Il caso di Buglio dà lo spunto all'esperto per parlare di vespe
Un cercatore di funghi, sopra Buglio in Monte, a circa 1500 m di quota, come pubblicato ieri, è stato aggredito da vespe di terra. Il malcapitato è stato colto da malore e sono dovuti intervenire i soccorritori per poi essere ricoverato in una struttura ospedaliera. Evento non raro e dato che la vespa usa anche ripetutamente il pungiglione, mentre per l'ape pungere significa soccombere, abbiamo ritenuto utile saperne di più. A tal fine abbiamo chiesto, e ottenuto, il commento di un esperto anche di famiglia (padre apicoltore e studioso in materia, nonno apicoltore), Giampaolo Palmieri, per moltissimi anni Presidente dell'Associazione provinciale degli apicoltori:
Le vespe di terra (Vespula germanica) sono del tutto simili alle vespe comuni dette anche Vespa cartonaia (Polistes dominula) ma più piccole e particolarmente aggressive. La maggior parte di incidenti e di brutte esperienze che possono avvenire localmente per l’entomofauna presente fanno riferimento a questa piccola ma terribile vespa dal comportamento irascibile. Gli attacchi di questi insetti sembrano molto più coordinati rispetto a quelli di altri vespidi o di apoidei. Gli insetti eusociali hanno in genere un feromone di allarme con cui viene “marchiato” un nemico, una minaccia. Questo “odore” lasciato sulla pelle o sui vestiti serve come puntamento e bersaglio per tutte le altre compagne. In genere però se il malcapitato si allontana dal loro nido, in modo tale da non costituire più un pericolo per la famiglia, l’aggressività va a scemare piuttosto velocemente.
Nel caso delle api, gli apicoltori, nei criteri di selezione genetica, tengono conto dell’aggressività delle famiglie e prediligono ovviamente quelle che lo sono meno. Spesso gli alverari più forti e meglio strutturati hanno la possibilità di essere più aggressivi, oltre che produttivi, per cui c’è questa leggenda fra gli apicoltori che l’aggressività è un binomio con produttività. Una convinzione molto radicata ma che i risultati del miglioramento genetico delle api allevate hanno smentito.
Giampaolo Palmieri