1 30 LA FINE DELL'UNIVERSO È PIÙ VICINA, CHE CI SIA DA PREOCCUPARSI?

Chas Egan e Charley Lineweaver, due scienziati australiani, hanno misurato l'ammontare d'energia immagazzinata nell'universo e che è andata perduta dal momento del Big Bang

Sydney, 28 gennaio 2010 - La fine dell'universo sarà molto prima del previsto: 7 miliardi di anni. Gli scienziati australiani hanno misurato l'ammontare d'energia immagazzinata nell'universo e che è andata perduta dal momento del Big Bang -un processo noto come entropia- e hanno scoperto che la fine è più vicina anche se non si può dire di quanti anni, giorni, ore, minuti. Lineweaver e Chas Egan dell'Australian National University hanno calcolato che le previsioni fatte sinora peccavano in eccesso. L'universo si è mangiato maggiore energia di quanto prima non si fosse pensato. Come si fa a mangiare l'energia? Semplice. Facciamo un esempio per tradurre il secondo principio della termodinamica. Premettiamo che l'energia non solo non la si può creare ma non la si può neppure distruggere. La si può trasformare, però si degrada. Arriviamo al dunque: l'energia termica può essere trasformata in energia meccanica fra due temperature diverse cui corrispondono condizioni energetiche diverse. Un po' come l'energia dell'acqua in montagna. Può trasformarsi scendendo, e se ci sono pale, ruote, turbine che la intercettano, in energia meccanica o addirittura in energia elettrica. Arrivata in fondo stop, è finita. Fra l'altro la questione delle due temperature diverse, come il paragone dell'acqua a due quote diverse, comporta che il rendimento nella trasformazione è molto, molto minore di uno e quindi tanta energia va dispersa, non è più utilizzabile. E' aumentata l'entropia, si dice. Quando tutto l'universo sarà a temperatura uguale sarà la fine (dicono, ma non sarà così, sia per via della cosiddetta energia oscura di cui l'universo è pieno anche se non sappiamo di che si tratti, sia anche perché ci si dovrà riallacciare al big bang. Gli evoluzionisti si rifanno a quel momento ma non sanno dare risposta al quesito: ma prima cosa c'era? E all'altro: ma tutto il materiale di cui è fatto l'universo da dove viene?

Abbiamo letto che i risultati avranno implicazioni non solo per la vita terrestre, ma anche per quella extraterrestre: "Non stiamo parlando solo del nostro sistema solare, ma del nostro universo", dicono.

"Lo studio sarà pubblicato sulla rivista Astrophysical Journal: i due autori, Chas Egan e Charley Lineweaver, dell'Australian National University, hanno calcolato l'entropia, una misura di quanto un sistema sia disordinato e quindi vicino al caos, basandosi sui contributi di tutti gli 'oggetti celesti', dalle stelle alla radiazione di fondo. 'Abbiamo anche stimato un possibile contributo dalla materia oscura - spiegano gli autori al sito Sciencedaily - ma a dominare sono i buchi neri piu' grandi (i cosiddetti 'supermassicci'). Usando i nuovi dati sul loro numero e sulla grandezza abbiamo trovato un risultato 30 volte più grande di quello che ci si aspettava"

Peccato che non ci sia più a Montecitorio Ines Beffardi, deputato genovese recordman di interrogazioni parlamentari tanto da far dire a qualcuno che avrebbe dovuto essere iscritta al Guinness dei primati. Se ci fosse di sicuro avremmo avuto la sua brava interrogazione per sapere dal Presidente del Consiglio se il Governo è riuscito ad appurare quanto tempo abbiamo ancora e se sono state prese le opportune misure per scongiurarlo.

Visto che pare sia stato accertato che l'universo non sia affatto a metà strada come sinora ritenuto ma abbia alle spalle tre quarti della sua vita la fine non sarebbe fra 7 miliardi di anni ma fra circa tre e mezzo. Un tempo ancora considerevole ma forse non ancora sufficiente per risolvere definitivamente il problema della Giustizia in Italia.

f.

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