Il paesaggio e le sue trasformazioni. 7 incontri SEV
Se ne discuterà in un ambiente-simbolo dove per oltre un secolo, dal 1870 in poi, migliaia di viticoltori hanno portato il risultato delle loro fatiche in una con il sempre rinnovato prodigio della natura. Dove poi l'esperienza di generazioni è servita a trasformare quell'uva, a dare corpo e sostanza, a tenere a bada il processo in corso in grandi contenitori – straordinaria testimonianza la grande botte Noè che, quasi un delitto, non ha trovato collocazione come la storia in chiave etnografica avrebbe richiesto -, a dare, in definitiva, pane e companatico a tante famiglie. Quale l'importanza per la comunità è attestata dalle caratteristiche di quell'imponente edificio di 143 anni fa, “ pianta longitudinale rettangolare, in muratura a corsi irregolari in pietra su tre piani fuori terra ed un piano interrato. Le strutture orizzontali del piano interrato a volta a botte lunettata e anche a piano terra le strutture orizzontali principalmente voltate a botte...”, come scriveva Mario Gianasso nella sua nota Guida Turistica della provincia.
Non pensavano allora, i viticoltori conferenti, al paesaggio.
Inconsapevoli ma lo ricreavano, portando e riportando con il gerlo sulle spalle la terra che i fenomeni meteorici dilavavano, sistemando muretti, intervenendo sui valgelli, e andando avanti e indietro a mano pompando manualmente, contenitore sulle spalle, il verderame, per decine d'anni, sino al matrimonio delle viti europee e americane, assistendo sgomenti ad una sorta di genocidio praticato dalla fillossera alle nostre vigne.
Su e giù per le balze d'un lungo versante, quello retico, che si spingeva d'un lato sino al belvedere sul Lario, e dall'altro poco oltre l'incrocio con la valle che amministrativamente è Svizzera, orograficamente Italia.
Una conferenza stampa 'strana', quella di giovedì 12, al BIM, al tavolo il Presidente della SEV (Società Economica Valtellinese) Benedetto Abbiati e il Direttore della Fondazione Fojanini Graziano Murada. Intorno al tema, il paesaggio, declinato in tanti modi, i presenti, giornalisti e no, si era sviluppata quasi una simbiosi nel sentirne il valore, quasi 'nello scoprirne' il valore.
La cultura come alimento essenziale per guidare lo sviluppo. Uno sviluppo che per sua natura implica trasformazione, innovazione che, come tutte le cose umane, piossono prendere due vie diverse. Ne abbiamo testimonianze illuminanti: abbiamo Venezia, una creazione artificiale cresciuta su isolette e barene di un paesaggio a suo modo e nella sua malinconia attraente, e abbiamo città cresciute disordinatamente, litorali cementificati, ma anche in Valle con quei capannoni che ci sarebbero sì stati, ma raccolti e razionalizzati in modo 'compatibile' se non si fosse (...se taluni non avessero...) commesso il disastroso spezzettamento della Comunità Montana unica di Valtellina.
Abbiamo anche, e se ne è parlato come punto centrale, la profonda modifica che è intervenuta, in forma generalizzata, nella fascia dei maggenghi dove è venuta progressivamente meno la mano dell'uomo (magari anche per le fanose patate, in lizza questa con quella zone per la palma delle migliori!).
Condivisa la convinzione espressa da Abbiati e Murada che oggi la richiesta del turista è andata e sta andando oltre. Un tempo bastava dire che i posti erano belli, poi che c'era questa o quella particolarità, poi le manifestazioni in programma, poi i servizi, poi le attrattive delle zone contermini. Oggi l'offerta deve essere molto più sofisticata, oggi occorre offrire un territorio con tutte le sue caratteristiche, in un rivalutato quadro di paesaggio, sempre mutevole secondo i coni ottici privilegiati, ma non un esterno che accoglie chi arrivache invece deve esserne dentro, che deve essere guidato a esserne dentro. (Nella foto il Presidente della SEV Abbiati e il Direttore della Fondazione Foianini Murada).
La presentazione di SEV
L’Art. 9 della Costituzione afferma che “ la Repubblica … tutela il paesaggio … della Nazione”.
Il paesaggio, ed in particolare il paesaggio valtellinese, sono il risultato, sempre mutevole e in evoluzione, di molteplici dinamiche di trasformazione.
L’economia ha spinto e guidato queste dinamiche fin dall’antichità, in particolare attraverso l’evoluzione delle attività agro-silvo-pastorali, ad esempio portando a creare i terrazzamenti, a collocare gli abitati, a trasformare i boschi in coltivi, a rendere utilizzabili i pascoli di alta quota. Anche le rapide e tumultuose trasformazioni del paesaggio che hanno caratterizzato i decenni più recenti hanno avuto alla base spinte di natura economica, che hanno portato in particolare a intensificare certi tipo di utilizzo del territorio (insediamenti, turismo, cave, etc.) e a farne diminuire altri (di tipo agricolo), che fino a pochi decenni fa caratterizzavano in modo imponente il paesaggio e la sua percezione.
L’imponente avanzata del bosco, la sua trasformazione tipologica, la scomparsa delle superfici prative di mezza montagna, l’abbandono dei pascoli, la riduzione delle superfici vitate hanno profondamente trasformato il paesaggio, la sua percezione, ma anche alcuni meccanismi ecologici ed alcuni equilibri ambientali; tutto ciò si è associato ad una trasformazione profonda quanto problematica dell’intera società, da un carattere rurale montanaro fortemente presente fino a pochi decenni fa ad un mix di caratteri diversi con forte presenza del terziario (in particolare turistico). Nel frattempo sono intervenute trasformazioni nelle percezioni culturali e sociali del paesaggio.
Una riflessione sui fattori profondi che hanno determinato queste trasformazioni e sui loro effetti può costituire un elemento importante di consapevolezza e può contribuire a guidare e ad indirizzare scelte future, oltre a sorreggere una lettura attenta e non superficiale dei caratteri del paesaggio stesso.
Per questi motivi Società Economica Valtellinese promuove un ciclo di sette incontri pubblici rivolti agli amministratori, ai soggetti economici, alle Associazioni di categoria, al mondo della cultura ed a tutti cittadini, invitando esponenti qualificati e studiosi di questi temi a guidare una riflessione sui diversi aspetti economici, estetici, normativi, ecologici, culturali di questi fenomeni.
Il programma
PAESAGGIO, AGRICOLTURA, ECONOMIA
20-set 17.00 - h. 19.30
A - Tavola rotonda : Il Paesaggio tra Economia che lo costruisce e Cultura che lo percepisce
Guglielmo Scaramellini, Raimund Rodewald, Diego Zoia
25-set h. 17.00 - h. 19.30
B - Ricognizione storica con analisi quantitativa e qualitativa sull'agricoltura valtellinese a partire dagli anni '50
Alessandro Damiani, Italo Buzzetti
12-ott h. 9.00 - h. 12.30
C - Incidenza della Pianificazione urbanistica, territoriale e di tutela ambientale sull'attività agricola
Paolo Pileri, Giovanni Bettini
25-ott h. 17.00 - h. 19.30
D - Effetti ecologici dell'evoluzione dell'attività agricola
Stefano Bocchi, Fausto Gusmeroli
09-nov h. 9.00 - h. 12.30
E - L'agricoltura entro il patrimonio strategico costituito dal paesaggio
Roberto Gambino, Ivan Fassin
23-nov h. 9.00 - h. 12.30
F - La dimensione culturale del paesaggio
Luisa Bonesio, Enrico Camanni
30-nov h. 9.00 - h. 12.30
G - Paesaggio e agricoltura per uno sviluppo sostenibile della montagna
Giuseppe Carlo Lozzia
Inoltre contributi in fase di definizione