Genova nel fango insegna
La prima delle osservazioni da farsi non riguarda le polemiche che in questi casi sono il condimento abituale, talvolta ha ragione, talvolta ha torto. Non è questione di tombini ci diceva una persona con la quale eravamo in collegamento a mezzanotte e dalla quale avevamo in tempo reale l' andamento della situazione con le macchine che fluivano come fossero state barchette di carta portate da onde limacciose, incredibilmente perchè in mezzo alle case. Interessa anche noi, e poco alla volta sta interessando tutto il nostro Paese.
Sia durante la calamità di Tresenda, 1983, che in quella del 1987 abbiamo avuto una punta pluviometrica di 305mm in ventiquattr'ore. Sembrava, anzi allora era una punta insuperabile al punto di avere avviato una polemica, pubblicata dall'Espresso, perchè puntavano il dito contro i valtellinesi senza tenere conto di questo dato. Epperò tutti d' accordo nel ritenere eccezionale una caduta di 80-90m millimetri in 24 ore in quel di Roma. E già però da qualche tempo che si assiste a un nuovo fenomeno, quello delle cosiddette "bombe d'acqua". Questa notte mentre parlavamo ne era in corso una. Hanno stabilito poi che in due ore erano caduti 300mm d' acqua. Questi numeri non significano niente per la maggior parte della gente ma se si spiega in altro modo anche l' analfabeta capisce di fronte a cosa si tratta.
Lei che sta leggendo queste righe abita in, diciamo 100 mq, una 'pezzatura' abbastanza diffusa per le famiglie. Dovesse piovere con quell'intensità e quell'acqua infilarsi in casa lei si troverebbe a che fare con 30 tonnellate di acqua. Ripetiamo: 30.000 kg di acqua. Il suo tinello, di quattro per cinque metri sarebbe invaso da 6 tonnellate di acqua. Forse ragionando in questo modo ci si rende conto della portata di questi fenomeni. Poi ci possono essere inadempienze, trascuratezze, abusi ma il punto cruciale, di partenza, è quello delle bombe.
Dicano quello che vogliono i protagonisti delle discussioni e anche delle polemiche sui mutamenti del clima ma ci va di osservare che non molti anni fa poteva succedere da qualche parte del Paese una tromba d' aria, cioè un fenomeno del tutto diverso e poi localizzato solo in alcune zone. Delle bombe di cui parliamo ora non abbiamo memoria e non per difetto del nostro archivio cerebrale ma per corrispondenza con la realtà.
Terza osservazione: intanto che soloni, dell' una o dell' altra tesi, discutono senza arrivare a conclusione sta alla gente comune e ai suoi rappresentanti, a partire da quelli comunali di non aspettare quelli là e le loro conclusioni ma si facciano carico dei problemi individuando ipotesi di soluzioni. Un esempio vistoso: a Genova tre anni fa è venuto il finimondo. Non si è ancora fatto niente perchè le decisioni amministrative sono state bloccate dai ricorsi. Questo capita quasi regolarmente con l' impugnativa dell'esito di appalti da parte di Imprese sconfitte. A torto o a ragione. Occorrerebbe che quando si tratta di interventi pubblici urgenti questo tipo di ricorsi non vada in coda ma venga trattato come una corsia preferenziale e, come suggerito da giuristi, facendo pagare pesantemente i ricorrenti qualora le loro ragioni si rivelino artificiose, imitando così la Francia che ha visto ridursi al lumicino i casi in cui viene chiamata in causa la Magistratura amministrativa
Non sappiamo se, definiti i ricorsi, avviate le opere, il 57enne genovese - un omaggio alla memoria - poteva evitare la fine che ha fatto. Prendiamo nota che i lavori sono fermi con una motivazione che giuridicamente sarà ammissibile ma che umanamente suona condanna..
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Eloquenza somma: filmato di Maria Principalli su Facebook
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