Referendum sugli elettrodotti: l’appello al Presidente Ciampi

a cura di Red

Pubblichiamo l'appello del Comitato
promotore del Referendum per l'abrogazione della servitù
coattiva di elettrodotto al Presidente della Repubblica
Carlo Azeglio Ciampi, d'interesse del giornale, e di
valtellinesi e valchiavennaschi, per la parte che riguarda
il voto del 15 giugno (elettrodotti) non avendo noi trattato
le altre questioni toccate nell'appello.



Al Presidente della Repubblica - APPELLO del Comitato
promotore dei referendum ambientali


Signor Presidente,

ci rivolgiamo a Lei nella sua veste di Garante della
democrazia e di Custode delle Istituzioni dello Stato.


In qualità di rappresentanti del Comitato Promotore dei
referendum ambientali - per l'abrogazione dell'elettrodotto
coattivo, delle limitazioni al divieto di residui tossici
negli alimenti, delle procedure semplificate e degli
incentivi finanziari nell'impiego del combustibile da
rifiuti e della sua classificazione come rifiuto speciale -
i quali sono stati sostenuti da oltre cinquecentomila
elettori che li hanno sottoscritti!, dobbiamo richiedere il
Suo autorevole intervento per ripristinare il diritto
democratico dei cittadini ad abrogare leggi ingiuste
mediante lo strumento referendario e ristorare la
democrazia, vulnerata dal silenzio dei media e dalla
decisione della Corte Costituzionale del 14-15 gennaio 2003
con la quale è stata inibita l'aspirazione ad una
alimentazione con cibi privi di residui tossici!

La decisione della Corte, basata sulla erronea convinzione
che, di fatto, non è possibile una alimentazione con cibi
privi di sostanze tossiche, per la prima volta afferma in
punto di diritto che il cittadino non ha diritto alla
preservazione della sanità del proprio corpo evitando
l'assunzione di cibi contaminati, si badi, non da impurità o
liquami, nocivi in potenza, ma da sostanze riconosciute
tossiche, cioè sicuramente nocive (per argomentare le sue
conclusioni la Corte ha equivocato sulle parole del quesito
referendario, lasciando credere che i promotori volessero
vietare, negli alimenti, una serie di sostanze individuate
soltanto in base alla loro "potenziale tossicità", laddove
il quesito si proponeva di vietare, negli alimenti, le
sostanze non già potenzialmente tossiche, ma solo certamente
tossiche, cioè quelle riconosciute tossiche in base alla
legge!).

La Corte non ha soltanto denegato il diritto del cittadino a
veder applicato, in un settore così importante come
l'alimentazione, il principio di precauzione, che la
Comunicazione della Commissione Europea del 22 febbraio 2000
indica come applicabile anche ai fini della tutela della
salute (in Austria i cittadini hanno potuto celebrare un
referendum sugli organismi geneticamente modificati, che non
sono a tutt'oggi classificati tossici). La Corte ha negato
in questa circostanza la applicabilità del principio di
"tutela dalle malattie e dai grandi flagelli, come la
tossicodipendenza" - e non sarebbe dipendenza dai tossici
quella di una popolazione che non potesse far a meno dei
cibi con residui tossici? - garantito dall'art. 129 del
Trattato di Roma (art. 152 del Trattato di Amsterdam).

Ma c'è di più.

Ritenere che il cittadino non può richiedere, con un
referendum!, che la sanità del proprio corpo sia preservata
dall'avvelenamento - poco o molto, non importa, laddove le
sostanze sono dichiarate tossiche l'avvelenamento è certo -
e che l'avvelenamento possa essere indotto da terzi, siano
essi produttori, importatori o distributori, cui sarebbe
riconosciuto il diritto a nuocere, costituisce una
violazione dell'habeas corpus, introdotto nel nostro
ordinamento con l'articolo 32 della Costituzione.

E che il diritto a nuocere sia ritenuto una conseguenza del
sistema produttivo e che sotto questo aspetto il sistema
produttivo vada tutelato impedendo che sia modificato a
seguito dell'esito di un referendum, vuol dire che le
istituzioni democratiche - e cosa di più democratico del
voto popolare nel referendum? - e la democrazia stessa sono
rese serve di un sistema economico che si vuole Moloch e
vitello d'oro, che esige i suoi tributi di morte e di
malattia.

Non è questo il ruolo della democrazia, ruolo che, dopo la
richiamata Sentenza della Corte Costituzionale, Ella è
chiamato a ripristinare!

E non è neanche il ruolo di altri regimi, se non dei più
efferati.

Da quasi ottocento anni è stata riconosciuta in Inghilterra
la Magna Cartha Libertatum e i suoi valori si sono affermati
nel resto d'Europa ben prima che nascessero le democrazie.
La violazione del corpo asserita per ragioni di interesse
generale, come si vuole in questo caso, e non solo nei
confronti dei singoli e neanche per ragioni di giustizia,
magari distorta, ma di giustizia, ma invece estesa a tutti
gli individui della popolazione e per ragioni di
perseguimento del benessere, malinteso, si ha nell'evo
moderno, a nostra memoria, solo nella società azteca.

Come custode delle Istituzioni Ella è ora chiamata a salvare
le istituzioni del diritto e del vivere civile, oltre che
della democrazia!

Infine, il silenzio dei media.

Ella avrà notato come la stampa, la radio e la televisione
abbiano praticamente ignorato l'ammissione al voto del
referendum sull'elettrodotto coattivo (tale è il titolo
dell'art. 1056 C.C. che si vuole abrogare, nell'edizione del
C.C. Giuffré 1987, titolo che la Corte di Cassazione ha
voluto modificare, in servitù coattiva da elettrodotto, con
l'evidente intento di limitarne la portata).

Nonostante la Commissione Parlamentare di Vigilanza della
RAI abbia con Delibera 23.4.2003 deciso l'inizio immediato
delle trasmissioni RAI sui referendum, nessuna trasmissione
è stata programmata a tutt'oggi dalla RAI sul referendum per
la abrogazione della servitù coattiva da elettrodotto.

L'Autorità di Garanzia nelle Comunicazioni ha reso pubblica
la disciplina dell'accesso ai mezzi di informazione per i
referendum soltanto il 29 aprile 2003 (Delibera 83/03/CSP
del 15 aprile 2003) - a tre mesi e mezzo dalla declaratoria
di ammissibilità della Corte Costituzionale! - con la
conseguenza che a tutt'oggi l'accesso non è stato reso
possibile, essendo decorso solo il 9 maggio scorso il
termine di presentazione delle richieste d'accesso.

Che un avvenimento così importante, come un referendum
ambientale che porterà alle urne milioni di elettori, sia
stato fin qui ignorato, anche questa è una manifestazione di
regime: un regime forse immanente alla società, come in 1984
di Orwell, ma comunque contrario alla democrazia.

Anche a questo proposito chiediamo il Suo altissimo
intervento e chiediamo di essere ricevuti perché sia
testimoniato all'opinione pubblica l'alto valore di una
consultazione elettorale come quella referendaria, in
materia ambientale.

Roma, 11 maggio 2003


P. Comitato Promotore del referendum di cui al DPR 9/4/2003
- Elettrodotto coattivo e degli altri referendum ambientali
non ammessi, con sede in Roma c/o CODACONS dott. Livio
Giuliani - avv. Carlo Rienzi primo firmatario e portavoce
firmatario e presidente CODACONS

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Red


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