DDL CONSUMO SUOLO, TROVATO ACCORDO TRA MINISTERO E REGIONI (E oggi, 16 XI) il Governo l'ha approvato in via definitiva. Le linee principali

E nostra nota sull'applicabilità della norma (A Sondrio si)

Trovato l'accordo tra Stato e Regioni, sbloccato il testo del disegno di legge contro il consumo di suolo. Un testo che, alla prima lettura delle bozze circolate, appare molto modificato rispetto alla versione licenziata dal Consiglio dei Ministri il mese scorso. E i miglioramenti, secondo Legambiente, sono molto positivi, a partire dalla definizione di suolo, dichiarato bene comune e come tale tutelato nel suo stato di fatto.

"I tavoli tecnici della Conferenza Unificata tra Stato e Regioni hanno prodotto un testo sensibilmente migliorato, che ci permette di esprimere un primo giudizio molto positivo sul ddl - dichiara Damiano Di Simine, responsabile suolo di Legambiente - ci sono ancora margini di miglioramento, che non mancheremo di segnalare nel corso dell'istruttoria parlamentare".

Risolti molti dei dubbi circa la praticabilità e l'efficacia della proposta iniziale del Governo, ora la responsabilità di un percorso preferenziale per l'approvazione della legge compete al Parlamento, dopo l'approvazione in Conferenza Stato - Regioni.

Nostra nota

In Francia non c'é Ministro, o quasi, che non stia facendo o abbia fatto il Sindaco, da Parigi, Marsiglia fino a sperduti comunelli tra Mare del Nord e Mediterraneo. Una delle componenti dell'efficacia dell'azione della Pubblica Amministrazione francese é il bagno di umiltà dei suoi dirigenti, non importa di qual colore politico, che alimentano la loro ascesa con l'esperienza sul campo. Da noi é diverso. Ne é una prova il discorso sui Comuni. Se la Francia funziona bene con oltre 36.000 Comuni e noi no con soli 8086 vuol dire che il problema non sta nel numero ma nell'organizzazione. Si discetta a tavolino, si varano i provvedimenti, talvolta anche virtuosi ma con il limite di essere varati senza porsi il problema dell'applicabilità.

Ecco che dopo discussioni e discussioni l'intesa é trovata tanto che si dice, anzi si scrive, "Risolti molti dei dubbi circa la praticabilità e l'efficacia della proposta iniziale del Governo" e si riesce a varare un provvedimento a nostro avviso inapplicabile.

Punto fondamentale é stabilire la quantità di suolo ancora utilizzabile. Vi immaginate come sia facile dire quanti dei 30.134.000 ettari del territorio italiano siano da considerare tuttora utilizzabili. Stabilito dalla Banca d'Italia - che oggi pare essere il Gran Suggeritore - che di questi l'utilizzabile é pari a x ha. bisogna ripartire questo dato fra le Regioni. Poi ognuna di questa fra le Province. Poi da queste ai Comuni (Per Sondrio facile scegliere dove evitare di consumare territorio: gli 80.000 mq che un anacronistico Piano di Governo del Territorio ad est destina ad area produttiva galleggiante sulla falda). Le beghe, e i ricorsi al TA, non si conteranno. Presumibilmente una ipotesi ragionevole per la conclusione di questo iter può essere quella di una data intorno agli anni 20. Non del 2020, s'intende, ma del 2120.

GdS

16 XI Varo definitivo

Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva, dopo aver acquisito il parere favorevole della Conferenza unificata, il disegno di legge per la valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo. L'opportunità dell'intervento è quanto mai attuale alla luce dei gravissimi fenomeni alluvionali degli ultimi giorni.

Il DDL, proposto dai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali, per i beni culturali e dello sviluppo economico-infrastrutture, dispone il divieto di mutamento di destinazione per almeno 5 anni per le superfici agricole che hanno ricevuto aiuti di Stato o comunitari. Il provvedimento persegue inoltre la finalità di valorizzare la superficie agricola, oltre che lo scopo di promuovere l'attività agricola che su di essi si svolge o potrebbe svolgersi, al fine di impedire che il suolo venga eccessivamente "eroso" e "consumato" dall'urbanizzazione e di favorire con il recupero di nuclei abitati rurali.

La salvaguardia della destinazione agricola dei suoli e la conservazione della relativa vocazione naturalistica rappresentano un obiettivo di primaria importanza, soprattutto alla luce dei dati statistici acquisiti, dai quali risulta la progressiva "cementificazione" della superficie agricola nazionale.

Il disegno di legge mira, pertanto, a garantire l'equilibrio tra i terreni agricoli e le zone edificate o edificabili, ponendo un limite massimo al consumo di suolo e stimolando il riutilizzo delle zone già urbanizzate. Fissando, a livello nazionale, l'estensione massima di superficie agricola consumabile, si salvaguarda infatti la destinazione agricola dei suoli. Il mantenimento dell'attività agricola inoltre consente di poter gestire il territorio e contribuisce a diminuire il rischio di dissesti idrogeologici, tutelando così non solo il nostro paesaggio ma anche la nostra produzione agricola. Per tale scopo si prevede la destinazione dei proventi derivanti dai titoli abilitativi edilizi e dalle sanzioni riscosse ad interventi di realizzazione delle opere di urbanizzazione, primaria e secondaria, nonché per la qualificazione dell'ambiente e del paesaggio anche ai fini della messa in sicurezza delle aree esposte a rischio idrogeologico. È importante ricordare che l'Italia non è autosufficiente dal punto di vista della produzione agricola e quindi più suolo si consuma e meno è sicuro il nostro territorio e più grande è il deficit alimentare del nostro Paese.

Territorio