Rientra il pericolo: il Piano Territoriale non passa e ci vorranno profonde modifiche

di frial

Dall'incontro
pubblico sul Piano Territoriale organizzato da Forza Italia,
proprio alla vigilia del suo congresso, é venuta la conferma di
quello che era peraltro già nell'aria: di approvazione del Piano
prima delle elezioni non se ne parla neppure. In questi termini
infatti si é pronunciato in maniera netta e decisa il Presidente
della Conferenza dei Sindaci e delle Comunità Montane Oscar
Giudice. "Se non c'è un'intesa generale io non mando avanti il
Piano". E, dopo aver detto che c'é stata per così dire una
troppo frettolosa fregola di varare il Piano, ha anche aggiunto
che sì, é vero che la Provincia, trascorso il termine
prescritto, potrebbe approvare il Piano, "ma in Provincia ci
siamo anche noi...", lasciando intendere che comunque il Piano
non passerebbe. Al di là di questa presa di posizione appare
peraltro abbastanza generalizzata l'espressione di riserve e la
richiesta di modifiche, molte sostanziali. Nei vari interventi
programmati succedutisi, in particolare nelle due "Sindachesse"
di Samolaco e Villa di Chiavenna, queste riserve sono state
evidenziate con riferimenti ed esempi pratici. Problematica la
posizione del Presidente della Camera di Commercio che ha
sottolineato come vi siano posizioni diverse tra le diverse
Associazioni di categoria.

Critico anche il cons. regionale Bordoni, uno dei pochi in
provincia - può darsi che per il conteggio bastino le due
mani... - che sa cos'é e come si deve fare un Piano
Territoriale, anche perché é relatore in Regione sulla nuova
legge urbanistica che rappresenterà una svolta epocale nella
materia. L'ha illustrata l'assessore regionale Moneta


Il pericolo di avere uno strumento in molti aspetti jugulatorio
appare pertanto scongiurato. Aiutano le elezioni perché danno la
possibilità di valutare quanto prodotto e di ripensare l'intera
ossatura del Piano dando quegli indirizzi che sono mancati.
Senza perdere anni. Se del problema si occupa qualcuno di quei
pochi che, come detto prima, se ne intendono, in sei mesi il
discorso può esaurirsi in maniera soddisfacente.

- Vanno dati gli obiettivi strategici in modo che si possano
scrivere più delle due righe nelle quali sull'attuale Piano
sono, si fa per dire, sintetizzati.

- Va considerata la dimensione temporale, visto che non c'é solo
quella territoriale, e questa in ogni caso non é un'invariante
ma é soggetta all'evoluzione trasformazione della società.

- Va considerato che nel periodo di validità del Piano (diciamo,
al di là dei formalismi, 2020) ci sarà un evento storico: la
caduta dei confini, un tempo di Stato e oggi d'Europa, a
Campocologno, Castasegna e Montespluga (d'estate anche il Santa
maria, ma magari anche il Muretto e, per i velivoli, il Samaden/Caiolo.

- Va tenuto presente che le Norme di attuazione, vie guida per i
Comuni e i loro Piani, devono essere a prova di TAR e non il
colabrodo giuridico attuale.

- Va non solo predicato, ma soprattutto attuato nelle scelte e
nelle norme il principio di sussidiarietà.

- Vanno fatte un po' di cose insomma, magari compreso un corso
per amministratori sulla materia. Affermazione né polemica né
offensiva, ma tale da essere utile allo sviluppo della Valle e
della nostra gente se fossero gli stessi amministratori a dare
prova di umiltà. Nessuno in fin dei conti é nato professore, e
non va dimenticato quel che diceva Socrate, e cioé che saggio é
colui che sa di non sapere...
  frial


GdS 10 III 04 
www.gazzettadisondrio.it

frial
Territorio