Tangenziale di Tirano. Un esame di dettaglio

Ruralpini ha diffuso il testo che pubblichiamo non senza fare un'osservazione.
Non entriamo ovviamente nel merito perchè non abbiamo la documentazione necessaria, sia quella che viene prodotta sia la posizione di ANAS e soggetti coinvolti. Premesso che ogni volta che si procede alla realizzazione di infrastrutture rilevanti nascono problemi per l'inevitabile trasformazione del territorio occorre fare molta attenzione per non correre rischi. Il progetto della tangenziale di Tirano ha richiesto notevole impegno a tutti. Probabilmente qualche modifica potrebbe essere utile ma bisogna sapere, come l'esperienza di simili situazioni suggerisce, che se si riapre la questione magari si ottengono dei risultati progettuali però destinati a rimanere sulla carta. Il rischio cioè che alla fine manchi la materia prima e cioè i soldi. I nostri amministratori locali con quelli regionali e i parlamentari hanno fatto un piccolo capolavoro amministrativo legando la tangenziale di Tirano a quella di Morbegno così spianando la strada - absit iniuria verbis - alla realizzazione. Dobbiamo comunque ricordare a chi ha vissuto queste vicende e far sapere a chi non ne sa nulla per ragioni anagrafiche, che circa 42 anni fa la Comunità Montana unica di Valtellina (Presidente Mario Garbellini, Vice Enrico Moratti, capogruppo della maggioranza che contava su 130 membri su 205 dell'Assemblea il sottoscritto) affidò l'incarico del progetto della SS38 da Colico a S, Lucia di Bormio al prof. Darios, fra l'altro con un costo molto contenuto. Fioccarono le critiche in particolare addirittura per la scelta del progettista. Ce ne fregammo e le critiche si dissolsero come neve al sole quando, critici attoniti, capitò che a un anno e mezzo dall'incarico al prof. Darios, un vero miracolo politico-istituzionale e senza confronti in tutta Italia- ci furono gli appalti del tratto del Tartano e della Sernio-Mazzo. In pole restava la tangenziale di Sondrio davanti alla tangenziale di Tirano e alla Mazzo-Grosio ma non c'era più la Comunità Montana unica di Valtellina che avrebbe continuato il suo lavoro con una visione provinciale, con una struttura esperta e amministratori sagaci accreditati in Regione, a Roma, in ANAS. Frazionata la C.M. la storia dimostra come ci sono voluti anni e anni prima che si riprendesse in mano, meritoria la Provincia, la pratica SS38.
Ho voluto fare un passo indietro memore di uno degli insegnamenti in Liceo, fondamentale: "Historia magistra vitae" perchè per i vari problemi oggi sul tavolo non si può pensare di essere all'anno zero. Vale anche per la tangenziale di Tirano.
(Alberto Frizziero)

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Tangenziale di Tirano: a breve le ruspe
Ruralpini resistenza rurale  www.ruralpini.it  michele.corti@ruralpini.it
http://www.ruralpini.it/Tangenziale-Tirano-ultimo-atto.html

Ribadiamo le nostre obiezioni al progetto esecutivo della Tangenziale di Tirano

Ci siamo occupati a più riprese dell'opera in questione. Analizzando in dettaglio vantaggi e svantaggi delle diverse opzioni di tracciato. Oggi stanno iniziando i sopralluoghi per le occupazioni; tra qualche mese saranno in azione le ruspe, ma non rinunciamo a ribadire che la Tangenziale di Tirano, opera che riconosciamo altamente necessaria, poteva essere realizzata molto meglio.
L'Anas non ha tenuto conto delle prescrizioni che imponevano modifiche in sede di progetto esecutivo. Verrà realizzata, se non viene bloccata, un'opera che comporta notevole danno ambientale, agricolo e paesaggistico e che - oltretutto - comporterebbe problemi di sicurezza e persino costi superiori alle alternative che erano state a suo tempo previste (maggiore sviluppo del tracciato in galleria).

Ci siamo già occupati a più riprese della Tangenziale di Tirano, opera necessaria ma che poteva essere realizzata molto meglio. Tra pochi mesi entreranno in funzione le ruspe. L'Anas non ha tenuto conto delle prescrizioni che imponevano modifiche in sede di progetto esecutivo. Verrà realizzata, se non viene bloccata, un'opera che comporta notevole danno ambientale, agricolo e paesaggistico e che - oltretutto - comporterebbe problemi di sicurezza e persino costi superiori alle alternative state a suo tempo previste (gallerie)

di Santo Spavetti

(19/02/2019) Nonostante il progetto esecutivo non rispetti le prescrizioni (riportate in Gazzetta ufficiale, n 237 del 11 ottobre 2018), Anas sta procedendo ai sopralluoghi per l’occupazione dei terreni. In barba al fatto che il Ministero dell’ambiente chiedesse il rispetto delle prescrizioni emanate (Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale - Via e Vas Parere n.40 del 11 gennaio 2021). Vediamole:

Progetto: verifica di attuazione fase 1, ai sensi dell’art. 185, cc. 6 e 7 del d. lgs. 163/2006): 1. per quanto riguarda le prescrizioni relative alla fase di progettazione (come da punto 3.1 dell’allegato alla delibera Cipe 29/2018), che risultano non ottemperate o parzialmente ottemperate in questa sede, si prescrive che il proponente trasmetta aggiornamento del progetto esecutivo secondo le prescrizioni di cui sopra prima dell’aggiudicazione dell'appalto. [...] restano ferme tutte le prescrizioni di cui alla delibera Cipe n. 29/2018 del 21/03/2018 da ottemperare nelle successive fasi e che saranno oggetto di verifica di attuazione fase 2 e da ottemperare con altri enti.

Il progetto esecutivo non è stato però adeguato di conseguenza, apportando, relativamente alla zona tra Stazzona e il Dosso, quelle modifiche al tracciato già indicate nelle prescrizioni del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Progetto definitivo ss 38 “Accessibilità Valtellina” lotto 4 – doc. 5 foglio condizioni-allegato a – prescrizioni- del 16/02/2018. gazzetta ufficiale, n 237 del 11 ottobre 2018 pag. 21). Esse sono riportate anche in delibera Cipe-Comitato interministeriale per la programmazione economica (Delibera 21 marzo 2018. “Accessibilità Valtellina” - ss n. 38 lotto 4 - nodo di Tirano tratta «a» — svincolo di Bianzone - svincolo la Ganda) e tratta «b» (svincolo la Ganda - Campone in Tirano).

Approvazione progetto definitivo. (Cup f31b16000520001)(Delibera n. 29/2018). Allegato 1 prescrizioni e raccomandazioni - parte prima – prescrizioni premessa.

Il presente documento, che forma parte integrante della delibera di approvazione del progetto relativo all’intervento denominato «strada statale 38 «dello Stelvio». accessibilità Valtellina. lotto 4 nodo di tirano.tratta «a» (svincolo di Bianzone - svincolo la Ganda) e tratta «b» (svincolo la Ganda - Campone in tirano)», riepiloga le prescrizioni e le raccomandazioni cui detta approvazione resta subordinata. 1 prescrizioni…omissis…

1.2.1.6 date le criticità territoriali e ambientali (in particolare la rilevante frammentazione di ecosistemi agroforestali), dovrà essere ulteriormente affinata la valutazione della possibilità di realizzare maggiori tratti in galleria naturale - tendenzialmente avvicinandosi all’originaria soluzione progettuale [2004] - anche attraverso un più dettagliato bilancio dei costi delle opere di mitigazione e compensazione ambientale necessarie a fronte della soluzione ora proposta (Regione Lombardia).

1.2.1.8  Si dovranno individuare e perseguire miglioramenti progettuali atti a ridurre la frammentazione del territorio agricolo nel tratto di circa 1 km a monte della località san Bernardo, rispetto al rapporto tra la nuova viabilità e la riqualificazione di quella esistente (Regione Lombardia). 1.2.1.9 dovrà essere valutata la possibilità di spostare il tratto della nuova strada in progetto tra la rotatoria di Stazzona e la contrada san Bernardo posizionandola più a ridosso dell’attuale strada provinciale (Stazzona-tirano) fino ad inglobarla. (comune di Villa Tirano). Per cui se il tracciato non è conforme alle prescrizioni considerato che «riepiloga le prescrizioni e le raccomandazioni cui detta approvazione resta subordinata» non è di fatto approvato.

L'area interessata. Oltre l'argine dalla parte senza capannoni.

I costi delle gallerie

Il tratto da san Bernardo al Dosso, considerando i vari risparmi su indennizzi, spostamento linea elettrica, spostamento viabilità locale con vari sottopassi, accessi agricoli, ecc., con gallerie può costare meno, evitando il notevole danno ambientale. Espongo il costo delle gallerie della variante ss 42 tratto Capo di ponte-Berzo Demo - ss42 Capo di ponte/Berzo Demo-da strade Anas: per 8,4 km di cui 7 in galleria:195/8,4 = costo/km 23 milioni. Il recente appalto, in galleria, relativo alla ss 38 dello Stelvio, tra Castelbello/Colsano recentemente aggiudicato, sempre relativamente alla ss 38 dello Stelvio, quindi con le stesse caratteristiche geometriche, costa meno delle soluzioni che Anas vuole realizzare relativamente alla tangenziale di Tirano.

Circonvallazione Castelbello/Colsano ss 38: importo a base di gara € 49.778.654,66 … costo complessivo 75,2 milioni € al netto del ribasso d’asta, tempi di realizzazione dal14.01.2019 al 2022, lunghezza complessiva di ca. 3,3 km. La nuova galleria è lunga ca. 2.500 m e il costo, con 70% di tracciato in galleria è al netto del ribasso d’asta di 75,2 mil. € = 22,4 mil./km. La "nostra" tangenziale di Tirano, ss 38, che per il 75 % attraversa i frutteti presenta, sulla base del progetto definitivo, un costo previsto di 145 milioni per una lunghezza di 6,6 km, con un costo al chilometro di 22 milioni che, sommando i due milioni richiesti per gli espropri, portano il costo a 24 mil./km.  Sulla base del progetto esecutivo (nuovo quadro economico 11/2020) il costo previsto è definito in € 187.301.420 mil, ovvero a 28 mil./km.  Pertanto con il tracciato in galleria, da san Bernardo al Campone si avrebbe un forte risparmio.
Per di più, essendo Tirano zona meno decentrata di Castelbello, i prezzi risultano inferiori, i lavori costerebbero verosimilmente meno di 22,4 milioni/km, con un risparmio quindi minimo sui costi di :28-22,4 = e/km 5,6 x 6,6 km = e. 37 milioni di euro. In galleria, con raffronto ad altri appalti, si avrebbe un possibile risparmio di 37 milioni. Non prevedere maggiori tratti in galleria, come prescritto dalla Gazzetta ufficiale, n 237 del 11 ottobre 2018 pag. 21 e seguenti, può comportare oltre al danno ambientale anche un notevole danno erariale, pertanto appare inammissibile la generica affermazione dell’“ottemperante” (l’Anas): …si è optato per non procedere a modificare il progetto in tal senso soprattutto alla luce dei maggiori oneri economici che ne sarebbero derivati.

Dal raffronto con strade simili appare il contrario, ovvero che le gallerie possano costare meno. La posizione dell’Anas non è avvalorata da un computo metrico estimativo per un oggettivo raffronto del costo di tracciato in galleria, rispetto al deturpante, non conforme alle prescrizioni, tracciato di progetto. Può darsi che l’“ottemperante” (progettista esecutivo), facesse riferimento al quadro economico del progetto definitivo (dicembre 2018), quello che prevedeva un importo totale dell’investimento pari ad € 143.344.970,86. Su quella base la differenza di costi era minore. Ma visto il nuovo quadro economico, ovvero il progetto esecutivo (quadro economico - novembre 2020) che prevede un importo totale dell’investimento pari a € 187.301.420,62), dov’è il raffronto costi/benefici che ne dimostrerebbe l’economicità?

Nella realizzazione delle strade, per ridurre i danni e l’impatto, è usuale realizzare gallerie a tratti di 1000/2000 mt, ove possibile, nel caso della variante, non vedo cosa impedisca di realizzare gallerie da san Bernardo al Dosso e, con i risparmi, si potrebbe prolungare la variante fino a Lovero, eliminando lo svincolo del Campone che immette il traffico veicolare in strada ripida e che presenta dei tratti critici tra Campone e Lovero (come da tracciato pro-iter del 2004.

Anas deve dimostrare che la soluzione ora proposta è la più conveniente per l’interesse pubblico, rispetto alle soluzioni in galleria o a lato Adda. Queste soluzioni alternative che, sulla base di considerazioni (da documentare) non sarebbero, secondo Anas praticabili per cui, essa ritiene inevitabile il maggior costo sia in termini economici che di danni e pericoli per il territorio. Anas deve anche dimostrare che ha titolo idoneo e poteri speciali per soprassedere a norme vigenti, prescrizioni pubblicate (con riferimento sempre alla Gazzetta ufficiale, n 237 del 11 ottobre 2018) e leggi vigenti, oppure ci troveremmo in presenza di illeciti amministrativi di competenza della Procura della Repubblica e/o della Corte dei conti.

Progetto esecutivo. Problematiche ambientali
Il tracciato previsto comparta danni significativi all’ambiente e al paesaggio; lo dimostrano le prescrizioni contenute nel Parere ambientale regionale, cui il progetto esecutivo avrebbe dovuto essere adeguato che cita: non ha adeguatamente considerato le interferenze del progetto con il disegno della rete ecologica approvato nel 2009 che ha come scopo la garanzia dei livelli di connettività ecologica necessari per la conservazione della biodiversità. Tutto questo visto che il progetto interessa il corridoio primario dell'Adda e l'elemento di secondo livello denominata "fascia boscata del Pedemonte del versante orientale valtellinese tra tirano e Grosio".

Impatto sull'agricoltura. C'è poi la componente relativa all'erosione del terreno agricolo, in particolare di quello destinato a frutteto: 128.7000 metri quadrati su cui ovviamente non è ipotizzabile nessun tipo di mitigazione diretta. Il che si tradurrebbe, sulla base della stima eseguita, in 772 tonnellate all'anno di mele (con marchio Igp) in meno.

Paesaggio. L'impatto paesaggistico delle trasformazioni proposte risulta rilevante e il grado di incidenza paesaggistica del progetto, in relazione alla tipologia degli interventi (viadotto, rilevato, galleria artificiale) induce un mutamento paesaggistico significativo, tale da rendere la trasformazione sicuramente peggiorativa rispetto a quanto ipotizzato con il progetto originario del 2004 e, nel complesso, difforme dagli indirizzi di tutela definiti dalla Regione Lombardia per gli ambiti interessati. Il parere della regione recita: le misure di mitigazione proposte non risultano sufficienti per ridurre a livelli accettabili l'impatto complessivo dell'opera sul sistema territoriale e ambientale. occorre quindi definire ulteriori specifici interventi di mitigazione e compensazione, da sviluppare nelle successive fasi di approvazione ed eventualmente in sede di progettazione esecutiva.

Progetto esecutivo: redatto senza le modifiche richieste dalle prescrizioni

Il progetto esecutivo è stato redatto senza modifiche non recependo di fatto le prescrizioni ambientali, adducendo motivazioni inaccettabili, non supportate da dati oggettivi. Attualmente il "progetto esecutivo", al Minstero dell'ambiente per il parere di competenza, prevede l’esproprio di 128.700 mq di terreni, mentre un tracciato in galleria eviterebbe il consumo di suolo agricolo e, visti i costi di gallerie realizzate, si conseguirebbe anche un risparmio. Si auspica che il Ministero richieda l'effettivo adeguamento del tracciato alle prescrizioni di cui alla Gazzetta ufficiale.

Riporto quanto citato nella “relazione di ottemperanza alle prescrizioni Cipe” del progetto esecutivo (aa -elaborati generali-relazione di ottemperanza alle prescrizioni Cipe-aa15 -T00EG00GENRE04).

Prescrizione 1.2.1.6: date le criticità territoriali e ambientali (in particolare la rilevante frammentazione di ecosistemi agroforestali), sia ulteriormente affinata la valutazione della possibilità di realizzare maggiori tratti in galleria naturale – tendenzialmente avvicinandosi alla originaria soluzione progettuale [2004] – anche attraverso un più dettagliato bilancio dei costi delle opere di mitigazione e compensazione ambientale necessarie a fronte della soluzione ora proposta (Regione Lombardia).

Ottemperante (Anas): in sede di redazione del progetto esecutivo, in ottemperanza al quadro prescrittivo emerso a conclusione della procedura approvativa di legge obiettivo (allegato 1 alla delibera Cipe del n.29 del 21/03/2018), si segnala che è stata valutata la possibilità di incrementare lo sviluppo in galleria dell’intervento. tuttavia, a seguito di un’analisi dei costi e dei benefici derivanti da una scelta di questo tipo, si è optato per non procedere a modificare il progetto in tal senso soprattutto alla luce dei maggiori oneri economici che ne sarebbero derivati.

Prescrizione 1.2.1.8 si individuino e perseguano miglioramenti progettuali atti a ridurre la frammentazione del territorio agricolo nel tratto di circa 1 km a monte della località san bernardo, rispetto al rapporto tra la nuova viabilità e la riqualificazione di quella esistente (Regione Lombardia).

Ottemperante: è stato ridisegnato il collegamento stradale tra la località san Bernardo e Stazzona anche ottimizzando la rete stradale di livello inferiore limitrofa. Vedere allegati: progetto stradale capitolo d.

Prescrizione 1.2.1.9 valutare la possibilità di spostare il tratto della nuova strada in progetto tra la rotatoria di stazzona e la contrada s. bernardo posizionandola più a ridosso dell'attuale strada provinciale (stazzona-tirano) fino ad inglobarla (comune di Villa di Tirano).

Ottemperante: non è stato possibile operare modifiche così ingenti in sede di redazione del progetto esecutivo in argomento, essendo ormai già state concluse le procedure autorizzative e definiti compitamente gli importi dell’intervento. tuttavia, come evidente dal raffronto con il progetto definitivo approvato con delibera Cipe n.29 del 21/03/2018, si è provveduto a modificare la viabilità di ricucitura della via Svandana – via san Bernardo portando in adiacenza all’infrastruttura in progetto il nuovo asse secondario, determinando, in tal modo, una notevole riduzione dell’uso del suolo e una minore interferenza con gli impianti irrigui della zona. vedere allegati: vedere progetto stradale, elaborati da002 e capitolo dc-1.

2.2.1.6 – Considerazioni. Dov’è l'analisi dei costi? Dal raffronto di vari tracciati in prevalenza in galleria risulterebbe che costano meno di questo tracciato che devasta il territorio. Ecco la risposta dei progettisti alla prescrizione a tutela dell’ambiente:

Ottemperante: si segnala che è stata valutata la possibilità di incrementare lo sviluppo in galleria dell’intervento. Tuttavia, a seguito di un’analisi dei costi e dei benefici derivanti da una scelta di questo tipo, si è optato per non procedere a modificare il progetto in tal senso soprattutto alla luce dei maggiori oneri economici che ne sarebbero derivati.

Si sostiene, di fatto, che non si ottempera alla prescrizione a causa dei “maggiori oneri economici che ne sarebbero derivati”, come se la mancata ottemperanza a prescrizioni ambientali con danno ambientale sia giustificabile sulla base di mere ragioni di risparmio economico; inoltre, negli elaborati del progetto esecutivo non è presente la soluzione alternativa con tracciato in galleria con computo metrico estimativo, dalla quale si possano documentare gli ipotizzati “maggiori oneri economici.

Nel progetto pro-iter del 2003/2004 erano previste tre gallerie naturali, due (il Dosso, di lunghezza complessiva di 2044m, all'interno di formazioni metamorfiche costituite prevalentemente da micascisti e gneiss e Cologna [dopo il Campone verso Lovero], di lunghezza complessiva di 1998 m ...) si collocano sull'asse che congiunge lo svincolo di Tirano con quello di Lovero. La galleria Dosso era lunga 2044 mt, senza parte "artificiale" e senza la trincea, a breve distanza dal Castello, quindi senza devastazioni al Dosso. Si torni a questa soluzione, come da prescrizione ambientale regionale, visto che il progetto iniziale prevedeva la galleria da Tirano sud al Campone.

Nella planimetria sopra è indicata GALLERIA lunga 2 km, come già previsto nel progetto ANAS del 2003, che eviterebbe notevole danno ambientale al Dosso di Tirano.

La galleria Dosso di 2044 m è un intervento similare alla galleria di Castelbello, per cui è verosimile, come già visto, che abbia un costo inferiore al tracciato in progetto. I maggiori costi delle gallerie nel progetto pro-iter, del 2003/2004, erano dovuti alla galleria Cologna (dopo il Campone), molto più costosa, in quanto in conoide di deiezione, costituito da materiale incoerente: depositi costituiti prevalentemente da ghiaie sabbioso limose.

Rispettando la prescrizione n. 1.2.1.6, si avrebbe un verosimile notevole risparmio, una strada più sicura agli effetti del pericolo di gelo, evitando anche possibili imprevisti con allungamento dei tempi per possibile esondazione del torrente della val Tigozzi o ritrovamenti archeologici (per una tangenziale urgente e necessaria).

La Corte costituzionale (sentenza n. 210 del 22.10.1987) ha stabilito che l’ambiente è configurato come un diritto fondamentale della persona ed interesse fondamentale della collettività. la direttiva 2004/35/Ce in merito alla riparazione del danno ambientale afferma che la prevenzione e la riparazione di tale danno, nella misura del possibile, contribuiscono a realizzare gli obiettivi ed i principi della politica ambientale comunitaria, stabiliti nel trattato. l'allegato II della dir. 2004/35/Ce, relativo alla “riparazione del danno ambientale”, prescrive la riparazione venga conseguita riportando l’ambiente danneggiato alle condizioni originarie tramite misure di riparazione primaria, che sono costituite da qualsiasi misura di riparazione che riporta le risorse e/o i servizi naturali danneggiati alle o verso le condizioni originarie.

La variante alla ss 38 può essere realizzata in difformità dalle prescrizioni ambientali?

Siamo di fronte ad una ipotesi che appare di dubbia legalità: si arreca danno ambientale per un presunto e ipotetico, ma non documentato, risparmio economico.

2.2.1.8 - Ottemperante: è stato ridisegnato il collegamento stradale tra la località san Bernardo e Stazzona.

Considerazioni: la prescrizione cita: 1 km a monte della località san Bernardo; rispondono di aver fatto delle modifiche tra la località san Bernardo e Stazzona, il tratto indicato si trova invece a valle della località san Bernardo. Nel tratto di 1 km a monte della località san Bernardo il tracciato in rilevato occupa circa 28.000 mq di territorio in fascia a del Pai (piano assetto idrogeologico) tra san Bernardo e Ganda, aumentando il rischio idraulico.

2.2.1.9 - la prescrizione è del 2011 perché non si è modificato il tracciato risparmiando territorio?

Considerazioni: si afferma: essendo ormai già state concluse le procedure autorizzative e definiti compitamente gli importi dell’intervento spostare il tracciato a lato adda e inglobare la sp. 24 comporterebbe un sensibile risparmio economico sui lavori e risparmio di occupazione di terreni agricoli. Mi sembra inaccettabile la motivazione: non si rispetta una prescrizione perché essendo già definiti gli importi non si potrebbe risparmiare quattrini pubblici.

Spostando il tracciato a lato Adda, inglobando la Sp 24 nel tratto tra la rotonda di stazzona e la rotonda ganda (con viadotto nella zona a del Pai), si avrebbe un risparmio di occupazione di suolo di ca 60.000 mq; il danno alle aziende e all'occupazione sarebbe lieve, occupando terreni a lato Adda, di scarsa produttività, e senza dividere in due le aziende con il risultato di ritrovarsi dei reliquati incoltivabili, con un notevole risparmio per l’ente pubblico anche sugli indennizzi da corrispondere, considerato che la strada passa a pochi metri dall’edificio dell’azienda Paganini, prevedendo un muro di sostegno del rilevato lungo 114 mt e alto 8 mt.

Non si comprende come mai, nel progetto esecutivo, il tracciato non sia stato adeguato alle prescrizioni di cui al parere ambientale regionale espresso nel 2011 e alla delibera Cipe n. 29/2018 del 21/03/2018.

Dal momento che il Ministero dell’ambiente nel parere: prescrive che il proponente trasmetta aggiornamento del progetto esecutivo secondo le prescrizioni di cui sopra prima dell’aggiudicazione dell'appalto (delibera Cipe 29/2018- a cui il tracciato non è mai stato adeguato), non si comprende la legittimità dell’operato di Anas che ha appaltato i lavori prima della pronuncia del Ministero dell'Ambiente (appalto denominazione: mi 184/20 – codice Cig: 8567387f65) e se sia lecito appaltare dei lavori difformi dalle prescrizioni ambientali.

Il tracciato, nel progetto pro-iter nel 2004, era stato previsto a distanza dall’Adda e in mezzo ai frutteti in quanto, come cita l’elaborato di progetto definitivo “ambiente, paesaggio e territorio – studio di incidenza – relazione tecnica” pag. 42: oltre Stazzona la nuova strada verrà realizzata tutta in rilevato; da considerare che per i primi 1200 m circa il rilevato corre in affiancamento all’alveo del fiume dalla quale è diviso tramite l’attuale strada arginale. Dopo tale distanza il rilevato si allontana per evitare alcune abitazioni presenti lungo la direttrice e per poter avere la collocazione ottimale per il posizionamento delle opere relative allo svincolo di Tirano, che dà accesso al ponte Adda 2

La motivazione “per evitare alcune abitazioni” è erronea in quanto tra il tracciato previsto e l’Adda non vi sono abitazioni, inoltre la motivazione: per poter avere la collocazione ottimale per il posizionamento delle opere relative allo svincolo di tirano, che dà accesso al ponte adda 2, non ha attualmente alcun senso in quanto lo “svincolo di Tirano” nella revisione del progetto è stato eliminato e sostituito da una rotonda a raso. pertanto le motivazioni che giustificavano l’attuale tracciato, in zona pericolosa per gelo e piene dell’Adda, non sono più valide, per cui l’attuale tracciato dispendioso e pericoloso è immotivato alla luce delle varianti già attuate al progetto del 2004; non vi è alcuna ragione perché il tracciato passi in mezzo al territorio con alti costi di esecuzione , mitigazione e indennizzi per gli espropri.

Stesse motivazioni insussistenti sono ribadite anche nella relazione del p.e. che cita (da relazione generale - progetto esecutivo): la tratta in oggetto inizia con la rotatoria di Stazzona che verrà realizzata tutta in rilevato. a partire dalla rotatoria citata, il tracciato per circa 2 km, si colloca anch’esso in rilevato avente un’altezza media di circa 5 m per i primi 1400 m e di circa 7-7.5 m per il rimanente tratto. da considerare che per i primi 1400 m circa il rilevato corre in affiancamento all’alveo del fiume dal quale è diviso tramite l’attuale strada arginale. dopo tale distanza il rilevato si allontana dall’alveo per evitare alcune abitazioni presenti lungo la direttrice e per poter avere la collocazione ottimale per il posizionamento delle opere relative allo svincolo di Tirano.

Problematiche in comune di Tirano

  Notevole pericolosità per il gelo del tracciato tra la località san Bernardo e il Dosso. Un rischio che si concretizzerebbe se il tracciato rimanesse ai piedi della montagna, come previsto del progetto del 2009, in quanto la zona a monte, poco soleggiata, è soggetta a gelate improvvise. Il tracciato della variante ss 38 se spostato a lato dell’Adda o in galleria sarebbe più sicuro. Con il progetto attuale il pericolo di incidenti per il ghiaccio si avrebbe tra la località san Bernardo e il Dosso, circa 2 km. L’errata scelta del tracciato potrebbe causerebbe sinistri e vittime per il fenomeno della strada ghiacciata. In inverno la zona ai piedi della montagna resta in ombra, ed è soggetta a ghiacciarsi improvvisamente i pericoli derivanti dal gelo sono documentati, pertanto cosa succederebbe se la nuova ss38 passa in questa zona considerato l’aumento esponenziale di traffico costituito anche da tir e pullman, con strada in discesa?

Devastazione conoide di Ganda. In località ganda il tracciato e la rotonda sono previste nel conoide, zona che in base alla cartografia idrogeologica può essere oggetto di esondazione, con possibile trasporto di detriti provenienti da frane di versante. appare illogico prevedere strada e rotonda su rilevato in una zona di possibile esondazione.

Ingresso inadeguato a “Tirano centro”. Il progetto esecutivo prevede l’ ingresso a Tirano da via argine del Poschiavino, dove c’è un passaggio a livello a imbuto, in fondo alla zona industriale , che dice Legambiente nel parere allegato alla delibera regionale n vii/17169 del 16/04/2004 b3 comma 6 : immettendo il flusso veicolare verso una zona industriale che non mostra buone qualità, contrasta anche con le ambizioni turistiche della città di tirano. essendo stata eliminata la bretella tratta c - verso la svizzera, l’ingresso a Tirano risulterebbe opportuno realizzarlo da via dell’artigianato, dove c’è un adeguato sottopassaggio della ferrovia, realizzando il nuovo ponte in direzione di via dell’artigianato, in modo che la tangenziale sia funzionale anche da e per l’alta valle a chi proviene dalla svizzera/tirano sud/stazione. L’ingresso a Tirano centro è previsto da via argine Poschiavino, con passaggio a livello a imbuto, invece di prevedere l’ingresso da via dell’artigianato (sottopasso esistente).
Da Ganda al Dosso: previsto rilevato con terre armate alto fino a 20 mt, con notevole impatto ambientale.
Galleria artificiale Dosso: si prevede lo scavo dell’area, la realizzazione di galleria e successivo reinterro, con danni ai frutteti e il rischio di ritrovamenti archeologici (è noto che gli antichi nuclei abitati erano difficilmente realizzati nel fondovalle), con conseguente allungamento di anni dei lavori (quelli della ss42 a Capo di ponte in Valcamonica sono durati 19 anni).
·Trincea tra Dosso 1 e 2, a breve distanza dal Castello di Tirano, a 180 mt dal Castello è prevista una trincea larga 30 mt (vedasi prescrizione g.u. n 1.5.3.1).

Problematiche in comune di Villa:

Rotonda di Stazzona a raso . La rotonda prevista a raso è inadeguata causerebbe rallentamenti al traffico della tangenziale e disagi alla viabilità locale per i collegamenti intercomunali costituiti da mezzi agricoli lenti e per il passaggio dei pedoni. dagli elaborati appare inoltre interrotta la pista ciclabile ciclovia dell’Adda, che necessita di un percorso che non comporti l’attraversamento della trafficata ss38, per evidenti ragioni di sicurezza. la rotonda a raso comporterebbe anche aumento di traffico proveniente e diretto ad aprica nell’angusta strada a tornanti che attraversa il borgo di Stazzona, causando pericolo per i pedoni, e danni per smog e rumore alle abitazioni a ridosso della strada, stretta e pericolosa nella quale il traffico va disincentivato. per cui sarebbe opportuno la ss38 bypassi la viabilità esistente con sottopassaggio (oppure con viadotto), per non accentuare pericoli e disagi. progetto esecutivo: non si vede il collegamento pista ciclabile (la pista ciclabile lungo il fiume adda, collega Bormio a Colico con un percorso lungo 114 km) né passaggio pedonale.

Occupazione fascia A del Piano di assesto idrogeologico. Il tracciato attuale invade, tra Stazzona e Ganda, la pericolosa fascia a del Pai attenuando sensibilmente le difese idrauliche, non rispettando le norme vigenti in merito a tali zone. occupazione con rilevato area di esondazione, fascia a del Pai. l’area dove passa il tracciato in progetto in rilevato stradale zona a monte di san Bernardo, in sinistra idraulica, è sita in fascia a del Pai, soggetta ad esondazione tempo di ritorno 20 anni, con il rilevato in progetto si riduce la cassa di espansione di 28.000 mq. che il tracciato in località san Bernardo, sia opportuno spostarlo in galleria, è stato richiesto anche da Legambiente - cita il parere ambientale di Regione Lombardia del 2004 (delibera. n VII-17169 seduta del 16/04/2004, pag. 31/32) – osservante: Legambiente - sez. media Valtellina: punto 3. inserimento di una galleria in località san Bernardo, per evitare l’interferenza con la confluenza del Poschiavino nell’Adda; spostamento del tracciato verso la base del versante, con positivi effetti sulla fascia fluviale e sulle componenti ambientali in genere. anche il progetto esecutivo prevede l’occupazione della pericolosa fascia a del Pai, non prevedendo modifiche al tracciato nella zona in fascia a, seguendo lo stesso tracciato del progetto precedente. ma ammette possibili criticità: a pag. 59 - elaborato: fa01- progetto idraulico- fa - idraulica fiume adda. Lo stesso progetto esecutivo afferma: tale analisi volutamente non tiene in considerazione di possibili eventi catastrofici come l’alluvione avvenuta in Valtellina nel 1987 in quanto per eventi di tale portata, totalmente imprevedibili, le problematiche sarebbero di scala molto maggiore e diverse dal solo trasporto solido di fondo in alveo. Ritengo inaccettabile l’affermazione tale analisi volutamente non tiene in considerazione di possibili eventi catastrofici come l’alluvione avvenuta in Valtellina nel 1987 in quanto considerati i cambiamenti climatici gli eventi come quelli del 1987 vanno considerati a livello precauzionale in una zona già critica.

Rotonda di Stazzona a raso

La rotonda prevista a raso è inadeguata causerebbe rallentamenti al traffico della tangenziale e disagi alla viabilità locale per i collegamenti intercomunali costituiti da mezzi agricoli lenti e per il passaggio dei pedoni. dagli elaborati appare inoltre interrotta la pista ciclabile ciclovia dell’Adda, che necessita di un percorso che non comporti l’attraversamento della trafficata ss38, per evidenti ragioni di sicurezza. la rotonda a raso comporterebbe anche aumento di traffico proveniente e diretto ad aprica nell’angusta strada a tornanti che attraversa il borgo di Stazzona, causando pericolo per i pedoni, e danni per smog e rumore alle abitazioni a ridosso della strada, stretta e pericolosa nella quale il traffico va disincentivato. per cui sarebbe opportuno la ss38 bypassi la viabilità esistente con sottopassaggio (oppure con viadotto), per non accentuare pericoli e disagi. progetto esecutivo: non si vede il collegamento pista ciclabile (la pista ciclabile lungo il fiume adda, collega Bormio a Colico con un percorso lungo 114 km) né passaggio pedonale.

Si allegano le osservazioni inviate al Ministero dell’Ambiente dal geom. Santo Spavetti  nota di osservazioni del Geom. Santo Spavetti, acquisita al  prot. MATTM-105057 del  15/12/2020 e trasmessa a questa Commissione con nota MATTM-106495 del 18/12/2020 e acquisita al prot. CTVA-4336 del 18.12.2020 vedasi  PDF

 

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