La Svizzera dice basta alla gestione "all'italiana" degli orsi

Proposta l'eliminazione dei plantigradi problematici

Riceviamo e pubblichiamo:
La vicenda di M13, l'orso abbattuto la scorsa primavera in Val Poschiavo nel Canton Grigioni, ha lasciato una serie di straschi e di polemiche che le autorità svizzere sono decise a non dover ancora subire. Messo sotto accusa dalla popolazione della valle, che chiedeva l'abbattimento del plantigrado già nel 2012, dagli ambiental-animalisti elvetici e italiani il Canton Grigioni èsi è mosso con una presa di posizione molto netta: "L'Italia deve abbattere gli orsi problematici prima che arrivino sul territorio elvetico". Con un comunicato stampa del 6 agosto il Governo grigionese rendevava noto di "aver pregato, con un'istanza scritta, il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) di prendere contatto il più rapidamente possibile con le autorità italiane in vista di una gestione pragmatica degli orsi problematici".

La nota ufficiale proseguiva aggiungendo che "Questi orsi costituiscono un ostacolo all'accettazione del grande predatore da parte della popolazione locale" e arrivava al sodo: "L'abbattimento di orsi problematici deve perciò poter avvenire in una fase precoce nel loro territorio originario. La popolazione di orsi che sta attualmente prosperando in Trentino permette senz'altro l'adozione di simili misure".

Ora Berna accoglie in pieno le posizioni dei Grigioni. Lo fa, per ora in modo ufficioso, con una intervista del 10 agosto al Tages-Anzeiger rilasciata da Reinhard Schnidrig, capo della Sezione Caccia, pesca, biodiversità forestale dell'Ufficio Federale per l'Ambiente.

Schnidring, non aduso ai bizantinismi italiani parla chiaro: "Non possiamo risolvere da soli la questione degli orsi problematici. Dobbiamo trovare una soluzione sovranazionale che valga per tutto l'arco alpino". Ma, e qui arriva il bello, l'ispettore della caccia federale deplora che le autorità italiane si "inginocchino" davanti alle organizzazioni animaliste "e aspettino molto a lungo prima di agire". Nell'interesse di tutti i Paesi alpini, aggiunge, è necessario che i pochi plantigradi problematici siano eliminati rapidamente. Solo in questo modo è possibile fare in modo che le popolazioni confrontate con l'orso possano accettarne la presenza. "Ricevendo sul proprio territorio orsi problematici che poi vanno uccisi, la Svizzera raccoglie sola tutte le critiche", aggiunge l'esperto dell'UFAM, osservando che le Province italiane del nord hanno condiviso le decisioni elvetiche. La critica, come accaduto nel 2008 con l'abbattimento dell'orso JJ3, non viene dalle regioni limitrofe, ma da Roma. "Lì, il nostro ambasciatore deve farsi avanti con il ministro dell'ambiente".

Michele Corti
Territorio