9 30 17 NON SOLO ALP TRANSIT: TRA ROMA E BERNA PROVE DI DIALOGO SULLA MESOLCINA

L'onorevole Crosio: "Il traforo chiuderebbe l'anello di collegamenti tra la Lombardia e il Ticino"

Otto mesi dopo, le delegazioni dei parlamenti italiano e svizzero si sono nuovamente incontrate a Roma, presso Palazzo Montecitorio, per approfondire i temi legati ai collegamenti ferroviari e alle nuove trasversali alpine. L'occasione giusta per gli elvetici di presentare il grande progetto Alp Transit e gli effetti che produrrà sul trasporto merci in tutta Europa, ma anche di dialogare su collegamenti più diretti tra Italia e Svizzera. È stato il parlamentare valtellinese Jonny Crosio, a margine dell'incontro, in un colloquio con i due esponenti della Lega dei Ticinesi, il deputato a Berna Norman Gobbi, il ministro cantonale Marco Borradori, a capo del Dipartimento del Territorio del Canton Ticino, e Giancarlo Giorgetti, segretario nazionale della Lega Nord e presidente della Commissione Bilancio della Camera, ad approfondire la discussione avviata nel precedente incontro sul traforo ferroviario della Mesolcina, oggetto di uno studio di fattibilità che sta per essere completato da Irealp. Già nel febbraio scorso, Crosio aveva interessato il senatore ticinese Filippo Lombardi.

"La Svizzera ha fatto da apripista in Europa per il passaggio del trasporto delle merci dalla strada alla ferrovia: i dati in questo senso sono molto significativi - spiega l'onorevole Crosio -. Da loro oggi il 65% delle merci viaggia in treno contro una media europea del 17%, mentre l'Italia arriva soltanto al 10%. L'impatto di Alp Transit sulla nostra mobilità potrebbe essere problematico, per questo il nostro Paese dovrà trovarsi pronto a gestire il traffico proveniente da Nord adeguando le proprie infrastrutture. Il traforo della Mesolcina certamente non sarà risolutivo in questo senso, ma potrebbe rappresentare una risposta importante: una via complementare ad Alp Transit che riporterebbe la nostra provincia al centro dei collegamenti tra l'Europa continentale e meridionale, com'era del resto nei secoli passati".

C'è interesse attorno a un progetto che avrebbe risvolti molti positivi sul fronte ambientale sia per la Valchiavenna che per la Confederazione Elvetica, senza contare che Ticino e Lombardia sono già più che attivi sul fronte dei trasporti attraverso la Tilo che ha tra i suoi obiettivi il miglioramento e il coordinamento dell'offerta di trasporto ferroviario tra le due regioni confinanti e lo sviluppo del mercato transfrontaliero tra Svizzera e Italia. "Per il traforo della Mesolcina si potrebbe pensare a una sorta metropolitana alpina - sottolinea Crosio - che chiuderebbe l'anello Ticino-Lombardia. Del resto il traforo è un'ipotesi nata sul territorio da esigenze sentite dalla popolazione da una parte e dall'altra del confine, condivisa dalla Provincia di Sondrio e dal Canton Grigioni. I vantaggi sarebbero evidenti sia sul fronte della mobilità che dell'ambiente". In questo senso possono essere interpretate positivamente le parole del viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli che, intervenuto al tavolo italo-svizzero, parlando di Alp Transit, ha sottolineato che il Governo vede come una grande opportunità il rafforzamento di un canale così importante, una porta verso l'Europa che produrrà grandi benefici e che, dunque, dovrà trovare l'Italia pronta a raccogliere la sfida attraverso infrastrutture adeguate.

"A seguito dei contatti avviati con rappresentanti del Governo elvetico eletti in Ticino - conclude l'onorevole Crosio - avendone avuto riscontri positivi, l'intenzione è quella di approfondire il ragionamento sul traforo della Mesolcina sull'asse Roma-Berna, ascoltando le istanze dei territori interessati. La volontà è quella di far comprendere a Roma e a Berna che la Mesolcina non è un elemento isolato ma un'infrastruttura che si integra perfettamente in un sistema infrastrutturale europeo".

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