Acqua, bene prezioso. E meno male che c’è la Valtellina! Ma…

Provincia di Sondrio forziere del Paese - Sprechi - Il problema tariffe con un esempio da imitare - Mano male che c'é la Valtellina ma...


PROVINCIA DI SONDRIO FORZIERE DEL PAESE

Dal nostro articolo "Adda, quarto fiume d'Italia" in "Nostra
Provincia - Dati e notizie) ricaviamo questi dati
relativi al corsi d'acqua della provincia:

Adda, bacino di formazione Km 70,390 (qui lo sviluppo dell'Adda è di km 18,600).
Collettore, con pendenza media del 0,908 % Km 106,400 


Lunghezza totale dalle sorgenti di Alpisella a quota 2239 al Lario, a quota 199, Km 125 con un bacino di 2598 Kmq. 

Non basta. Vediamo il resto:

Affluenti bacino dell'Adda alpino: Km 669,488, di cui:

45 affluenti di destra Km. 289,661 

60 affluenti di sinistra Km. 397,827 

Totale con altri affluenti Km 1533,565 
Siamo a circa due volte e mezzo la lunghezza del Po e
soltanto in Valtellina per cui, per avere il totale della
provincia di Sondrio va aggiunta, per la Valchiavenna, la
lunghezza del Mera - là la chiamamo "la Mera" - con i suoi
affluenti.
Aggiungiamo i 63 serbatoi, alcuni dei quali veri e
propri grandi laghi alpini, con una capacità massima
complessiva che si avvicina agli 800 milioni di metri cubi.

Provincia di Sondrio, vero e proprio forziere del Paese per
quanto riguarda l'acqua, oltre che per l'energia
idroelettrica, quindi pregiata per poter essere usata -
energia e anche potenza - nei momenti di punta.


SPRECHI


In Italia per l'agricoltura servono 21-28 miliardi di metri
cubi d'acqua l'anno e un quantitativo circa equivalente
occorre per gli altri usi.

Secondo "Quindici" la crisi dei fiumi italiani è la cartina
di tornasole della mancanza di politiche di gestione
complessive, del mancato incontro tra le esigenze
economiche, ambientali e di fruibilita'. Politiche che,
incredibile, venivano invece seguite nell'antica Roma. E'
recente la notizia che in Siria

hanno deciso di riattivare in meno di quattro mesi
acquedotti romani a Shalala Saghira, unnel di notevoli
dimensioni allora usati per collegare diverse cittá, per gli
esperti sistema idrico rispettoso dell'ambiente, in quanto
non riduce l'acqua freatica.

Nonostante reiterati tentativi, anche legislativi, l'uso
dell'acqua in Italia avviene all'insegna dello spreco. Ci
sono deficienze strutturali per cui capita che ci sia una
diga e un serbatoio ma non sia completa la rete di
distribuzione, per cui capita che gli agli acquedotti arrivi
l'acqua ma nona tutti gli utilizzatori perché le conduttore
"fanno acqua" da tutte le parti, per cui capita che a
periodi siccitosi seguano periodi piovosi in cui si potrebbe
immagazzinare l'acqua che serve ma mancano gli invasi,
oppure, come in un clamoroso caso in Sicilia, una diga
pressoché pronta non possa essere utilizzata per via di
ritrovamenti archeologici (il fatto che lungo il Nilo siano
stati spostati i grandi tempi Egizi per evitare la loro
perdita una volta completata la diga di Assuan evidentemente
non insegna nulla!).

IL
PROBLEMA TARIFFE CON UN ESEMPIO DA IMITARE


Ci sono però anche sprechi a livello individuale. L'uso
dell'acqua potabile per giardini, orti, campi e via dicendo
é un vero e proprio delitto, reso più grave dal livello
scandalosamente basso delle tariffe.

Conosciamo le obiezioni, che non hanno nessun valore visto e
considerato che c'é un esempio su cui riflettere e magari da
imitare. Oltre un quarto di secolo fa a Sondrio, capoluogo
di una provincia ricchissima di acque, é stata introdotta la
tariffa selettiva. Tariffa sotto costo per il primo
quantitativo, essenziale sotto il profilo igienico. Tariffa
al costo per un altro scaglione di consumi. E poi tariffe
care e carissime per consumi eccedenti. Il risultato, quasi
immediato? Forti utilizzatori hanno provveduto al riciclo,
ad esempio per l'aria condizionata così come per altri usi


MENO
MALE CHE C'E' LA VALTELLINA, MA...


Meno male che c'é la Valtellina. E così per alleviare il
moribondo Po si é attinto ai bacini alpini, in gran parte a
quelli valtellinesi.

Viene in mente una proposta di una quarantina di anni fa. Un
noto impresario di Sondrio, scomparso da poco tempo, Eugenio
Moroni, aveva scritto un paio di articoli sul settimanale
"Eco delle Valli" per lanciare la proposta di un acquedotto
Valtellina-Milano, per inciso in tempi in cui l'acqua
minerale era o un lusso o una quasi-medicina. La proposta
aveva sollevato ironia e critiche, ma quel che sta
succedendo in questi giorni, sia pure in altra forma,
rivaluta quella proposta, meno peregrina di quanto allora
non fosse sembrata.

Meno male che c'é la Valtellina dunque? Sì, ma c'é un "ma".

I ghiacciai stanno progressivamente riducendo la loro
estensione e la loro massa. Si riducono in certe zone le
portate estive, qualche sorgente é già scomparsa. Se a un
lato c'é da pensare, in giro per l'Italia, a razionalizzare
il sistema, da noi ci sarebbe da pensare ai ghiacciai.

La tecnologia, sul piano teorico, fornisce la possibilità di
intercettare parte del calore solare e quindi di attenuare
il fenomeno negativo del rapido scioglimento dei ghiacci.

Pensando ai nostri figli riteniamo che sarebbe il caso di
iniziare con qualche sperimentazione, certamente
interdisciplinare per valutare anche gli aspetti
collaterali. Ma, purtroppo, non se ne farà nulla. Sono
troppi quelli che pensano all'oggi e non al dopodomani.

Quello che sta accadendo, e non solo in Italia, imporrebbe
che si pensasse in termini di 2010, 2015, anche da noi. Ma
questo é sicuramente un esercizio troppo difficile.

Alberto Frizziero


GdS 18 VII 03  www.gazzettadisondrio.it

Alberto Frizziero
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