OK DEL CONSIGLIO REGIONALE AL PIANO TERRITORIALE REGIONALE

«Strumento enciclopedico» lo definisce il Presidente della Commissione Bordoni

Milano, 30 luglio 2009. Il PTR, Piano Territoriale Regionale è stato adottato nella seduta consiliare odierna. Ora, per la sua approvazione definitiva, occorrerà aspettare la scadenza dei 60 giorni riservati alla presentazione di eventuali osservazioni e non più di ulteriori 90 giorni, termine entro il quale il Consiglio dovrà decidere sull'approvazione, tenuto conto delle altrettanto eventuali controdeduzioni della Giunta. Un iter legislativo, dunque, che avrà il suo termine a ridosso della fine della legislatura.

Il PTR, quadro di riferimento entro il quale Parchi, Comuni e Province dovranno operare la loro programmazione territoriale, si affianca agli altri due livelli di pianificazione del territorio previsti dalla legge urbanistica n. 12/05: quello comunale (con i Piani di governo del territorio, PGT) e quello provinciale (con i piani territoriali di coordinamento provinciale, PTCP).

«Uno strumento enciclopedico», ha sottolineato il relatore nonché presidente della V commissione, Giovanni Bordoni, «che, mantenendo come primi punti di riferimento la salvaguardia dell'ambiente e lo sviluppo socioeconomico del territorio, raccoglie tutto lo scibile disponibile dal punto di vista dell'organizzazione territoriale: dagli aspetti storici e urbanistici a quelli ambientali e paesaggistici; da quelli geologici idrogeologici e sismici, a quelli legati al sitema informatico territoriale. Insomma, 30 anni di pianificazione regionale trovano qui la loro applicazione pratica».

Il tutto con un obiettivo ben preciso, che è quello di «migliorare la qualità della vita dei cittadini lombardi», prosegue Bordoni, «attraverso: 1) la ricerca di un equilibrio tra protezione e valorizzazione delle risorse, 2) il rafforzamento della competitività, 3) il riequilibrio del territorio lombardo. A questi tre macro-obiettivi si affiancano altri 24 obiettivi-progetto che declinano i primi nei vari ambiti: ambiente, assetto territoriale, economico-produttivo, paesaggistico-culturale e sociale. Il PTR è portatore di un nuovo approccio metodologico delle trasformazioni che si basa sul perseguimento del concetto della "sostenibilità dello sviluppo"».

Il Piano Territoriale Regionale viene a colmare un grande vuoto, dal momento che rappresenta lo schema di riferimento grazie al quale è possibile avere finalmente una conoscenza d'insieme del territorio, delle metodologie per intervenire, delle condivisioni dei valori e degli elementi da salvaguardare.

«Quando verrà approvato in via definitiva», ha concluso il consigliere Bordoni, «il PTR diventerà un punto di riferimento per tutte quelle amministrazioni comunali che non hanno ancora attivato i propri PGT, mentre quelli che già li hanno adottati dovranno adeguarsi alle sue indicazioni. Questo complicherà probabilmente l'attività di gestione a livello locale, ma sarà un disagio momentaneo, passeggero. Niente in confronto ai vantaggi che si avranno, nel futuro prossimo, dall'avere come punto di riferimento un quadro normativo univoco che chiarisca e illustri senza possibilità di equivoci la pianificazione e le future politiche territoriali dell'intera regione».

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