SEPOLTO IL NUCLEARE DA DOVE RICAVARE L'ENERGIA? MA DALLE RINNOVABILI. AH SI', MA COME FACCIAMO A FARE GLI IMPIANTI IMPERANDO LA NO-MANIA? 11 6 20 27

TUTTAMBIENTE, Rivista di diritto e informazione ambientale nel n. 25 del 20 giugno così si rivolge ai suoi lettori:

Cari web lettori,

13 giugno 2011: ci ricorderemo a lungo il giorno in cui 28 milioni di italiani hanno detto definitivamente no al nucleare ed alla privatizzazione dell'acqua e dopo aver votato sì già al referendum del 1987 non posso che esserne felice. Ora però viene il bello.

Su quali fonte energetiche punteremo?

Oggi

Attualmente nel nostro Paese la situazione è questa: 13% Carbone; 52% Gas; 9% Petrolio; 26% Rinnovabili.

La priorità: meno CO2!

La priorità è sicuramente diminuire al più presto la quota di fonti energetiche produttrici di CO2, principale causa dei cambiamenti climatici e dell'inquinamento atmosferico che provoca migliaia di morti all'anno (solo nel nostro Paese). Che fare? Si riuscirà a fare qualcosa di diverso che dipendere da Gheddafi e da Putin? Si riuscirà ad aumentare decisamente la quota di "rinnovabili" tra gimcane tra burocrazia, comitati, pavide PA, giochi politici ed economici? Un esempio? La Spagna utilizza il 46% di rinnovabili, in particolare energia eolica. Può andare o si deturpa il paesaggio?

No, no, no. no. no…

Ma se nucleare no (per fortuna!), termovalorizzatori no, carbone no, rigassificatori no, eolico no, biogas no, idroelettrico no, fotovoltaico no,.....che fare?

Scegliere

E' il tempo delle scelte. Bisogna puntare alle rinnovabili, punto.


Fin qui parte della lettera della rivista su una linea che è sempre stata anche la nostra. Con la no-mania non avremmo avuto quel capolavoro che è Venezia perché si sarebbe deturpato il paesaggio lagunare. Con la no-mania non avremmo avuto le locomotive per via del fumo e del pulviscolo di carbone seminato lungo il percorso. Con la no-mania tutta Italia sarebbe uno splendido paesaggio anche certi angoli proprio non commendevoli. Con la no-mania non avremmo nessun porto artificiale. Con la no-mania non avremmo centrali elettriche, dighe, bacini idroelettrici, elettrodotti. Rccetera, eccetera, eccetera.

Con la no-mania saremmo alle caverne.

Detto questo e precisato che la Rivista ha ragione un interrogativo: ma dove li mettiamo gli impianti che dovrebbero produrre decine e decine e decine di milioni di kWh all'anno?

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