Sondrio. Via Ventina: che spettacolo! Lungo Mallero: che tristezza!

Lavori a spron battuto per lavori cruciali da farsi in 96 ore. Il ricorso

Treni fermi perchè a Sondrio si lavora sui binari. Su quelli del sottopasso di Via Ventina per allargarlo dopo 129 anni e, ad oggi, 61 giorni di vita, e su quelli del passaggio a livello del Lungo Mallero che aveva iniziato la sua lodevole attività, anche lui,  129 anni e 61 giorni fa.

Entrambe opere meritevoli per aumentare la sicurezza ferroviaria con soluzioni però diversamente valutabili. Se la prima non ha visto riserve la seconda ha registrato opposizioni in serie di vario tipo. Noi abbiamo ripetutamente espresso quelle di natura urbanistica, la grande assente nel valutare il tipo di opera da realizzare, in definitiva il mantenimento del passaggio veicolare. Altri hanno posto l'accento, anche questi giorni con gente che si reca là a seguire i lavori, sullo spreco di risorse dato che una pista ciclopedonale, non morta come questa ma addirittura corridoio strategico tra il Centro e il Parco Bartesaghi, c'è sull'altra sponda. Spreco per l'enorme cifra spesa (circa 550.000 €) per un sottopassaggino. Nè per loro conta il fatto che in parte ce li abbia messi la Ferrovia visto che è sempre Pantalone che deve pagare. In terzo luogo i residenti che hanno fatto sul serio. Ma andiamo per gradi.

Via Ventina
Spettacolo per nottambuli in Viale dello Stadio a Sondrio. In uno scenario tecnologico con zona illuminata a giorno, anzi più ancora che a giorno, due potenti gru alle prese con le nuove travate già predisposte nel cantiere attiguo, su quello che normalmente è il parcheggio antistante il sottopasso. Uomini al lavoro e, fra l'altro, quasi in religioso silenzio. Passano le auto, qualcuno si ferma, scende, va a vedere.  C'é anche chi estrae di tasca il cellulare – quello strano strumento che una volta serviva solo per telefonare o ricevere telefonate mentre ora il telefono è una cosa marginale e si è solo in attesa che ci dia anche gli spaghetti olio, aglio e peperoncino o, meglio, qualche sciat – e scatta una serie di fotografie. Dicono che il cronoprogramma è pienamente rispettato e non c'era da dubitarne perchè nei lavori le Ferrovie, ne va dato atto, sono molto 'svizzere'. Poi il raccordo con il settimo ponte, bello anche se il guardrail sembra il frutto di una dimenticanza, ossia del fatto che gli automobilisti che si immettono nella strada devono avere anche la visibilità. E così ecco le modifiche a posteriori anche perchè di compiere una verifica del e sul piano della mobilità pare non sia venuto in mente a nessuno.
Più traffico dal VII° ponte?
Qualcuno residente oltre Mallero verso oriente teme l'intensificarsi del traffico, oltre a tutto a scorrimento veloce. Immaginiamo che ci abbiano pensato e quindi attendiamo le risposte del Comune anche magari sul piano della mobilità che modifiche rilevanti, di fatto, le dovrebbe avere per conseguenza delle nuove opere. Basti pensare che ogni auto che abitualmente sino a ieri proveniva da monte seguendo il Lungo Mallero Cadorna proseguendo per il PM e poi per Via Torelli e che domani dovrà aggirare l'ostacolo o per i due nodi semaforici e le due conversioni su Via Mazzini e su Via Moro (in alternativa la rotonda, Viale dello Stadio, nuovo sottopasso, settimo ponte) è soggetta ad un incremento annuo di percorrenza di 150 km. Cosa sono? Sono 15mila grammi di CO2, quasi 100mila cal scaricate in atmosfera da una sola auto per via dell'allungamento del percorso. Moltiplichiamolo poi per il numero di auto oggi a percorso deviato... Se la vedano gli ambientalisti, se ce ne sono ancora in città visto il loro silenzio totale su questi, ed altri, problemi.

Lungo Mallero
Dallo spettacolo allo scenario triste. Il buco, completato rispetto all'anteprima fotografica che avevamo pubblicato, è di una eloquenza unica. Chiunque può vedere come il passaggio dei veicoli, leggeri, sarebbe stato possibilissimo. Due raccolte di firme, interventi dei consiglieri, azioni del Comitato, progettazioni alternative, tutto inutile. Sic et simpliciter.

Questione del papiro.
Sic et simpliciter, appunto. Nella goliardia tradizionale che affonda nella notte dei tempi ogni matricola, ovvero lo studente al primo anno dell'Università, doveva avere oltre al tesserino anche il “papiro”. Si trattava di una specie di pergamena che doveva avere una serie di contenuti obbligatori in disegni, scritte e via dicendo. Quasi nessun papiro era completo per cui il malcapitato doveva pagare pegno. Nel rarissimo caso che tutto fosse a posto l'anziano prendeva la pergamena tra pollice e indice e la lasciava andare e siccome ovviamente finiva a terra si volgeva agli astanti dicendo “avete visto: non vola!”. Trovato quindi il difetto per far pagare pegno, sia pure minore. Lo stesso per il sottopasso veicolare del Lungo Mallero. Qualsiasi argomento venisse portato “non volava” e quindi il niet senza alcuna spiegazione quantomeno sotto il profilo urbanistico. In merito avevamo svolto dettagliate considerazioni, non V° Vangelo ma confrontabili. Non è stato possibile perchè non vi è stata nessuna replica,  non per scelta ma per impossibilità di contestazione. Il concetto di “gronda”, la mancanza di rivalutazione del Piano di mobilità non avevano possibilità alcuna di controdeduzioni. Basta andare su alla Colombera e guardare giù.
La soluzione scelta doveva, comunque e quantunque essere quella, punto e basta.
Il papiro aveva il difetto di non essere capace di volare.
Triste.

Il ricorso al Capo dello Stato
Ad oggi non si conosce il contenuto del voluminoso ricorso straordinario al Capo dello Stato, lo strumento giuridico scelto dai legali dei residenti a sorpresa quando ci si aspettava o ricorsi al TAR, tempi permettendo, o ex art. 700. I residenti dopo aver spiegato che il progetto della pista ciclabile provoca loro un grave danno patrimoniale in quanto limita le possibilità di accesso a box, magazzini, laboratori, area edificabile hanno aggiunto il 'no comment' essendo la cosa in mano agli avvocati. A sua volta un bel tacer non fu mai scritto anche per il Comune di Sondrio. Solitamente prodigo di informazioni e comunicati stampa il Comune questa volta non ha commentato, anzi non ha nemmeno comunicato di avere ricevuto tale ricorso, pur essendo trascorse dalla notifica ufficiale qualcosa come circa  tre settimane, a detta dei residenti.

Ci guardiamo bene dall'entrare, o raccogliere voci al riguardo – in altri aspetti che non siano quelli urbanistici, quelli di carattere generale che dovrebbero interessare la generalità dei cittadini. Ricapitoliamo quindi quanto già accennato sulla base di un commento aggiornato di un legale locale – però non professionalmente coinvolto – a un capannello di persone nei pressi dell'interruzione del P.L. Spiegava cos'è il ricorso al Presidente della Repubblica e il suo iter. Ora il ricorso è al Consiglio di Stato che istruisce al pratica posto che risulti ammissibile. In tal caso, la richiesta di sospensione dei lavori risulta prioritaria.
--- 1. Potrebbe essere accolta se emergesse che la prosecuzione comporta pregiudizio definitivo. Poteva essere questo il caso se la decisione fosse intervenuta prima dei lavori a ferrovia interrotta.
--- 2. Diventa probabile, a giudizio del commentatore, il non accoglimento per due ragioni possibili. Decidendo nel merito i ricorrenti nel caso potrebbero vedere sì riconosciute le loro ragioni ma senza bisogno di sospendere i lavori per due possibilità avanti a loro che non verrebbero pregiudicate dalla continuazione dei lavori a rischio e pericolo di chi li fa. La prima soluzione è quella che, ove acclarata la menomazione dei loro diritti, venisse deciso a loro favore un indennizzo patrimoniale. La seconda soluzione è quella dell'accoglimento del ricorso con obbligo di rimettere in pristino la situazione, in questo caso e in altri termini eliminando la pista ciclabile.
Improbabile quindi secondo il legale la sospensione, la pratica ha il suo svolgimento naturale.

Conclusione. Quanto?
Se il ricorso è giudicato ammissibile e se non interviene la sospensione lavori si seguono procedure e tempi.
--- 1. Se i residenti hanno torto fine della vicenda.
--- 2. Se hanno ragione  gli atti vengono annullati e – questo lo aggiungiamo noi – ne viene un bel 'casotto', salvo ricerca di intesa da parte del Comune. Difficile seguire la seconda alternativa esposta dal legale di un ripristino perchè in questo caso significherebbe aver speso almeno 546.651 €uro per un sottopaggino solo pedonale (!!!) con immaginabili polemiche di “spreco” e simili. Più probabile la ricerca di intese sugli indennizzi. Fosse vero quanto sosteneva un tecnico presente nel capannello citato, non sarebbero comunque cifre di poco conto quelle destinate ad aggravare il costo complessivo di un'opera triste.
GdS
 

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