Valmalenco, addio ghiacciai. Mostra

Trona di Chiareggio sino al 15.9. La rassegna fotografica è a cura di Roberto Caccialanza

L’Associazione degli "Amici di Chiareggio" presenta: «LA GRANDE RITIRATA DEI GHIACCIAI DELLA VALMALENCO E NELL'AREA DEL BERNINA» - MOSTRA FOTOGRAFICA a cura di Roberto Caccialanza nella Tròna di Chiareggio (Valmalenco, SO), dal 9 agosto al 15 settembre 2019. È stato pubblicato il catalogo della mostra (64 pagine a colori, cm. 22x22), che è acquistabile su YOUCANPRINT  (https://www.youcanprint.it/…/la-grande-ritirata-dei-ghiacci…), ISBN 9788831633291.

PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA

Quello del cambiamento climatico (global warming) è un argomento di straordinaria attualità, grave, preoccupante e ormai innegabile: lunghi periodi di siccità interrotti da furiose burrasche di vento, pioggia e grandine; inverni poco nevosi – o caratterizzati da neve tardiva – ed estati sempre più calde (il giugno 2019 è stato il più rovente da quando sono iniziate le rilevazioni dei dati meteorologici !).

Sino dalla fine degli anni Ottanta del secolo scorso i ghiacciai – anche quelli della Valmalenco e del gruppo del Bernina – hanno iniziato a perdere enormi quantità di massa e di superficie, mano a mano, inesorabilmente. Questa tendenza al ritiro graduale si è recentemente accentuata in maniera sempre più rapida e allarmante: la vegetazione si è infoltita ed è salita alle alte quote, conquistando rapidamente aree che in precedenza erano occupate dai ghiacciai o che ad essi erano molto prossime; valli che non molto tempo fa erano riempite da splendidi e misteriosi corpi glaciali con riflessi azzurrini e blu sono ridotte oggi a desolate vastità di macigni, ghiaia e sabbia.

Piange il cuore, ogni anno, quando l’evidenza certifica che i ghiacciai si sono accorciati e assottigliati ulteriormente: in particolare la magnifica lingua valliva della Vedretta di Fellarìa occidentale è scomparsa in men che non si dica; il ghiacciaio della Ventina si sta rimpicciolendo anno dopo anno; parte della lingua terminale del maestoso ghiacciaio del Morteratsch non esiste più, così come quella che era l’impetuosa seraccata della Vadret da Tschierva si è ridotta in modo significativo tanto da essere irriconoscibile rispetto al panorama di fine Ottocento. Rimane – almeno per ora – l’emozione di assistere alla potenza degli scarichi di ghiaccio della Vedretta di Fellarìa orientale, che si schiantano (con enormi boati) su quello che resta della lingua sottostante. Questi meravigliosi panorami – se non lo hanno già fatto – potrebbero scomparire nel giro di qualche lustro, e con essi l’acqua che ci dà la vita. Sì, perché – oltre alle piogge – la falda freatica (ossia l’acqua che viene emunta e che beviamo), si mantiene viva grazie ai nevai e ai ghiacciai.

Sono questi il sentimento e il motivo di base che mi hanno portato a scegliere – di comune accordo con Bruna Pedrolini dell’Associazione degli “Amici di Chiareggio” – l’argomento di questa mostra che vuole rendere ancora più evidente quanto pocanzi affermato. Mi auguro che questa modesta esposizione possa essere utile a sensibilizzare quante più persone possibile sul tema del riscaldamento globale, cagionato soprattutto dalle attività umane.

 

Le immagini storiche provengono da alcune collezioni private, mentre quelle recenti sono state realizzate per la maggior parte dal sottoscritto nell’arco di tempo fra il 1988 e il 2017, prima su negative e diapositive mm. 24x36, poi in formato digitale.

 

Questa nuova mostra che si aggiunge a Chiareggio nel cuore del 2008 e a Valmalenco mon amour (2017).

 

 

CURRICULUM di ROBERTO CACCIALANZA

Cavaliere dell’ordine «Al merito della Repubblica Italiana»

Ricercatore indipendente e storico della Fotografia

Membro della European Society for the History of Photography (ESHPh)

Fotografo amatoriale e grafico editoriale

 

Appassionato di fotografia sino da bambino, ha al suo attivo l’organizzazione di numerose mostre, la pubblicazione di vari articoli, di studi su alcuni aspetti della storia cremonese e la realizzazione di esposizioni e ricerche biografico-tecnico-fotografiche a livello locale, nazionale e internazionale, a proprio nome o in sinergia con studiosi, Associazioni e Istituzioni.

Fra i principali studi si citano: ■ Fotografi a Cremona fra l’Ottocento e il Novecento ■ I ponti sul Po fra Cremona e Castelvetro (1862-2012) ■ I ponti sul Po dirimpetto a Piacenza (1801-2013) ■ Cremona e le sue torri ■ Ricordi di famiglia nelle fotografie d’epoca (in collaborazione con il Comune di Cremona) ■ Leandro Crozat - Sistema Crozat. Biografia e notizie sul brevetto d’invenzione dei ritratti a doppio fondo fotografico ■ Privative industriali [fotografia] dal 1844 al 1885 (censimento e testi descrittivi dei brevetti in tema di fotografia) ■ Immagini della vecchia Cremona nelle Lastre Betri  (in collaborazione con la Biblioteca Statale di Cremona) ■ La chiesa di S. Ilario in Cremona (testi a cura di M. Morandi) ■ La memoria dello sguardo: storia della fotografia nelle province di Como, Lecco, Sondrio e Varese 1839-1930 (a cura di R. Pini) ■ La vita sul Po a Cremona dal 1839 al 1959.

Nel 2017 la ESHPh, una delle due più prestigiose Istituzioni a livello mondiale per lo studio della storia della Fotografia, ha selezionato e pubblicato la ricerca internazionale sul celebre proto-fotografo Stefano Lecchi, from Milan, pupil of Daguerre: the last biography.

La collana “Storie di fotografi”, iniziata nel 2018, è formata dalle biografie di Alessandro Duroni, ottico e fotografo a Milano (1807-1870), di Francesco Sidoli, fotografo a Piacenza e a Roma (1817-1896) e di Ferdinand Brosÿ e la sua famiglia: vita e attività dei dagherrotipisti itineranti, presentato recentemente alla “Fabbrica del vedere” di Venezia.

Fotografie di Caccialanza sono state pubblicate su alcune riviste nazionali e internazionali.

 

BIOGRAFIA: http://www.robertocaccialanza.com/biografia.html

PUBBLICAZIONI: http://www.robertocaccialanza.com/pubblicazioni.html

 

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