Ozono: monitoraggio dell’inquinamento in alta quota
CAI e Legambiente hanno sottoscritto un accordo di
collaborazione per condurre insieme una campagna di
monitoraggio delle concentrazioni di ozono troposferico
nelle Alpi Italiane.
Il settore alpino meridionale è sicuramente quello
maggiormente esposto a questo tipo di inquinamento e
Legambiente ha avviato l'anno scorso una prima campagna di
misura da cui è stata confermata la gravità del fenomeno e
la sua tendenza ad accentuarsi a quote alte.
I dati della campagna di misura 2002, misurati per 6
settimane in Val Pellice, Valtellina, Val Venosta e
Val Canale, hanno permesso di misurare concentrazioni
comprese tra:
35,8 e 122,0 microg/mc (media 68 microg/mc) alla quota di
500 mslm,
tra 48,3-137,3 (media 81,5 microg/m3) alla quota di 900 mslm,
tra 81,7 e 164,6 (media 106,1) a 1400mslm.
I valori delle soglie di tossicità per la salute umana a 110
microg/mc.
L'osservazione dell'aumento delle concentrazioni medie di
ozono in funzione della quota (peraltro già descritto dalla
letteratura scientifica) ha indotto a spostare più in alto i
punti di misura.
Ciò sarà possibile grazie alla collaborazione
Legambiente-CAI, che permetterà di posizionare gli apparati
di misura in corrispondenza di 28 rifugi alpinisti posti a
quote comprese tra 1800 e 2600 mslm, su tutto l'arco alpino
e prealpino.
La campagna di monitoraggio inzierà a metà luglio e
coinvolgerà 70 volontari, oltre ai gestori dei rifugi che
verranno coinvolti nella gestione delle stazioni di misura.
Montagna.org
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