5 giugno, giornata mondiale dell'ambiente. Riflettiamo su...
Le Nazioni Unite, nel 1972, istituirono la Giornata mondiale dell’ambiente per sollecitare l’impegno generale sulla questione. Domani 5 giugno si celebra questa giornata ma, nel preciso, cosa possiamo sostanzialmente fare ognuno di noi per collaborare e aiutare a risolvere gli enormi problemi legati all’ambiente?
Ci vengono aiuti e suggerimenti da molte parti . Ma ci sembrano assai validi quelli di alcuni ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche: Giorgio Dispenza e Maurizio Aiello, spiegano rispettivamente come scegliere l’auto elettrica e come riciclare i rifiuti elettrici; Sveva Avveduto evidenzia le opportunità offerte dai ‘mestieri verdi’; Mario Tozzi fornisce una sorta di ‘decalogo; Gianvincenzo Barba ci insegna a ridurre gli sprechi alimentari; e, per quanto riguarda l’edilizia, Alberto Strini parla dei materiali fotocatalitici e anti-inquinanti e Teodoro Georgiadis di come usare le piante per ridurre i consumi energetici.
Tecnologia: Comprare un'automobile elettrica? Giorgio Dispenza, dell'Itae-Cnr, ne spiega i vantaggi e dà alcuni suggerimenti da seguire prima di procedere all'acquisto, affinchè sia vantaggioso per l'ambiente e per il portafoglio. Giorgio Dispenza è un ricercatore sull’attività sperimentale sulle celle a combustibile (FC) a bassa ed alta temperatura (PEFC e SOFC) e dell’integrazione con tecnologie innovative e con fonti energetiche rinnovabili (FER): test a banco;
sulle relative applicazioni nel settore dei trasporti automotive: studio e sviluppo di powertrain elettrici ibridi a batterie e FC per veicoli a basso impatto ambientale, ottimizzazione dei livelli di ibridizzazione.
Mario Tozzi fornisce alcuni consigli da mettere in atto quotidianamente per salvaguardare il Pianeta. E lasciarlo in buona salute anche a quanti verranno dopo di noi. Egli è geologo e ricercatore del CNR di Roma, è autore di diversi libri che riguardano particolarmente tematiche di geologia ambientale, come "Annus Horribilis" sul rischio sismico e il dissesto idrogeologico (terremoto in Umbria-Marche e disastro di Sarno). E’ un divulgatore scientifico noto al grande pubblico televisivo, collabora da anni alla trasmissione Geo-Geo, è spesso presente ai dibattiti scientifici sui grandi network nazionali .
Una serie di riflessioni da non scordare. Torneremo sull’argomento. Anzi, sugli argomenti.
CARLO MOLA
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Nostra aggiunta: In calce aggiungiamo i consigli di Ecolight (x) per smaltire i rifiuti elettronici, tre cose che tutti possiamo fare per aiutare il pianeta. Il Consorzio indica le azioni concrete per avviare i RAEE al recupero. «Primo passo importante è affidarli a chi li sa gestire in modo corretto», dice il direttore generale di Ecolight.
Ecco dunque tre semplici suggerimenti per migliorare le condizioni del nostro ambiente. Il consorzio Ecolight indica tre piccole azioni che ciascuno può compiere per dare il proprio piccolo ma significativo contributo per un ambiente migliore.
«Ognuno di noi può fare un gesto che, per quanto semplice, dà una importante mano all'ambiente», premette Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight, consorzio nazionale che si occupa della gestione dei RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), delle pile esauste e dei moduli fotovoltaici a fine vita. Gestire correttamente i rifiuti elettronici, partendo da una loro corretta raccolta per arrivare al trattamento e al recupero, permette di risparmiare in termini di produzione di energetica e di minor inquinamento.
«È importante - prosegue il direttore generale di Ecolight - parlare dei RAEE, farli conoscere e far capire che sono una risorsa importante. Infatti ancora oggi, molti sfuggono al circuito di gestione. Se per esempio guardiamo solamente ai piccoli elettrodomestici, meno del 20% viene raccolto correttamente. La parte restante probabilmente finisce nella raccolta indifferenziata se non addirittura intraprende le strade illegali dell'esportazione verso i Paesi più poveri».
Dove mettere i rifiuti elettronici?
Avviarli ad un corretto recupero è semplice. Dove mettere i RAEE?
È possibile portarli in una delle 3.759 isole ecologiche attrezzate per la raccolta differenziata dei RAEE. Il rifiuto elettronico, che viene suddiviso in cinque differenti raggruppamenti, dovrà essere messo nel cassone giusto: R1 per gli apparecchi refrigeranti (frigoriferi e congelatori); R2 per le lavatrici e i forni; R3 per i televisori e i monitor; R4 per i piccoli elettrodomestici e l'elettronica di consumo; R5 per le sorgenti luminose neon e a risparmio energetico.
Nel caso di acquisto di una nuova apparecchiatura in sostituzione di una equivalente non più funzionante, è possibile lasciare quella vecchia direttamente in negozio al momento dell'acquisto. Secondo quanto previsto dal cosiddetto Decreto "Uno contro Uno", il conferimento è gratuito per il consumatore, semplicemente viene richiesta la compilazione di una scheda di consegna. Il ritiro gratuito è previsto anche con la consegna al domicilio della nuova apparecchiatura elettronica.
Le imprese e i liberi professionisti invece possono affidarsi al servizio di raccolta domiciliare che viene effettuato direttamente da Ecolight. Il servizio Fai Spazio è dedicato alla gestione dei rifiuti professionali e viene svolto su tutto il territorio nazionale e per ogni tipo di quantitativo.
«Un corretto conferimento dei RAEE è un primo passo per voler bene all'ambiente». Conclude Dezio: «I rifiuti elettronici sono composti per oltre il 90% del loro peso da materiali che possono essere recuperati e riciclati permettendo così dei risparmi in termini di reperimento delle materie e di limitare le emissioni di Co2 in atmosfera. Non certo ultimo, occorre tenere presente che alcuni RAEE contengono sostanze particolarmente inquinanti - come per esempio il mercurio delle lampadine a risparmio energetico o i gas refrigeranti dei freezer - che richiedono specifici trattamenti».
(x) Ecolight - Costituito nel 2004, è uno dei maggiori sistemi collettivi per la gestione dei Raee, delle Pile e degli Accumulatori. Il consorzio Ecolight, che raccoglie oltre 1.500 aziende, è il secondo a livello nazionale per quantità di immesso e il primo per numero di consorziati. È stato inoltre il primo sistema collettivo in Italia ad avere le certificazioni di qualità ISO 9001 e ISO 14001. È punto di riferimento per la grande distribuzione (Gdo) e tratta tutte le tipologie di Raee. www.ecolight.it.
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Abbiamo scelto questa illustrazione per corredare l'articolo per quello che implicitamente vuol dire. Non c'è solo la tutela del territorio che pure ha la sua importanza: riciclando un chilo di vestiti smessi si ha un risparmio di 6.000 litri d’acqua, di 200 g di pesticidi e di 300 g di fertilizzanti. Ma c'è una componente 'umana' importante. La raccolta degli indumenti usati, attraverso i cassonetti disponibili nei Comuni italiani, si traduce per il 50-70% nella rivendita e nella donazione ai bisognosi, inviati anche oltreconfine, per il 20-30% nel riciclo e, per il 10%, nello smaltimento. Perchè buttare in discarica o mandare agli inceneritori capi d'abbigliamento che potrebbero essere diversamente e meglio utilizzati? (ndr).