ENERGIA: 1) ENI, INVESTIMENTI NEL SOLARE CON IL MIT DI BOSTON 2) ENEL E ANSALDO PER IMPIANTI A CELLE COMBUSTIBILI A CARBONATI FUSI 3) KLIMAENERGY, IL SUD TIROLO PROMUOVE LE RINNOVABILI
ENERGIA: 1) ENI
«L'eolico e le biomasse possono senza dubbio contribuire a risolvere il problema energetico, ma al di là del nucleare, che non è una fonte rinnovabile, l'unica tecnologia alternativa capace di sostituire davvero, in prospettiva, i combustibili fossili è il solare». Ne è convinto l'amministratore delegato dell'Eni Paolo Scaroni che ha annunciato ufficialmente un accordo strategico di collaborazione con il Massachussetts Institute of Technology fra i cui obiettivi dichiarati c'è proprio lo sviluppo dei pannelli solari del futuro. «C'è ancora molto da fare per riuscire a catturare in modo efficiente l'enorme quantità di energia che il Sole irradia sul nostro pianeta e non aspettatevi risultati rivoluzionari a breve termine» ha detto Scaroni durante una conferenza stampa a Boston, nella sede del Mit. «Ma il grande salto potrebbe non essere più tanto lontano. Oggi realizziamo i pannelli fotovoltaici usando il silicio, ma saranno altri materiali più efficienti a equipaggiare gli impianti del futuro. Il Mit è uno dei centri di ricerca più avanzati al mondo della scienza dei materiali e quindi per noi era una scelta obbligata».
Nel corso dei prossimi cinque anni l'Eni investirà 50 milioni di dollari in quest'accordo. Quello col Mit è comunque solo il primo di una serie di accordi simili che l'Eni intende stringere con vari atenei, all'estero come in Italia.
«Con il Politecnico di Milano abbiamo per esempio avviato nel novembre scorso un dialogo che potrebbe portare presto a un protocollo di ricerca congiunto», ha detto Scaroni. E poi ha aggiunto: «Non preoccupatevi: il petrolio su cui abbiamo basato la nostra società non finirà tanto presto. Ma questo non è un buon motivo per impegnarsi fin da ora nel cercare alternative credibili ai combustibili fossili».
2) ENEL E ANSALDO
Proseguono le sinergie tra Finmeccanica e Enel nelle nuove tecnologie per il settore dell'energia. Ansaldo Fuel Cells (gruppo Finmeccanica) e la società guidata da Fulvio Conti hanno firmato un accordo per sviluppare, realizzare e testare un sistema trigenerativo integrato con un impianto a celle a combustibile a carbonati fusi. L'accordo prevede la realizzazione, entro la metà del 2009, di un impianto da circa 0,5 MW nell'area sperimentale Enel di Livorno, in grado di erogare al contempo energia elettrica, calore e freddo.
Ansaldo Fuel Cells applicherà su questo impianto un insieme di nuovi componenti e soluzioni impiantistiche che garantiranno performance superiori rispetto agli impianti dimostrativi completati con successo negli anni passati.
3) KLIMAENERGY
Dopo KlimaHouse, l'Alto Adige cerca di affermare il proprio ruolo di pioniere nel campo delle energie rinnovabili anche con KlimaEnergy, ultima idea della Fiera di Bolzano, in collaborazione con la Provincia e l'Eurac. Il progetto sarà esposto alla «MesseBozen» dall'8 al 10 ottobre. KlimaEnergy si propone di diffondere l'energia da fonti rinnovabile per scopi commerciali. Si tratta di produzione di energia, e non più solo di risparmio come nel concetto CasaClima. Ma la maggior differenza di KlimaEnergy rispetto al suo precursore consiste in un impiego esclusivo - e non più solo complementare - di queste risorse, vero fiore all'occhiello dell'economia provinciale che conta di sfruttare così il proprio know how e le proprie competenze acquisite («la cui richiesta è letteralmente esplosa nell'edilizia», come ha affermato recentemente l'assessore all'ambiente Michl Laimer) come una strategia economica lungimirante e di successo: «L'obiettivo - spiega Walter Huber, direttore del dipartimento energia e ambiente della Provincia - è arrivare a raggiungere l'autonomia dalle energie fossili ».
Si punta così su chiarezza e concretezza strategica: le stesse armi che hanno portato la quota di energia derivante dal rinnovabile in Alto Adige dal 35% al 60% negli ultimi tre lustri: un terzo di tutta la produzione italiana. Il traguardo per il 2020 è fissato tra il 95% e il 100%, quota che garantirebbe l'indipendenza dall'energia fossile dopo quasi tre secoli di monopolio. «Perché il futuro - riprende Huber - non vedrà una fonte energetica in posizione dominante, anzi. La sfida è trovare il giusto mix che risponda a fabbisogni specifici e mirati, utilizzando l'eccellenza di tutti i settori: idroelettrico, eolico, solare, fotovoltaico, biogas, biomasse, geotermica, biocarburanti».
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