PARCO STELVIO: UNA PROPOSTA SENSATA MA INATTUABILE. UN'IDEA NUOVA.

Stralciamo lo sci dal Parco: inattuabile - Recuperiamo la finalità - L'idea nuova - Cosa fare? Ad esempio...



STRALCIAMO LO SCI
DAL PARCO: INATTUABILE


Parco Stelvio: una proposta
interessante viene dal rappresentante della Regione Lombardia
Grassi: stralciamo il dominio sciabile di S. Caterina Valfurva
dal Parco visto che preesisteva. Per la verità non "un" ma "i"
domini sciabili, in questa logica, dovrebbero essere stralciati.

La proposta é interessante ma inattuabile. Per fare una cosa del
genere bisognerebbe riperimetrare il Parco, modificando
l'assetto attuale, quello stabilito dopo l'ampliamento ad opera
dell'allora Ministro dell'Agricoltura Marcora Un Ministro che
ebbe un coro di lodi dal mondo ambientalista italiano, ma che
però contestualmente aveva ben presente l'esigenza di tutelare,
fra la fauna, quella specie particolare che procede eretta su
due gambe, con il pollice opponibile, la testa pensante, e uno
stomaco da riempire ogni giorno.


RECUPERIAMO LA
FINALITA'


Se la proposta non può avere gambe per camminare, può però,
nelle finalità, essere recuperata con una idea del tutto nuova
che avanziamo pur sapendo che, per quanto attuabilissima e in
tempi brevi, difficilmente verrà raccolta. Non per ragioni di
sostanza, ma per altre ragioni molto più, ahimé, più semplici e
sulle quali semmai torneremo.

L'avanziamo lo stesso. Le idee potenzialmente vincenti debbono
essere rese pubbliche nell'interesse della gente. Se poi restano
nel cassetto sarà affare di chi le ha lasciate nel cassetto.


L'IDEA NUOVA
n-
Il Parco deve fare il suo Piano. L'incarico c'é ma campa caval...
n-
La Provincia deve fare il suo Piano Territoriale, ma da sempre
procede con lentezza e titubanza. Non é la sola per carità,
perché anche altre Province su questo argomento "flottano" o, al
più, danno per così dire "in appalto" ai tecnici un problema che
ha la sua parte tecnica ma non é affatto culturalmente tecnico
(l'esempio della Comunità Montana unica di Valtellina, che aveva
approvato il Piano più avanzato d'Italia, poi purtroppo rimasto
nei cassetti di un anonimo funzionario regionale, dovrebbe
insegnare qualcosa al riguardo visto da chi era costituito -
quasi nessun "tecnico" dentro -  lo staff
politico-amministrativo che ha guidato l'elaborazione del
Piano).

La ragione vera di lentezze e titubanze, indifferentemente
proprie di maggioranza e minoranza, sta nel fatto che si tratta
dell'atto più importante di governo che si possa fare, con una
valenza a 360 gradi, e che richiede particolare sensibilità,
padronanza dei fenomeni attinenti lo sviluppo in una con la
conoscenza del territorio e delle sue potenzialità nonché idee
chiare sulle possibilità operative in un quadro
d'interpretazione legislativa, sorretta da profonda cultura in
argomento, volta al futuro. Merce obiettivamente rara,

Superiamo queste remore, obiettive, che pesano.

Non vi é dubbio che in tali strumenti, quando finalmente si
porrà mano ad essi in modo non propedeutico ma operativo, il problema dei domini
sciabili dovrà trovare adeguata risoluzione.

Perché non anticipiamo?

Si siedano attorno ad un tavolo Parco, Soprintendenza,
Provincia, Comunità Montana, Comuni.

Si concordi sulla predisposizione di uno stralcio del Piano
concernente le zone dei domini sciabili, con soluzioni
definitive, sia in termini di perimetrazione che di norme di
attuazione.

Poniamo che questo stralcio ci sia (senza sottovalutare le
difficoltà di approntamento, siamo dell'idea che basterebbero
sei mesi, con le persone giuste e senza bastoni fra le ruote).
Sappiamo benissimo che questo stralcio non sarebbe né il Piano
del Parco né il Piano Territoriale provinciale e quindi non
avrebbe valore legale.

Visto però che oggi il Parco e la Soprintendenza procedono con
discrezionalità assoluta, che la Provincia non ha alcun
strumento che vincoli destinazioni e aree, che ci sono i Piani
Regolatori Comunali, si assuma nelle more dell'approvazione
dei due piani, e quindi dell'inizio della loro validità legale,
questo come riferimento delle scelte.


Chiunque, a questo punto, saprebbe cosa si può fare e cosa non
si deve fare. Sapendolo chiunque può fare i suoi piani, i suoi
programmi, le sue valutazioni, e per giunta in tempi certi.

COSA
FARE? AD ESEMPIO...


Cosa fare?

Ad esempio...

Ad esempio qualcuno organizzi un incontro su questo argomento. Un Comune,
un Ente, un'Associazione di categoria, chiamando tutti i
soggetti interessati. Se occorre anche al chiuso per evitare
polemiche e invece andare al sodo dei problemi, di tutti i
problemi e di tutte le loro sfaccettature.

Siamo pronti a dimostrare, in dettaglio e con le conseguenti
proposte operative, che questa idea é fattibile (s'intende che
se qualcuno ne ha di migliori ben vengano, ma finora non se ne
sono viste)..

E se fosse dimostrato che é fattibile, qualcuno oserebbe tirarsi
indietro?
Alberto Frizziero

OC-GdS11: altre. Perché farla fermare? Fate segno che passi. Voi passerete dopo).

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