CERNOBYL, NUOVO STUDIO GREENPEACE MOSTRA RILEVANTE SOTTOSTIMA DELLE VALUTAZIONI UFFICIALI SUI DECESSI
Un nuovo rapporto di Greenpeace, con il contributo di 52 scienziati da tutto il mondo, rivela che le valutazioni ufficiali dell’impatto sulla salute della catastrofe di Cernobyl sono state largamente sottostimate dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea).
Sebbene permangano grandi incertezze sulle conseguenze globali di Cernobyl, l’Accademia delle Scienze russa stima che i tumori attribuibili a Cernobyl in Bielorussia siano circa 270 mila, di cui 93 mila fatali. Il rapporto inoltre conclude che, sulla base dei dati demografici, negli ultimi 15 anni circa 60 mila casi di morte in più si sono registrati in Russia e che le stime della mortalità totale in Bielorussia e Ucraina possono raggiungere altri 140 mila casi. Nel complesso quindi si tratta di un aumento di tumori mortali fino a 200 mila casi, registrati tra il 1990 e il 2004. Queste valutazioni contrastano con quelle del Forum Cernobyl dell’Aiea che prevede appena quattromila morti attribuibili all’incidente.
La pubblicazione del rapporto di Greenpeace cade nel ventesimo anniversario della catastrofe di Cernobyl, il 26 aprile, tema sul quale domani si terrà anche un convegno al Campidoglio, organizzato da Greenpeace, Wwf e Legambiente.
Il rapporto di Greenpeace illustra anche nel dettaglio il forte aumento delle malattie non tumorali, di cui le statistiche dell’Aiea non parlano mai. Per l’Agenzia sono stati quattromila i morti, senza specificare che questi si riferiscono al solo gruppo di 600 mila persone (i cosiddetti “liquidatori” e le persone rilocate dopo l’incidente), mentre l’impatto dell’incidente ha coinvolto con il suo fall-out circa 2 miliardi di persone. “E’ sconfortante che l’ Aiea stia sminuendo l’impatto del più grave incidente nucleare della storia” afferma Pippo Onufrio, direttore camapagne di Greenpeace, “Negare le implicazioni reali non è solo un insulto per le vittime ma porta anche a raccomandazioni pericolose, a rilocare le persone nelle aree contaminate; l’Aiea non può rimanere il controllore globale del nucleare se non ammette almeno che l’energia nucleare è responsabile di quelle vite segnate per sempre”.
Il rapporto sulle conseguenze sulla salute umana della catastrofe di Cernobyl è stato pubblicato assieme a una mostra fotografica, presentata da Greenpeace in trenta città del mondo (a Roma, presso l’Auditorium Parco della Musica dal 12 aprile al 14 maggio) visibile anche su www.greenpeace.it/cernobyl. “Le immagini servono a ricordarci che le vite umane sono più di un numero. Per ogni dato statistico c’è una persona che sta pagando un prezzo. Chiunque abbia dubbi sugli effetti dell’energia nucleare dovrebbe visitare la mostra per capire perché noi ci opponiamo” commenta Onufrio.
Greenpeace
gazzettadisondrio.it 20.4.2006