LA TERRA E' LA NOSTRA CASA (RIO DE JANEIRO 20 GIUGNO 2012, BRASILE) 12.6.20.33

Conferenza sullo Sviluppo Sostenibile in corso, oggi a vent'anni esatti dal'Earth Summit del '92, sempre a Rio

Oggi, 20 giugno 2012 celebra vent'anni esatti dal'Earth Summit del '92 che si tenne a Rio de Janeiro e che ospiterà ancora una volta la Conferenza sullo Sviluppo Sostenibile, in corso dal 16 giugno. Per quattro giorni i leader mondiali discuteranno su come ridurre la povertà, promuovere l'uguaglianza sociale e garantire la tutela ambientale su un pianeta sovraffollato, per avvicinarsi finalmente al "futuro che vogliamo", come lo ha definito lo stesso Segretario Generale ONU Ban Ki-Moon. Ma i Media non nutrono molte speranze sulla riuscita di questi incontri così fiduciosi per migliorare la nostra terra che è ed è l'unica casa che l'umanità ha, sebbene il progresso scientifico prospetti idee meravigliose( speriamo!) per un allargamento del nostro pianeta con altri ancora così lontani da noi.

E' pensabile che tutti "grandi" e piccoli lavorino alacremente per darsi davvero una "mano solidale e amichevole": per vivere meglio tutti.

Vediamo che cosa succederà a Rio:

- Il 2012 è l'anno dedicato dalle Nazioni Unite all'Energia Sostenibile per Tutti, con l'intento di migliorare le condizioni di circa tre miliardi di persone che ancora oggi "usano legno, carbone o escrementi animali per cucinare e per riscaldarsi".

Dieci saranno gli argomenti oggetto di discussione, scelti in base alla loro importanza in merito di sviluppo sostenibile. trasmessi dal vivo sul sito delle Nazioni Unite.

Fino al 22 giugno a Rio de Janeiro i "grandi" della Terra parleranno di inquinamento, ambiente, energie rinnovabili, mentre la città che li ospita, una delle metropoli più grandi del mondo, è un esempio perfetto delle pene a cui stiamo sottoponendo il nostro pianeta( es: Manguinhos è uno slum della periferia di Rio, attraversato da corsi d'acqua che presentano livelli di inquinamento elevatissimi e abitato soprattutto da donne e bambini in condizioni di estrema povertà. E' in luoghi come questo che vive la maggior parte della popolazione del mondo, mentre solo pochi fortunati si possono ormai permettere di vivere in luoghi ambientali "puliti" , che sono però costantemente minacciati da deforestazione e inquinamento di ogni tipo). Nonostante le nere previsioni , visto che impazza solo lo spread, è bella l'analisi che ha redatto per vari giornali ed è presente in Internet quella di Desmond Tutu, arcivescovo emerito di Città del Capo, premio Nobel per la Pace 1984 che mi piace che anche i nostri lettori leggano, perché proprio tutti- assieme a lui- ci domandiamo: quale sarà il futuro della Terra???

Ecco cosa scrive: Il 1992 è stato un anno memorabile. In Sudafrica c'è stato l'ultimo referendum per soli bianchi in cui la maggioranza ha votato per porre fine all'apartheid e dare vita ad un potere condiviso e multi-razziale. A Maastricht è stata creata l'Unione europea. Mentre a Rio de Janeiro, in risposta alla crescente pressione per proteggere il futuro del pianeta e della sua gente, il Vertice sulla Terra ha consegnato nuovi trattati per affrontare i cambiamenti climatici e la conservazione della biodiversità.

A Rio de Janeiro i leader del mondo saranno di nuovo riuniti per una settimana. Venti anni dopo, la necessità di un'azione globale è più urgente che mai. Rio+20 deve affrontare una delle questioni più gravi per l'umanità: come porre fine alla povertà e raggiungere la prosperità per tutti gli esseri viventi. Nonostante la portata di queste sfide, ai negoziati finora sono mancati l'ambizione e l'impegno all'azione dichiarati nel 1992.

Non possiamo continuare a vivere nella maniera in cui facciamo adesso. Il cambiamento climatico sta minacciando la produzione alimentare e si stanno creando condizioni climatiche ancora più estreme. L'acqua dolce si sta prosciugando. La terra fertile si sta esaurendo. Le piante e gli animali si stanno estinguendo a ritmo allarmante. I nostri mari sono sovra-sfruttati. La disuguaglianza è in aumento perché i redditi dei più poveri sono sempre più miseri rispetto a quelli dei ricchi, e l'attuale crisi economica sta spingendo milioni di persone nella povertà. Gli stili di vita e le scelte fatte dai più ricchi minacciano la nostra futura prosperità, mentre quasi un miliardo di persone va a letto affamata ogni sera.

Le persone più povere del mondo, alle quali è negata la giusta quota delle limitate risorse della terra e dell'acqua, soffrono soprattutto a causa del nostro fallimento collettivo di vivere entro i confini della terra. Ma non saranno gli unici. Oxfam ha già lanciato l'allarme l'anno scorso sul fatto che la spirale dei prezzi dei prodotti alimentari di base in futuro potrebbe portare lo sviluppo a una regressione.

A Rio abbiamo bisogno di un impegno politico forte e inequivocabile per ri-orientare l'economia globale e per soddisfare le esigenze dei più poveri nel rispetto dei limiti della Terra. Abbiamo bisogno di azioni concrete che ci garantiscano un approvvigionamento alimentare sostenibile, in particolare aiutando il mezzo miliardo di produttori di piccola scala che attualmente alimentano due miliardi di persone.

Con il giusto supporto e con le tecniche adatte, questi piccoli agricoltori possono contribuire ad alimentare la nostra popolazione in crescita senza danneggiare ulteriormente l'ambiente e senza far andare il nostro clima fuori controllo. Per avere una lezione su come fare questo, abbiamo bisogno di guardare al Brasile, dove milioni di persone non soffrono più la fame grazie al successo della campagna del governo «Fame Zero», che ha riconosciuto che la riduzione della povertà, la lotta alla fame e il sostegno all'agricoltura su piccola scala sono indissolubilmente legate. Dobbiamo trovare nuovi modi per fornire energia e ridurre le emissioni in modo da far beneficiare anche i più poveri. Non è un compito impossibile. Portare energia elettrica a quasi un quinto della popolazione mondiale che attualmente ne è priva può essere fatto con un aumento inferiore all'uno per cento delle emissioni globali di carbonio.

Dobbiamo creare un futuro al riparo dai rischi del cambiamento climatico e della scarsità di acqua, terra e cibo. Un futuro con una società più equa e giusta, dove i più poveri abbiano accesso alla loro giusta quota delle risorse naturali della terra e dove tutti noi viviamo all'interno dei confini ambientali e sociali della terra. I temi della conferenza non possono essere più importanti di questo. I nostri leader devono dimostrare di essere all'altezza del compito.

Che cos'è Oxfam (Oxford Commitee for Famine Relief) è una confederazione di 14 organizzazioni non governative che lavorano con 3.000 partners in più di 100 paesi per trovare la soluzione definitiva alla povertà e all'ingiustizia. Oxfam lavora con le comunità locali, a fianco delle reti e delle organizzazioni, per uno sviluppo sostenibile, anche in condizioni di emergenza, e per promuovere campagne di sensibilizzazione nel mondo che vogliono informare i cittadini sulle cause della povertà e dell'ingiustizia e lavorare per risolverle, agendo su chi ha il potere di cambiare le cose. Le campagne di sensibilizzazione di Oxfam puntano alla mobilitazione dei media e del grande pubblico attraverso azioni dimostrative a forte impatto e immediato riconoscimento. Per Oxfam ci si intende riferire unicamente alla confederazione internazionale Oxfam, di cui fanno parte varie ONG affiliate presenti in molti paesi, spesso denominate con "Oxfam + Paese". Oxfam International ha lanciato- per esempio- in vista di Rio- il "Salvagente per il pianeta".

Che cos'è il "salvagente"?

il "salvagente" per il pianeta - offre una prospettiva avvincente sullo sviluppo sostenibile, concedendoci l'opportunità di perseguire sostenibilità ambientale e giustizia sociale. Può servire a far maturare coscienza civile e far crescere azioni politiche? Che conseguenze porta alla redistribuzione delle risorse e al raggiungimento della giustizia sociale? Come possono i limiti sociali e quelli del nostro pianeta ridefinire lo sviluppo economico, al di là del prodotto interno lordo? E quali sono le implicazioni per le imprese alla vigilia del 21mo secolo? Il concetto di "salvagente" é come uno spazio in cui l'umanità possa prosperare entro limiti sociali e planetari ed è al centro del rapporto di ricerca di Oxfam "Uno spazio giusto e sicuro per l'umanità" , che EXPO Milano 2015 intende promuovere attraverso un dibattito internazionale che inizia a Rio. Entro limiti planetari e sociali: possiamo vivere in uno spazio sicuro e giusto per l'umanità? Già. E' la risposta che ci attendiamo da Rio, è quella che desideriamo per le future generazioni.

Ma qual è il mondo futuro che ci auspichiamo?

Le fantasie e i sogni sono molti, ne presento qualcuno: - Si delinea lo scenario di un mondo unificato, con un governo supremo che detta le regole attraverso i flussi finanziari, imponendosi su realtà regionali frammentate, non vivificate dai costumi locali e dalle tradizioni ma omologate al modello dominante. Ebbene, la cosa più impressionante e' che questo scenario realizza un progetto che fu messo a punto fra il XVII e il XVIII secolo. In ambienti rosacrociani e massonici si coltivò l'ideale universalista di un deismo che superasse le distinzioni fra le varie religioni e le varie chiese, di una Ragione filosofica che sarebbe progressivamente diventata Ragione scientifica, di un cosmopolitismo permeato di idee umanitarie. Rileggere la storia degli ultimi secoli secondo l'ipotesi di un progressivo inverarsi di quel progetto, può fornire strumenti di interpretazione della realtà che stiamo vivendo. La guerra di indipendenza americana e la rivoluzione francese furono guidate da massoni, propugnatori di quegli ideali di deismo, umanitarismo, universalismo, anche se le contingenze del processo rivoluzionario portarono a direzioni in parte diverse. La cultura illuminista che scaturì dal laboratorio massonico e che preparò il terreno alla rivoluzione francese, aveva un obiettivo polemico primario, un nemico da abbattere: l'antico regime aristocratico feudale di cui la chiesa cattolica era componente ormai organica. L'assalto demolitore alla chiesa cattolica si e' sviluppato a ondate successive, dal Settecento illuminista attraverso tutto l'Ottocento e il primo Novecento, col relativismo storicista, il positivismo scientista, il materialismo marxista, lo psicologismo, la sociologia concepita come scienza, la concezione laicista che separando nettamente religione e società civile decreta la fine della fede nella sua dimensione di custode delle tradizioni e di cemento delle culture locali. La chiesa ne e' uscita sconfitta e il Concilio Vaticano II e' l'atto che ne codifica la resa. Oggi la chiesa cattolica e' un guscio vuoto. Ha perso in gran parte il suo ruolo di custode del sacro, per diventare un ente assistenziale dove i preti non si distinguono dagli psico - socio- pedagogisti nemmeno nel linguaggio, o per sopravvivere come centro di potere finanziario. La chiesa e' stata utilizzata nella lotta contro il comunismo, ma ciò che l'ha demolita e' stata la cultura laica, razionalista, scientista delle massonerie, con l'apporto concomitante del protestantesimo convergente con l'ebraismo, pur nella sua netta distinzione dal laicismo massonico. L'esposizione mediatica di papa Wojtyla non solo non ha invertito la tendenza, ma ha costituito la riprova del cedimento del cattolicesimo alle modalità mondane dei suoi avversari. L'altro grande ostacolo che le elites scaturite dalla rivoluzione settecentesca dovevano abbattere era quello rappresentato dagli imperi multietnici. Erano un residuo dell'antico regime. Imperi con una continuità territoriale che inglobava popoli che conservavano tradizioni, lingue, talvolta religioni diverse, in un'articolazione complessa in cui particolarismi locali e rispetto quasi sacrale per il potere centrale trovavano un equilibrio, instabile come ciò che e' umano, ma fecondo. Contro quegli imperi,asburgico, russo, turco, le massonerie ottocentesche col formidabile apparato finanziario e militare di potenze ad esse collegate, scatenarono i nazionalismi, il fenomeno politico più imponente dell'Ottocento, mentre gli imperi extraeuropei venivano investiti dal colonialismo e smembrati con la forza delle armi. Il colpo finale ai grandi imperi del passato, asburgico, russo e turco, fu dato dal macello della Grande Guerra. Le vicende successive ne furono un'appendice. Il tentativo nazista di creare un impero terrestre europeo che espandendosi al medio oriente si congiungesse con le armate nipponiche dilaganti in Asia, impero contrapposto a quello marittimo anglo-americano, fu vanificato dalla vittoria alleata. Il successivo proposito sovietico di utilizzare l'ideale comunista come veicolo per creare un altro grande impero continentale, e' stato frustrato attraverso la guerra fredda che ha logorato e fatto implodere il nemico. Restavano due ostacoli perché il disegno cosmopolita e omologante si realizzasse compiutamente: il nazionalismo e l'islam. Il nazionalismo era stato usato per smantellare i grandi imperi non omologati al piano del cosmopolitismo illuminista, ma a questo punto diventava un ostacolo. Non a caso coloro che si sono opposti al vasto disegno, in una lotta mortale e disperata, sono stati capi popolo fortemente nazionalisti. Questa e' la chiave di lettura per comprendere l'accanimento con cui l'Impero, anche ricorrendo a grossolane menzogne, ha voluto liquidare il serbo Milosevich, l'iracheno Saddam e il libico Gheddafi. Questa e' anche la chiave di lettura per comprendere le guerre contro l'islam, naturalmente non presentate come tali ma spacciate per guerre difensive contro il terrorismo, e l'abile appropriazione delle rivolte arabe da parte di Obama e delle elites che ispirano lui come tutti i capi di quello che chiamiamo Occidente. Esaltare le rivolte arabe come una tappa nella lotta per la libertà e la democrazia, significa incoraggiarle ad adottare schemi politici e culturali occidentali. Significa un accurato piano di omologazione al modo di pensare, di consumare, di concepire il rapporto fra i sessi, che e' proprio della civiltà che assimila a sé il mondo intero. Fare anche dell'islam un'area di laicismo significa abbattere l'ultima resistenza culturale all'omologazione del mondo. Cosi si spiegano anche le recenti, confuse e apparentemente contraddittorie vicende, con gli USA e l'Europa che appoggiano le rivolte contro i dittatori che pure furono servi dell'Occidente. Questa rapida esposizione delle grandi linee di tendenza che hanno orientato la storia degli ultimi secoli può sembrare un'adesione a certo complottismo caro a correnti inclini all'esoterismo, vagamente paranoiche e fascisteggianti: le sorti del mondo affidate alle trame di forze occulte massoniche, ebraiche, protestanti, oggi espresse da gruppi potentissimi semiclandestini come il Bilderberg, la Trilaterale, gli Illuminati.. Non c'e' niente di misterico e di esoterico, ne' costoro sono i protagonisti veri del grande disegno. Ci sono invece potenti interessi dell'alta finanza e della grande industria diventata transnazionale, che hanno utilizzato ai loro fini un apparato concettuale elaborato da quei circoli culturali che produssero l'Illuminismo. Essi seppero anche abilmente spacciare per democrazia un sistema elettorale concepito per manipolare l'opinione pubblica, mentre il potere vero e' sempre stato esercitato dalle elites finanziarie e dai servizi segreti ai loro ordini, entità sostanzialmente sottratte al controllo dei parlamenti . Non si può che essere ammirati dalla grandiosità del progetto e dalla sua realizzazione puntuale attraverso gli ultimi secoli. Il piano prevedeva il governo unico di un'umanità pacificata, riscattata attraverso la ragione e la scienza dai fanatismi che l'afflissero, tollerante nella prassi liberal-democratica, fiduciosa nel progresso e credente nel Dio dei deisti, una religione naturale senza dogmi. Gli USA si sentono portatori di questa Verità, investiti della missione di salvare l'umanità uniformandola al loro modello. Ebbene, l'umanità che si pensava cosi forgiata, e' invece una moltitudine derelitta e disorientata, sradicata, percorsa da un sentimento del nulla e da un presagio di apocalisse. Sono state scatenate dinamiche imprevedibili e incontrollabili. I disastri ambientali, l'esplosione demografica, il debito pubblico non più sanabile, fanno presagire un'epoca di catastrofi senza precedenti, dalle quali uscirà un mondo ben diverso da quello che con tanto apparente successo si e' costruito.( Cfr.: http://www.ariannaeditrice.it).

Stringiamoci fortemente e auguriamoci sinceramente che qualcosa di "buono" uscirà da Rio+20, per continuare a vivere ed amarci non secondo le varie fedi, ma nell'umanità di cui siamo fatti.

Maria de falco Marotta

Maria de falco Marotta
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