IMPRONTA IDRICA, L'ACQUA CHE MANGIAMO SECONDO LA FONDAZIONE BARILLA 2013aprile10.45

L'acqua è un bene sempre più raro che utilizziamo in quantità sempre maggiori, ma pochi sanno come viene consumata. Se la quantità pro capite al giorno di acqua ammonta a 137 litri (3,6%), altri 167 litri (4,4%), non visibili, rappresentano la quantità d'acqua necessaria a produrre i beni industriali che utilizziamo, come carta, vestiti, cotone. Ma la vera "miniera d'acqua" è nascosta nel cibo: ognuno di noi ne consuma ogni giorno una quantità pari a 3.496 litri (92%)*, che può variare sensibilmente in base a cosa mangiamo, come lo produciamo e agli sprechi che facciamo.

Questa l'analisi e l'invito implicito del Barilla Center for Food & Nutrition che propone nuove e più responsabili scelte alimentari per ridurre l'impronta idrica: è dimostrato, infatti, che una dieta più ricca di frutta, verdura e prodotti a base di cereali, con limitate quantità di alimenti di origine animale, consente di ridurre anche in modo significativo i consumi di "acqua virtuale".

"La stragrande maggioranza dell'acqua che utilizziamo - e che spesso sprechiamo - non serve per bere, per farci la doccia o per lavarci i denti," dichiara Guido Barilla, Presidente del BCFN, nella prefazione del nuovo libro L'acqua che mangiamo. Cos'è l'acqua virtuale e come la consumiamo. "Serve per tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto, e soprattutto per il cibo di cui ci nutriamo. Da ciò discende che le abitudini alimentari possono avere un impatto rilevante sulla disponibilità delle risorse idriche." Il libro, edito da Edizioni Ambiente, è stato curato da Francesca Greco e Marta Antonelli, quest'ultima tra le finaliste del concorso 2012 BCFN Young Earth Solutions YES! per l'alimentazione sostenibile.

"L'obiettivo del Barilla Center è diffondere una maggiore consapevolezza sull'importanza di questi temi a livello globale"ha dichiarato Luca Ruini, esperto in tematiche di sostenibilità ambientale per il Barilla Center for Food & Nutrition e curatore del capitolo del libro. "Ma anche a livello di company, Barilla è in prima linea per continuare a migliorare la sostenibilità dei propri prodotti riducendo i consumi idrici nei propri pastifici e nelle fornerie, ottenendo, nel periodo tra il 2008 e il 2012, una riduzione 23%". Già dal febbraio 2011, infatti, Barilla è stata la prima azienda privata del settore alimentare a certificare un sistema per il calcolo dell'impatto ambientale dei prodotti secondo le linee guida fornite dal Sistema internazionale "Dichiarazione ambientale di prodotto" (Environmental product declaration, EPD®).

Maggiori informazioni su Barilla Center for Food & Nutrition .

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