iL dissestO idrogeologicO

Riceviamo e
pubblichiamo non senza far rilevare al dinamico Virgilio Caivano
l'estrema complessità del problema in un Paese orograficamente
giovane e tormentato ed in più con una grossa palla al piede: la
cultura metropolitana. Questa vale per gli "ambientalisti della
domenica" per i quali va ricordato che nel mondo animale esiste
anche una speciale categoria di bipedi che ha bisogno di
continuare a mangiare vivendo nei territori montani senza dover
emigrare per cercare il pane quotidiano. Ricordando loro che non
é l'uomo al servizio dell'ambiente ma l'ambiente al servizio
dell'uomo. Vale però anche per certi parti che escono dai templi
del sapere, certe teorie che dimenticano l'esperienza millenaria
di chi vive sul territorio e convive con il rischio
idrogeologico.

Per non parlare poi di speculazione e superficialità di chi
trasforma il territorio, talora dimentico della legge "dei
ritorni". Se per secoli in un certo posto, magari attiguo alle
altre case, non si é costruito é perché là nel tempo qualcosa
era successo, per cui tornerà a succedere, secondo una frequenza
non a priori determinabile. Sarebbe troppo lungo continuare.

Quanto alle considerazioni sul caso Sgrena, beh, possiamo
pensare che siano frutto del comprensibile stato d'animo in
presenza dei gravi problemi idrogeologici.

Li conosciamo. Ci siamo stati in mezzo. Abbiamo avuto un paese
sepolto nel 1987. Abbiamo ciclicamente dovuto affrontare
situazioni di grave crisi, spesso con morti e dispersi, su
questi 200 ikm di arco alpino.

Tanto che - in altra parte del giornale - abbiamo inviato una
precisa proposta alle Autorità locali per avere pronte le case
nuove in pochi mesi.

Si può averle.

In cento giorni l'abbiamo fatto in Valtellina.

Bene.

A quasi 18 anni sembrano ancora nuove.

E senza spreco di denaro pubblico: sono costante poco di più di
un contanier!

Comunque solidarietà per i problemi e un messaggio di speranza
alla gente che ha perso tutto.

Ma diteglielo che può avere la casa prima dell'autunno!

Non ci crederanno, e allora vengano a parlare con quelli che la
casa l'hanno avuto il 24 dicembre 1987 dopo averla persa a fine
luglio dello stesso anno.

Nota del Direttore


Dramma in Calabria

Il dramma del piccolo comune calabrese di Cerreto è l'emblema
della insensibilità e distanza del Governo e della politica
italiana verso il grave disagio sociale del dissesto
idrogeologico in Italia. Nonostante le continue sollecitazioni
per l'attuazione di un tavolo nazionale del dissesto per avviare
una seria riflessione sulla condizione idrogeologica del
territorio nazionale e sul bisogno di avviare una politica seria
di investimenti per tentare di arginare la devastazione
complessiva del nostro Paese, soprattutto al Sud, il Governo e
la politica nazionale continuano a tacere vergognosamente ed
inseguire l'emergenza. In Puglia, Basilicata e Molise la
situazione è ormai al collasso ed il rischio di trovarci con
tutto il Mezzogiorno isolato è ormai concreto, come dimostrano
le decine di strade e autostrade chiuse per smottamenti, frane
ed allagamenti. Un quadro devastante che mette in risalto la
totale assenza di una politica del territorio del Governo e
tutta la inadeguatezza delle forze politiche italiane, ormai
solo dei carrozzoni elettorali, senza programmi e progetti
concreti per il Paese. Quando la più grande diga d'Europa,, in
provincia di Foggia, nel piccolo comune di Carlantino, i tecnici
aprono le paratie per far defluire l'acqua con la sete atavica
del Sud siamo davvero alla frutta e poi parliamo di Europa e di
Mezzogiorno cuore del Mediterraneo. L'esempio del disagio reale
viene anche dalla chiusura del tratto autostradale
Lacedonia-Candela cerniera delle due Regioni Puglia e Campania
per un ponte pericolante, con il conseguente trasferimento del
traffico sulla strada provinciale Rocchetta Sant'Antonio-Candela
del tutto inadeguata, a causa degli smottamenti e delle frane
che hanno reso il tratto stradale pericolosissimo per gli
automobilisti. Un disagio, che si ripercuote sul piccolo comune
di Rocchetta Sant'Antonio costretto a convivere con rischio
reale del totale isolamento e del definitivo abbandono.

LETTERA APERTA AI PARTITI POLITICI ITALIANI

Trecento famiglie di Cerzeto, piccolo comune calabrese, vivono
il dramma della perdita della propria casa, della propria
identità e forse del proprio futuro a causa di una frana. Il
sistema autostradale meridionale è fortemente compromesso a
causa di una frana che ha fatto saltare un ponte sull'autostrada
A16, casello di Lacedonia in Campania e Candela in Puglia. La
più grande diga d'Europa in terra battuta a Carlantino in
provincia di Foggia, mai collaudata, rischia di saltare con
danni irreparabili per l'intera provincia di Foggia, il sistema
di comunicazione ferroviaria e stradale è letteralmente
impazzito in tutto il Mezzogiorno d'Italia e la politica
italiana continua a giocare al Tenente Colombo sul caso Sgrena..


Pur con il rispetto dovuto alla sofferenza ed alla tragedia del
rapimento della giornalista del Manifesto, con il gravissimo
epilogo della morte del vero poliziotto Nicola Calipari,
riteniamo sia ormai giunto al ridicolo la farsa mediatica messa
in campo, dimenticando o sapientemente occultando la tragedia
del dissesto idrogeologico che sta letteralmente mangiando
l'Italia. Un disagio, che non trova risposte chiare dal
Parlamento e dal Governo e soprattutto dai partiti politici,
ormai solo dei carrozzoni elettorali, senza programmi e progetti
concreti per il Pese, come testimoniano le dichiarazioni del
Sindaco di Cerzeto che ha coperto di grida di dolore tutto
l'Arco Costituzionale italiano, nella speranza di farsi sentire
sul dramma frane che incombeva sul suo piccolo comune.
Nulla,solo il silenzio assordante di una classe politica
insensibile ed arruffona. Pronta solo a dichiarare stati di
calamità per pronta cassa certi di risolvere tamponando un
problema che merita attenzione e dedizione, a partire dal
bisogno di colmare un vuoto legislativo pericoloso sul dissesto
idrogeologico. Può sembrare paradossale, ma nella terra delle
frane, non esiste una legge quadro nazionale che regolamenta ed
indica precisi riferimenti istituzionali in merito al dissesto.
Il Sindaco di Cerzeto ha scritto a tutti, ma nessuno sembra
avere competenza in materia, siamo al caos, dove vale la regola
del tutto e del contrario di tutto. E intanto mentre nei
talkshow del servizio pubblico si continua a parlare del caso
Sgrena, ipotizzando scenari da far invidia al migliore Holmes,
decine di migliaia di famiglie non sono raggiungibili, restano
isolate nel loro dolore, abbandonate e dimenticate. Al servizio
pubblico radiotelevisivo chiediamo uno scatto d'orgoglio, di
dare voce ai problemi reali del nostro Paese che rischia di
avviarsi veramente verso un declino economico, sociale e
culturale che sicuramente non meritiamo. Il Mezzogiorno d'Italia
è ormai sotto scacco, nonostante le dichiarazioni di buona
volontà ed il tentativo maldestro del Governo di prospettare
alla pubblica opinione un Paese che non esiste, se non nella
fantasia molto sviluppata dei nostri governanti.

Un dato è certo
la metà del Paese è nel caos, paralizzato perché una frana
blocca trecento metri di autostrada e nessuno è in grado di dire
in quanto tempo si risolve il problema. Nel frattempo, noi
continuiamo ad assistere ad inutili dibattiti parlamentari
parolai sulle dichiarazioni vere o presunte rilasciate dalla Sgrena. E l'Italia frana.
Virgilio Caivano



GdS 10 III 05 
www.gazzettadisondrio.it

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