OPPORTUNITA' DELL'INGEGNERIA NATURALISTICA

di Marisa Schena


ALL'UNITRE CONFERENZA DELL’ING. MARCO SCARAMELLINI SUL TEMA:
”INGEGNERIA NATURALISTICA”


La società moderna pone come prioritaria la complessa e
complicata ricerca di uno sviluppo compatibile, che possa
coniugare le esigenze socio-economiche con quelle di tutela
ambientale, in un armonico rapporto improntato su una migliore
qualità della vita.

Il rapporto uomo-natura è sempre stato da un lato conflittuale e
dall’altro di rispetto, ma attualmente si registra un intenso
sforzo di sintesi con il preciso scopo di individuare una
coerente e compatibile forma di sviluppo.

In tale contesto l’intervento dell’uomo può essere orientato in
modo tale che le esigenze socio-economiche e quelle ecologiche
possano trovare un punto d’incontro a livello spazio-temporale.

In questa ottica si è ormai evoluta una nuova filosofia di
azione che vede nella disciplina dell’”Ingegneria naturalistica”
lo strumento per guidare gli interventi.


Piante viventi
per costruire


“L’ingegneria naturalistica (un tempo denominata “bioingegneria
forestale”) è una disciplina tecnico-scientifica che studia le
modalità di utilizzo, come materiale da costruzione, di piante
viventi, di parti di piante o addirittura di intere biocenosi
vegetali, spesso in unione con materiali non viventi come
pietrame, terra, legname, acciaio” (Schiechtl).

L’ingegneria naturalistica è, pertanto, un insieme di tecniche,
le quali, innescano e accelerano i processi naturali in atto,
consentendo il raggiungimento di precisi obiettivi in tempi più
brevi ed a costi sostenibili; ciò richiede un’elevata
professionalità ed il contributo di numerose figure
professionali.

L’ingegneria naturalistica porta determinanti contributi
nell’ambito degli interventi di riassetto idrogeologico e sotto
il profilo naturalistico ed estetico-paesaggistico.

Gli ambiti d’azione principali nei quali trovano impiego le
tecniche di I.N. sono i corsi d’acqua, i versanti, le zone
umide, le cave, le discariche, le infrastrutture viarie.

Le tecniche d’intervento prevedono l’utilizzo di piante intere o
di loro parti (semi, radici, talee) che combinate tra loro
possono dare luogo a diverse combinazioni come semine (a
spaglio, idrosemina, con coltre protettiva), messa a dimora di
talee (viminate, fascinate, copertura diffusa con astoni,
palificate, ecc…), piantagione di piantine radicate, opere di
sostegno e protezione (palificate in legno e pietrame, terre
armate, scogliere rinverdite, grate vive, ecc…)
Marisa Schena


GdS 20 III 04 
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Marisa Schena
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