Indetto PER IL 15 GIUGNO il referendum popolare per l'abrogazione della servitù coattiva di elettrodotto

     
L'oggetto del referendum - Il quesito su cui si voterà -
Degno di nota


L'OGGETTO DEL REFERENDUM


Un tema di vivissimo interesse per la nostra provincia vista
la selva di elettrodotti che l'avviluppano.

E' stato infatti pubblicato il DPCM 9 aprile 2003 "Indizione del referendum popolare per l'abrogazione della
servitù coattiva di elettrodotto". (GU n. 85 del 11-4-2003)


Da notare che per arrivare a questo risultato c'é voluta una
sentenza della Corte Costituzionale, la n. 44 emessa il 30
gennaio 2003 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell'11
febbraio 2003. Essa ha dichiarata ammissibile la richiesta di
referendum
popolare per l'abrogazione degli articoli 119 del regio
decreto 11
dicembre 1933, n. 1775, recante il testo unico delle
disposizioni di
legge sulle acque e impianti elettrici, e 1056 del codice
civile;
L'articolo 119 del testo unico
delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici stabilisce: "Ogni
proprietario e' tenuto a dare passaggio per i suoi fondi
alle
condutture elettriche aeree e sotterranee che esegua chi ne
abbia
ottenuto permanentemente o temporaneamente l'autorizzazione
dall'Autorità competente".
L'articolo 1056 del Codice Civile recita: "Ogni proprietario e' tenuto a dare passaggio per i
suoi
fondi alle condutture elettriche, in conformita' delle leggi
in
materia".
Si voterà domenica
15
giugno 2003.


IL
QUESITO SU CUI SI VOTERA'


L’Ufficio centrale per il referendum, costituito presso
la Corte di cassazione ha dichiarato legittima la
richiesta di referendum popolare, presentata il 23 aprile
2002 da trentadue cittadini, per l’abrogazione della servitù
coattiva di elettrodotto. La Corte Costituzionale é stata
d'accordo.

Il quesito quindi sul quale voteremo é il seguente: «Volete che sia abrogata la servitù di elettrodotto
stabilita: dall’art. 119 del testo unico delle disposizioni
di legge sulle acque e impianti elettrici, approvato con
regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, il quale
stabilisce: “Ogni proprietario è tenuto a dare passaggio per
i suoi fondi alle condutture elettriche aeree e sotterranee
che esegua chi ne abbia ottenuto permanentemente o
temporaneamente l’autorizzazione dall’autorità competente”;
nonché dall’art. 1056 del codice civile: “Ogni proprietario
è tenuto a dare passaggio per i suoi fondi alle condutture
elettriche, in conformità delle leggi in materia”?».


DEGNO DI NOTA


Interessante infine l'osservazione formulata dai proponenti
alla Corte Costituzionale: "Dovrebbe considerarsi che la normativa di
cui si chiede l’abrogazione ha favorito un modello di
sviluppo energetico basato sulla concentrazione dei centri
di produzione dell’energia elettrica e sul trasporto e la
distribuzione dell’energia attraverso una rete di
elettrodotti di centinaia di migliaia di chilometri,
addirittura sovradimensionata rispetto alle effettive
esigenze del Paese. L’affermazione di tale modello – dovuta
principalmente alla bassa incidenza del costo di utilizzo
del suolo su cui sorgono gli elettrodotti - avrebbe di fatto
impedito lo sviluppo delle tecnologie di produzione
dell’energia ed in particolare di quelle legate alle fonti
rinnovabili, cosicché l’abrogazione delle norme sottoposte a
referendum porterebbe ad un riequilibrio del mercato tale da
favorire l’innovazione tecnologica".

In un momento in cui finalmente si é ripreso l'argomento
della razionalizzazione degli elettrodotti in provincia
varrebbe la pena di discutere di questo referendum. Tutti
zitti sinora, ma forse la spiegazione é la più semplice: non
lo sanno.

Come in altri precedenti ci pensa La Gazzetta di Sondrio a
informare.

Ora lo sanno.
Red


GdS 18 IV 03 -
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