RISPARMIO DI ENERGIA: LA COMMISSIONE AMBIENTE STOPPA LA NORMA "CIELI BUI" . LUCI PIENE DI NOTTE

Arriva lo stop della commissione Ambiente della Camera alla cosiddetta norma Cieli bui contenuta nella legge di stabilità. Si tratta della misura con cui il governo Monti puntava a far risparmiare agli enti locali fino a un miliardo di euro limitando l'illuminazione pubblica.

"La norma in questione è stata modificata - spiega all'Adnkronos Angelo Alessandri, presidente della commissione e parlamentare della Lega Nord - preservando la parte che invita a puntare su tecnologie a risparmio energetico". Ma vengono meno, di fatto, i passaggi che prevedevano di affievolire l'illuminazione nelle ore notturne.

La "Cieli bui" nei giorni scorsi aveva fatto discutere, tra ambientalisti favorevoli alla misura e associazioni - soprattutto delle donne - preoccupate per la sicurezza nelle strade. Dubbi riportati al Parlamento durante un'audizione anche dal presidente dell'Istat, Enrico Giovannini: "Secondo l'indagine Multiscopo condotta dal nostro istituto nel 2009 sull'argomento, il 27,4% dei cittadini afferma che la zona in cui abita è scarsamente illuminata - ha riferito il capo dell'Istat. - Livelli insoddisfacenti di illuminazione sono segnalati soprattutto nel Lazio, con il 38,5%, in Campania, 30,9%, e in Liguria, 30,2%".

In particolare, il 28,9% degli intervistati dice di provare "poca o nessuna sicurezza" quando esce da solo ed è buio, e l'11,6% evita del tutto di uscire dopo il tramonto, sia solo che accompagnato. La sensazione di insicurezza rispetto è più diffusa tra le donne (37% contro il 20,1% degli uomini) ed è maggiore nel sud del paese.

I comuni italiani spendono ogni anno oltre un miliardo di euro per l'illuminazione pubblica. Ma circa la metà di questa cifra potrebbe essere risparmiata adottando specifiche cautele o dotando i lampioni di tecnologia led, ovvero di lampade a basso consumo. A fare i calcoli era stata l'associazione Cielo Buio, i cui consigli hanno ispirato il lavoro portato avanti in questi mesi dal supercommissario alla spending review, Enrico Bondi. Ora il dietrofront.

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