La frana di Spriana. Il convegno di martedì 14. La storia. Il futuro: distruggerà Sondrio? - seconda puntata -
La prima puntata pubblicata sul n. 18, Italia e Mondo -
Territorio,
rintracciabile negli indici
Il PALLINO DEL
SINDACO DI SONDRIO?
Incarico dunque Villa, Cancelli, Coffano. 700 milioni di lire
1977 solo per studiare la frana. Non era affatto facile
accettare l’idea e portarla avanti. I tecnici incaricati davano
garanzie ma garanzie le davano anche gli amministratori
valtellinesi, non certo gente disposta a sprecare denaro
pubblico. E abbiamo visto come fu possibile la scelta positiva.
Torniamo a quella primavera 1977.
I lavori per la pista in frana procedono con alacrità perché
bisogna arrivare sino ad un certo punto ove collocare pesanti
apparecchiature scientifiche. Cominciano altri esami, intanto
che il geom. Maraffio con le sue laser-rilevazioni conferma
settimanalmente il movimento della frana che viene analizzata
sin in profondità. Non sono rose e fiori perché il movimento è
contorto, le insidie evidenti. Basti pensare che un tubo
inclinometrico viene spezzato a 37 metri di profondità dove, in
teoria, avrebbe dovuto esserci la roccia buona. E qualche
benpensante in Piazza Garibaldi continua a sostenere che la
frana “è un pallino del Sindaco”. La frana non lo sa e quindi va
avanti. I soliti caposaldi 6 e 14 continuano sul loro ritmo: un
metro e mezzo la settimana, un bel viaggiare, non c'é che dire.
l'EFFETTO
TERREMOTO
Capita un terremotino dalle parti
di Treviglio e Crema. Alle due di notte il prof. Villa chiama
l’ing. Moratti dicendo di andare subito in frana a fare
misurazioni. Il mattino andiamo su e dai geofoni esce un
crepitio continuo. E’ l’energia di deformazione che si libera.
Il fenomeno è evidente, anche senza bisogno di analizzare tutta
la documentazione grafica. Le onde sismiche hanno una sorta di
binario preferenziale, lungo il vecchio letto dei fiumi. Sono
arrivate in modo sensibile anche qui e qui fanno sentire i loro
effetti. La cosa è importante per quello che vedremo poi.
lA BONIFICA
IDRAULICA NON SERVE
Intanto è andato avanti lo studio
idraulico. Un risultato deludente. La messa in sicurezza,
spendendo una barca di soldi, comporterebbe un vantaggio minimo
dato che il coefficiente di sicurezza, a lavori ultimati,
sarebbe di 1,12. La diagnosi è funesta: la frana è destinata a
cadere. Meno funesto il programma, visto che potrebbe cadere non
solo a nostre generazioni scomparse ma a centinaia o anche
migliaia di anni da adesso. Chi può dirlo? Il guaio è, appunto,
che è impossibile stabilire una data probabile, ed anche se può
essere un collasso generale, tipo Val Pola, o cedimenti
parziali.
Il MALLERO
Non è finita. Il Mallero, fedele
al proprio nome latino di “Malus rivus” può avere una portata di
pochi metri cubi oppure quella storica di 600 metri cubi al
secondo. In questo secondo caso, nella ipotesi che la frana
abbia sbarrato la valle e che l’altezza sia tale da contenere la
massa d’acqua relativa, basterebbero poche ore per la formazione
di un lago come il Venina, alla massima capienza. Se la portata
fosse in quel momento di 100 mc/sec occorrerebbe circa un giorno
e mezzo; se la portata fosse di 10 mc/sec un paio di settimane.
Evidentemente sono ragionamenti del tutto teorici, che comunque
servono a rendere l’idea di fronte a che cosa ci si trova.
Il LAGO
Il busillis sta nella formazione
del lago per effetto dello sbarramento della valle. Il rischio é
che lo sbarramento, sotto la spinta delle acque - ogni 10 metri
di altezza del livello idrico vuol dire 1 kg per ogni cmq, vuol
dire una spinta di 10 tonnellate per metro quadrato. L'ing. Del
Felice - esperto di dighe e presente sul Mantaro quando franò
un'intera montagna, formando un lago che sei mesi dopo ebbe
ragione dello sbarramento. Danni per 200 km - aveva avuto una
buona idea, ossia una diga ad arco alle Cassandre aperta sotto,
tale quindi da trattenere il materiale solido che potrebbe
arrivare in dose massiccia nel caso di evento sfavorevole.
L'indicazione della terna di stusiosi fu per un by-pass, una
sorta di "troppo pieno" per smaltire l'acqua del lago. Un primo
progetto fu predisposto dagli ingegneri Del Felice e Merizzi. Se
ne interessò, primi anni '90, anche il BIM contrastando, come
aveva fatto anche il Sindaco di Sondrio Buzzetti, strabe ipotesi
che volevano interventi maggiori con deviazione fin sopra
Castione.
Non é che sian tutte rose e fiori.
In più d'uno ci siamo chiesti la ragione del rivestimento della
galleria in costruzione con acciaio inossidabile che supponiamo
molto costoso...
E ci siamo chiesti, pur avendo sostenuto la indispensabilità del
by-pass, se é proprio indispensabile farne un secondo...
DA TENERE L'ATTIVITA'
SISMICA
Noi continuiamo, sulla scorta di qualche autorevole parere, che
la frana era tornata a muoversi per effetto del terremoto del
Friuli. L'acqua può determinare qualche fenomeno superficiale, e
non é questo che preoccupa. Il rischio verrebbe dunque da
un'eventuale attività sismica.
Addetti ai lavori e comuni cittadini, in caso di terremoti
avvertibili qui in misura consistente dovrebbero mettere
quantomeno in preallarme tutti.
Alberto
Frizziero
GdS 10 VII 05
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