un risultato condiviso, frutto di impegno comune che ha visto coinvolte le forze di maggioranza e opposizione. Il dibattito ha avuto anche toni accesi, finanche aspri, ma alla fine è prevalsa la logica del confronto e del buon senso".
Rispetto al testo approvato in Commissione, sono state introdotte alcune modifiche significative che possono essere così riassunte: nel computo del “consumo di suolo” viene inclusa anche la superficie necessaria alla realizzazione delle infrastrutture; la norma transitoria che consente l’attuazione delle previsioni edificatorie già contenute nei piani di governo del territorio (PGT) viene ridotta da 36 a 30 mesi; i criteri per la definizione della soglia massima di consumo di suolo includono e dovranno tenere conto anche dell’effettivo incremento della popolazione su base Istat; il disincentivo transitorio di carattere finanziario, in vigore fino all’adeguamento dei piani di governo del territorio, prevede come onere a carico dei costruttori l’applicazione di un costo di costruzione pari al 5% dentro il tessuto urbano consolidato, mentre al di fuori del tessuto urbano consolidato la sua quantificazione viene lasciata alla discrezione dei sindaci entro un minimo del 20% e un massimo del 30%.
“Il testo finale approvato oggi è frutto del lavoro svolto da tutte le forze politiche – ha detto il Sottosegretario Ugo Parolo (LN) - e la legge recepisce i contributi e le sensibilità di tutti i gruppi presenti in Consiglio regionale: sono particolarmente soddisfatto dell’esito di questi due intensi giorni di lavoro perché siamo riusciti a ricucire il rapporto con tutte le forze politiche passando da posizioni di forte contrapposizione a posizioni di differenziazione costruttiva. Siamo la prima Regione in Italia ad approvare una legge di questo tipo e a bloccare definitivamente da subito ogni possibilità di costruire su suolo agricolo”.
Il lavoro comune svolto dalla forze politiche presenti in Consiglio regionale ha posto le premesse per il ritiro di gran parte degli oltre 600 emendamenti rimasti ancora in discussione, accelerando così l’iter di approvazione del provvedimento.
La legge approvata si compone di 6 articoli. Nel testo viene previsto uno stop graduale al consumo di suolo per non rimettere in discussione i Pgt approvati dai Comuni, introducendo il concetto di bilancio ecologico del suolo (Bes) per stabilire la soglia di consumo zero. Non potranno più essere autorizzate nuove varianti su terreni agricoli, anche se nel frattempo per 30 mesi saranno salvaguardati "i progetti in essere", destinati poi a decadere con due sole deroghe ammesse: quella per l'ampliamento delle attività economiche esistenti e quella per le opere previste nell'ambito di accordi di programma di valenza regionale.
I criteri per misurare il consumo del suolo saranno determinati dal Piano Territoriale Regionale (PTR) e il consumo di suolo potrà essere autorizzato solo se verrà dimostrata, nei PGT comunali, l’impossibilità tecnica ed economica a riqualificare aree già edificate. Per incentivare i Comuni alla rigenerazione urbana, la legge punta alla concessione di finanziamenti regionali con semplificazione procedurale, senza oneri a carico dei bilanci comunali.
A Sondrio 40 anni fa c'erano già arrivati
Una quarantina di anni fa a Sondrio c'erano già arrivati superando notevoli difficoltà perchè i contrari, quelli che non avrebbero voluto i 'grattacieli' – chiamavano così le torri di Via Maffei e Largo Sindelfingen – non erano mica pochi. Per le 'Torri' Venosta, Sirtori, Duico, Muffatti, Frizziero. Da aggiumersi lo Studio Eura (ing. Almangioni e arch. Gentili) e il Capo dell'Ufficio Tecnico ing. Vaccari: così targata la scelta, provvidenziale, dello sviluppo verticale nel PEEP. Il tempo è galantuomo. A differenza del Mortirolo di cui si parla in questi giorni e di tre o quattro altre cose di somma importanza rimaste al palo perchè gli scettici la spuntarono, in Via Maffei a Sondrio non sono venute solo case a un paio di piani come taluni, tanti, allora sostenevano dovessero essere fatte in quella zona. E così ogni 'Torre' ha avuto bisogno di soli 500 mq, mentre il sedime se si fosse costruito come volevano gli oppositori avrebbe dovuto essere di 1500 mq. Ogni torre 1000 mq rdi suolo risparmiati e destinati al verde di tutti per quattro paroline inserite nelle norme di attuazione del Piano Regolatore Generale: “sono vietate le recinzioni”.
Un'aggiunta. Risparmio di suolo, ma c'è anche un risparmio di superficie colante. Se arriva il no a nuove costruzioni, ma anche di piazzali, strade e simili, si mantiene la superficie che assorbe la pioggia, già notevolmente ridotta.