TORNA IL VETRO A RENDERE

Intesa tra le maggiori associazioni di categoria del mercato italiano delle bevande consumate fuori casa. Meno plastica in discarica e risparmio energetico

E' stato siglato in queste settimane il Protocollo d'intesa che sancisce ufficialmente la nascita del progetto "Vetro indietro", un'iniziativa che riunisce allo stesso tavolo le maggiori associazioni di categoria del mercato italiano delle bevande consumate fuori casa, Italgrob - Federazione Italiana Grossisti Distributori Bevande - e Fipe-Confcommercio - Federazione Italiana Pubblici Esercizi -, Legambiente, l'associazione ambientalista italiana più diffusa sul territorio, tre aziende leader nel settore della produzione di bevande, alcoliche e non - Sanpellegrino, Peroni e Pago - e Savno, Servizi Ambientali Veneto Nord Orientale, il consorzio che da sette anni si occupa della gestione dei servizi di igiene ambientale nel trevigiano.

Obiettivo del progetto è la promozione del ritorno all'impiego di contenitori in vetro "a rendere" per le bevande destinate al canale Horeca - acronimo di Hotellerie, Restaurant e Café, il circuito che comprende tutti i consumi di alimenti e bevande effettuati fuori dalle mura domestiche.

Entro la fine dell'anno prenderà il via la prima fase della sperimentazione: un progetto pilota che coinvolgerà alcune città campione del Nord, del Centro e del Sud Italia, dove bar e pubblici esercizi introdurranno la vendita di bevande in "vetro a rendere" predisposte dai marchi aderenti. Il progetto prevede anche la stretta collaborazione dei consorzi di raccolta e smaltimento rifiuti delle città aderenti, cui spetterà il compito di fornire i dati sugli andamenti delle quantità di rifiuti prodotti. Coinvolto quindi anche Savno, gestore del ciclo integrato dei rifiuti urbani in 35 comuni nella Provincia di Treviso.

A dare il via alla sperimentazione sarà proprio la provincia di Treviso, con il comune di Conegliano Veneto come capofila, ma entro pochi mesi il progetto verrà esteso ad altre città, come Ancona e Salerno. In fase di trattativa è invece l'attivazione del progetto anche in alcuni quartieri di Roma.

I risultati che emergeranno da questa fase di sperimentazione serviranno per allargare il tavolo di lavoro coinvolgendo le istituzioni nazionali e comunitarie per uno sviluppo sostenibile ed una riqualificazione di tutto il canale dei consumi fuori casa

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