Sondrio. SAN LORENZO, ANTICO CASTELLO, POI CONVENTO, OGGI VUOTO, IN ATTESA DI NUOVA VITA. MA... MA OCCORREREBBE PENSARE, UNA VOLTA TANTO, IN GRANDE, E CON EQUILIBRIO
É approdato sulle colonne de "Il Sole 24 Ore" il Convento di San Lorenzo, proprietà delle Suore della Santa Croce (Menzingen) che l'anno abitato sino a quattro anni fa.
Menzingen, paese di circa 4000 abitanti, uno degli undici Comuni del minuscolo Cantone Zug. Che c'entra? C'entra perché é lì la sede centrale dell'Ordine da più di 168 anni, da quando cioé fu fondato. L'interesse del quotidiano economico é dato dal fatto che sul complesso di 7500 mq quanto a superficie di pavimento e con una trentina di pertiche a vigneto pregiato intorno si sono appuntati, periodo di crisi a parte, gli occhi di molti soprattutto per la posizione oltre che per le dimensioni.
Il quotidiano della Confindustria ha sottolineato l'essenzialità della deliberazione comunale che ha mutato la destinazione d'uso, da attività religiose - da circa quattro anni non più esistenti -a 'Tessuti di Antica Formazione (TAF)' in quanto a questo punto si aprono prospettive di mercato: "La struttura, antecedente al 12esimo secolo, potrebbe valere circa 4 milioni di euro e al momento risulta in disuso dal 2008. La vendita, curata dalla società di consulenza Reag, non assumerà la forma della gara ma si aprirà alle offerte, soprattutto dei privati. "
Non sembra, almeno per ora, aver preso corpo l'ipotesi circolata tempo fa che qualcuno ne volesse fare un beauty center.
Non é semplice trovare l'acquirente. Chiunque sia per imbarcarsi in un'impresa abbastanza onerosa vorrà certezze. Vorrà sapere cosa può fare e quali sono i vincoli per non avere sorprese. E' chiaro che da un lato ci sono le ragioni della cultura per5 cui sarebbe un delitto non tenerne adeguatamente conto. Dall'altro ci sono quelle della realtà economica. O si trova un punto di equilibrio o il complesso sarà minato dal progressivo degrado.
Non solo.
Oltre al San Lorenzo c'é l'area dell'ex Fossati e quella dell'ex manicomio, occasione unica per riscoprire nella sua natura innovativa quell'urbanistica che in passato ha dato qualche rilevante esempio positivo. Certo, andando ovviamente ben oltre l'attuale Piano di Governo del Territorio, culturalmente debole, strutturalmente cortomirante, operativamente vischioso. Sollecitando anche quei professionisti, e i loro Ordini, che in passato il loro contributo in questa materia erano soliti darlo. Viene anche da aggiungere di evitare la confusione fra urbanistica, edilizia, interventi infrastrutturali ben altra cosa rispetto a quelli strutturali anche se questi dovrebbero comunque essere nei piani alti della gerarchia delle priorità.
Che ci siano le elezioni non interessa anche perché se si vola alto, come del resto la situazione richiede, ci si può accorgere che nella definizione della strategia le differenze di carattere politico sono molto minore rispetto a quelle dello spessore culturale dei contendenti. Se la vista é lunga, verso il futuro per quello che veramente conta, ci si intende di più che non sulle cose, di ordinaria amministrazione, spesso guardate con vista corta.
La crisi, ci riferiamo a quella locale del capoluogo che si sovrappone a quella generale, richiederebbe risposte adeguate con orecchie attente. Ce ne sono?
GdS