“ALLARMA CONSUMO DI ALCOOL E DROGHE NEI TEENAGER”.
INFANZIA E ADOLESCENZA, ESPERTI IN COMMISSIONE: ON. BRAMBILLA: “SCONCERTANTE REALTÀ CHE MINACCIA I NOSTRI RAGAZZI”
La dipendenza colpisce in qualunque fase della vita, ma “preoccupa” il fatto che l’incontro con alcool o droghe avvenga molto presto, prevalentemente nell’adolescenza. Lo sottolineano, dati alla mano, Maria Raffaella Rossin, psicologa e psicoterapeuta, già responsabile del Nucleo operativo di alcologia (Noa) Perini - Asst Fbf - Sacco di Milano, e Antonio Boschini, medico infettivologo, responsabile terapeutico della Comunità di San Patrignano, auditi dalla Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza, presieduta dall’on. Michela Vittoria Brambilla, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul degrado materiale, morale e culturale nella condizione dei minori, con focus sulla diffusione di alcool, nuove droghe, aggressività e violenza.
“Le audizioni di oggi - commenta l’on. Brambilla - richiamano l’attenzione sulla sconcertante realtà del consumo precoce di alcool e droghe, a mio avviso la più grave delle minacce che incombe sui nostri ragazzi. Non basta spiegare in tutte le sedi, famiglia, scuola, luoghi aggregazione quali rischi si corrano, ma occorre intervenire alla radice sulle ragioni del disagio che conduce i più giovani a rifugiarsi nell’alcool e nelle droghe”.
“I ragazzi - ricorda la dottoressa Rossin - non sono in grado di metabolizzare l’alcool, il cui consumo deve perciò essere rigorosamente evitato prima dei 18 anni. Il problema è che nelle famiglie stesse è bassa la consapevolezza del rischio e gli adulti stessi bevono troppo. Accade dunque che il 15,4 per cento dei ragazzi tra 11 e 17 anni consumi alcool almeno una volta l’anno e che il 2,8 per cento lo consumi giornalmente: in quest’ultimo gruppo troveremo molti dei futuri alcoldipendenti. Le pratiche in uso tra i più giovani sono gravissime, pesantemente disfunzionali: c’è il “drelfie”, farsi fotografare ubriachi; l’eyeballing, assumere alcool attraverso gli occhi; la “nek nomination”, sfida ad assumere più bevande alcooliche nel minor tempo possibile; il “balconing”, bere e buttarsi dal balcone sulla piscina sottostante”.
“Il contatto con la cannabis - puntualizza il dottor Boschini - avviene mediamente a 15 anni, dopo quello con le sigarette. A 17 compaiono le droghe sintetiche, sostanze “empatizzanti” che servono a favorire i rapporti sociali e sono perciò molto popolari nelle discoteche. Non tutti ovviamente compiono il passo successivo, che è quello verso la cocaina, vera emergenza nazionale, soprattutto nella versione “fumata”, il cosiddetto crack. Sostanza pericolosissima per gli effetti che produce (crea dipendenza nel 70 per cento delle persone che lo provano) e perché, in quanto fumata, viene falsamente percepita dai consumatori come leggera”.
La forma più efficace di prevenzione è agire contro le “negatività preesistenti” (separazioni violente tra i genitori, violenze fisiche, abusi di natura sessuale) che hanno portato all’uso di alcool o di droghe e contro il “deserto affettivo e sociale” in cui sono costretti a vivere soprattutto i circa 13mila adolescenti abbandonati in Italia.