UNA RISTAMPA, O MEGLIO UNA RIEDIZIONE DEL LIBRO DI GIUSEPPE SONGINI "ACQUE MISTERIOSE" (e nota)

L'arch. Giancarlio Bettini, il famoso "Polentone controcorrente" ha inviato l'articolo che segue. Noi abbiammo aggiunto una nota con qualche notizioa non certo a tutti conosciuta.

Dal giornale "La Provincia di Sondrio" ho appreso che nel pomeriggio, alle 18 di mercoledì 5 dicembre, nella sala delle acque del BIM, ci sarebbe stata la presentazione del secondo libro di Giuseppe Songini dal titolo "Acque misteriose". A quell'appuntamento non potevo mancare ed i lettori, più avanti, ne capiranno il motivo. In forte anticipo sono arrivato nella sede dell'Ente e subito ho incontrato il collega Dario Benetti. Ho acquistato copia della riedizione del libro in oggetto ed ho notato, sulla fascetta rossa che abbraccia il volumetto, la scritta "Il libro che volevano bruciare". Ho affrontato l'architetto e gli ho chiesto "scusa Dario, questa nuova edizione è stata stampata su carta ignifuga? Se no rischieresti un nuovo incendio". Dario ha sorriso e si è avviato al tavolo dei relatori.

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Alla prima uscita del libro di Songini lo stesso Songini mi ha telefonato. Ci siamo dati appuntamento per l'incontro in un bar di Piazza Basilica a Madonna di Tirano. Puntuale l'ho visto arrivare con una copia del suo libro fresco di stampa. "Te lo regalo" mi ha detto sorridendo. Sfogliando il lavoro di Giuseppe mi è venuta la voglia di abbracciarlo, di ringraziarlo per il risultato della sua precisa ricerca contro lo sfruttamento di maggior quantità di acque da parte dell'A.E.M. di Milano.

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E' giunto il momento di spiegare ai lettori il motivo della mia voglia di assistere alla presentazione della riedizione del libro di Songini.

Anno 1995. Con l'amico Alberto Frizziero siamo con le spalle al muro in un aula del Tribunale di Sondrio. Eravamo stati accusati dall'A.E.M. meneghina di associazione a delinquere. Da tempo mi dedicavo ad una rubrica su Centro Valle titolata "L'ingenuo Polentone Controcorrente." Direttore del settimanale era Alberto Frizziero. Avevo suggerito all'A.E.M. di prestare attenzione sul rilascio delle acque nel fiume Adda. L'allerta era in concomitanza, o successiva, ai fatti avvenuti in Alto Adige: l'esplosione dei tralicci. A quei tempi vigeva, in caso di associazione a delinquere, il processo immediato. Avevo trascinato Frizziero in tribunale, quale Direttore del settimanale citato. Abbiamo incaricato due legali per la difesa di noi convenuti. Al processo il Giudice era una donna dal cognome Rossi, emiliana. Questa donna, che non cesserò mai di ringraziare, ha emesso una sentenza che nessun valtellinese avrebbe scritto. Siamo stati assolti con formula piena ed il Giudice si è espressa all'incirca in questo modo " i convenuti non hanno commesso alcun reato, anzi hanno cercato di salvare le loro acque dagli assalti degli sfruttatori, si sono comportati da veri valtellinesi". Grazie sig.ra Rossi, grazie ancora.

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Ritorno alla presentazione del libro a Sondrio. L'ultimo relatore è stato l'economista Marco Vitale, un amante della Valtellina dove ha quattro mura, forse a Bormio. Ottimo il suo intervento, per me sublime per il motivo che ha letto una parte della sentenza di assoluzione di Songini e Benetti nella causa promossa dall'A.E.M. Mi sembrava di risentire il Giudice Rossi, la sua sentenza nei miei riguardi.

Tirano, 6 dicembre 2012 Giancarlo Bettini

L'amico Polentone ricorda un passaggio che é stato anche più complesso per via dei tentativi dell'AEM di trovare il miodo di intenderci onde poi ritirare la querela contro di noi. Buon testimone l'amico Castellini allora alle dipendenze dell'AEM che era stato inviato da me per chiudere la vicenda. La mia risposta era stata negativa perché dicevo in un momento in cui il clima emotivo era fortissimo, specie contro l'AEM, che andare a processo portava a due risultati comunque soddisfacenti. Se condannato diventavo un martire perché é evidente che la querela si riferiva sì ad un episodio singolo ma in un certo senso erra la risposta ad una serie di articoli, in genere miei, in difesa degli interessi della nostra gente. Se assolto un eroe.

Andò poi a finire che, migliorato il clima anche perché l'allora direttore dell'AEM Augusto Scacchi si era reso conto che bisognava cambiare registro, e anche scocciato da mancate solidarietà all'interno del mio Partito a differenze di altri, primissimo fra tutti il compianto Antonio Muffatti, abbandonai la linea rigida firmando una intesa che più blanda di così non poteva essere. Non tutti, anzi quasi nessuno, seppero che questa vicenda aveva dato un suo contributo a mandare al macero la linea in precedenza seguita, fatta di piccoli interventi nel territorio dell'Alta Valle, quasi la storia antica del panem et circenses, ma di tipo coloniale per il resto. Ricordiamo cosa ha voluto dire l'intesa successiva per i minimi deflussi, allora una novità nel Paese e non solo in Valtellina. E ricordiamo anche quel lavoro fatto con tanta discrezione, con pochi solo a conoscenza per non pregiudicare i risultati che si stavano delineando. Non posso non ricordare al riguardo il grosso contributo che diede il prof. Franzetti via via alla soluzione dei problemi.

Quanto al libro di Songini ho già ricordato pubblicamente qualche anno fa la vicenda. Venne al BIM che presiedevo con la bozza dattiloscritta e tante foto. Aveva trovato le pagine intere da me fatte sul Corriere della Valtellina e dedicate alla situazione idroelettrica provinciale (l'intera pagina 179 l'ha occupato riportando un mio articolo del 1958 sulla diga di Frerae avevamo anche parlato di una mia tesina di 250 pagine sul diagramma di base e le punte. Voleva un parere, che gli diedi, poi voleva sapere se il BIM avrebbe potuto comprarne una cinquantina di copie. Stava infatti cercando di arrivare a pagare le spese tipografiche. Gli risposi secco di no lasciandolo esterrefatto. Subito dopo aggiunsi che era inaudito che nessuno avesse mai pensato in provincia a una iniziativa del genere. Solo mio padre, ing. Luigi Frizziero e il geom. Leoni del Genio Civile, padre dell'arch Sergio, possedevano tutti i dati provinciali che avevano raccolto a titolo personale. Altro che 50 copie! Alla pubblicazione del libro doveva pensarci il BIM. Nel direttivo ci vollero ben due o tre minuti, e forse anche meno (!!!) a dare il via all'iniziativa che poi - essendo scaduto il mio mandato - fu il successore Alberto Rampa a realizzare dando alle stampe il libro che era diventato una specie di manuale per addetti ai lavori e no.

Alberto Frizziero

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