LA STAZIONE METEOROLOGICA LEVISSIMA SUL GHIACCIAIO DOSDÉ ORIENTALE
Milano, 28 aprile 2009 - La stazione meteorologica automatica Levissima (Automatic Weather Station o AWS) è da oggi in rete e in collegamento radio-GSM con i ricercatori. La stazione è stata posizionata nelll'agosto 2007 sulle vette del Ghiacciaio Dosdè Orientale, Gruppo Piazzi - Alta Valtellina nell'ambito del progetto di ricerca scientifica intrapreso da Levissima in collaborazione con il team dell'Università degli Studi di Milano - Dipartimento di Scienza della Terra - coordinato dal professor Claudio Smiraglia, con l'obiettivo di rilevare dati utili a comprendere l'evoluzione dell'ambiente di alta montagna.
La stazione Levissima, a quota 2.850 metri è una delle stazioni meteorologiche più alte su ghiacciaio in Italia..Grazie al recente collegamento radio alla rete GSM/GPRS, la stazione, equipaggiata con una radio in banda UHF ad alta velocità per il trasferimento di dati (la stessa tecnologia che permette il collegamento da remoto con la stazione al Colle Sud del Monte Everest), fornisce importanti indicazioni, aggiornate in tempo reale, sulle condizioni meteorologiche d'alta montagna come temperatura, umidità, pressione, radiazione solare e altezza della neve.
"Crediamo molto in questo progetto di ricerca scientifica intrapreso con il Prof. Claudio Smiraglia e il suo team non solo perché rappresenta un importante tassello della filosofia di Levissima e dell'azienda, da sempre impegnate nella tutela e salvaguardia del territorio d'origine," - dichiara Federico Sarzi Braga, direttore Business Unit Sanpellegrino - "ma anche perché sostenere concretamente la ricerca è fondamentale per permettere alla comunità scientifica di proseguire gli studi e la raccolta di tutti quei dati e quelle informazioni preziose sulla temperatura e l'evoluzione del clima votate alla salvaguardia del nostro pianeta".
L'acqua rilasciata dai ghiacciai alpini ogni estate è una risorsa estremamente importante, da gestire in modo attento e proprio per questo è fondamentale una sua corretta quantificazione. Misure di fusione e deflusso sono possibili solo su pochi ghiacciai e per questo motivo è di fondamentale importanza quantificare la fusione glaciale attraverso la costruzione di modelli previsionali di riferimento che utilizzano dati meteorologici rilevati alla superficie di un ghiacciaio. I dati più importanti per creare i modelli relativi alla fusione dei ghiacciai sono la temperatura dell'aria e la radiazione solare, entrambi responsabili delle perdite glaciali.
"Oltre al monitoraggio dei ghiacciai, che rappresentano senza dubbio i più attendibili indicatori dei cambiamenti climatici in atto" - afferma il prof. Claudio Smiraglia, dell'Università degli Studi di Milano - "è necessario acquisire dati meteorologici in ambienti rappresentativi dell'alta montagna per periodi lunghi, attraverso un'adeguata strumentazione scientifica come le stazioni meteorologiche. Solo l'analisi di questi dati può permettere di rilevare e quantificare le variazioni climatiche che si manifestano."
Grazie ai dati raccolti dalla stazione Levissima è stato possibile calcolare la fusione sul Ghiacciaio Dosdè e quindi i deflussi idrici derivanti.
• I rilevamenti effettuati da settembre 2008 a marzo 2009 hanno permesso di monitorare la temperatura dell'aria che è stata in media di -5.3°C. Due mesi di particolare interesse sono stati settembre, il primo mese dell'autunno meteorologico, e marzo, il primo mese della primavera meteorologica. Durante il mese di settembre la temperatura dell'aria si è mantenuta in media al di sopra degli 0°C, la minima ha raggiunto i -10.6°C e la massima i 10.9°C, per questo motivo il processo di fusione glaciale è stato attivo anche in questo mese dell'anno e le perdite per il ghiacciaio non si sono limitate ai soli tre mesi estivi. In marzo la temperatura minima è stata di -18.6°C e la massima di +1,4°C con una media di -8.6°C; i dati termici hanno evidenziato temperature ancora rigide a favore del mantenimento del manto nevoso invernale. In sintesi, si è confermato l'andamento degli ultimi decenni: un prolungamento del periodo di ablazione - fusione del ghiacciaio - che ha portato di conseguenza a maggiori perdite di massa per i ghiacciai.
• La stazione Levissima rileva anche i flussi energetici entranti e uscenti alla superficie del ghiacciaio Dosdé e permette quindi il calcolo del bilancio energetico radiativo, fondamentale per quantificare le variazioni di massa del ghiacciaio. Un ghiacciaio, infatti, perde materiale (e quindi si assottiglia e si ritira) attraverso il passaggio di stato del ghiaccio che fonde e si trasforma in acqua. La fusione avviene a seguito di un assorbimento di energia da parte della superficie glaciale. Misurare la quantità di energia assorbita dalla superficie di un ghiacciaio permette quindi di conoscere il quantitativo di ghiaccio che verrà perso.
La misura della radiazione solare in entrata sulla superficie di un ghiacciaio è soggetta a numerosi fattori tra cui il ghiaccio e la neve presenti sulle pareti laterali che ospitano il ghiacciaio, l'ombreggiatura delle pareti rocciose, la variabile copertura del cielo a seguito del passaggio o della presenza di nubi. Sul Ghiacciaio Dosdè la radiazione solare media è risultata pari a circa un centinaio di Watt/m² con picchi di oltre 1.200 Watt/m², tipici di un ambiente di alta quota glacializzato.
• Anche la riflettività della superficie, cioè il rapporto tra la radiazione riflessa e quella incidente, è un dato estremamente significativo della fusione glaciale ottenibile solo attraverso rilevamento continuo, proprio come avviene sul ghiacciaio Dosdè grazie alla stazione Levissima. Durante i mesi invernali la superficie glaciale coperta dalla neve ha una riflettività di oltre il 70% e quindi meno del 30% dell'energia solare è stata assorbita dalla superficie; mentre durante i mesi estivi la situazione è opposta, infatti la riflettività arriva a valori inferiori al 30% e quindi oltre il 70% dell'energia è assorbita dal ghiacciaio e ne promuove la fusione. La radiazione solare riflessa dal ghiacciaio Dosdé ha raggiunto picchi massimi superiori ai 900 Watt/m² con una riflettività pari all'80%, tipica della neve fresca appena precipitata.
"La stazione meteorologica Levissima, attraverso il rilevamento dei dati meteorologici sopraglaciali, permette di conoscere in tempo reale le condizioni alla superficie del ghiacciaio e di determinare se e quanto siano attivi i processi di scioglimento e le relative perdite di massa glaciale." conclude il Prof. Claudio Smiraglia.
ettadisondrio.it - 10 V 09 - n. 13/2009, anno XII°