Un grande ultimo saluto al sen. Tarabini

L'ultimo saluto
Ripubblichiamo, con lievi modifiche, quel che abbiamo scritto per e sulla Provincia di Sondrio all'indomani della scomparsa del sen. Eugenio Tarabini anche per qualche nostro lettore che ci legge in giro per il mondo. Ripubblichiamo all'indomani delle esequie non per fare la cronaca della triste cerimonia dalla sua abitazione alla Collegiata o della grande partecipazione o della sentita Messa cantata o dei ricordi, in particolare quello dell'avv. Venosta ma anche quello del nipote
Ci ha colpito, condividendo, la forma con cui la Valle ha espresso il suo grazie a Tarabini,.
Nelle prime file c'erano infatti i Sindaci con la fascia tricolore a significare il tributo di riconoscenza, per taluni anche di affetto, Non ricordiamo eguale omaggio che viene ad avere poi un suo significato più ampio in una provincia di gente sì riservata per carattere ma che in tante occasioni e per tante persone perde l'occasione di dare alle nuove generazioni esempi del 'valore dei valori'.

Il ricordo
Ho conosciuto Tarabini nella campagna elettorale del 1958, lui segretario provinciale DC, Buzzetti candidato alla Camera. Da allora per 13 volte ho diretto le campagne, politiche e amministrative, provinciali o sondriesi, per cui le vicende politiche e amministrative si sono pertanto intrecciate anche con quelle personali.
Non aveva un carattere facile anche perchè affrontava problemi e tematiche con rigore , qui e poi nelle sue sette legislature a Roma. Rinviata al 68 la sua candidatura alla Camera entrò in Consiglio Comunale, capogruppo, Sindaco Venosta, puntando all'approvazione di un Piano Regolatore, essenziale per lo sviluppo pur sapendo che questa operazione di serietà e rigore avrebbe avuto un costo, che ci fu (da 20 a 17 consiglieri). L'esperienza amministrativa la completò svolgendo il ruolo di capogruppo in Provincia. Quella economica nella Commissione Centrale della Cariplo. La molteplicità di ruoli lo vide anche vincere una pericolosissima causa quando il BIM di Como si era rivolto alla Magistratura delle acque per cambiare la delimitazione del Consorzio inserendo in quello di Sondrio tutti i Comuni del Lago. Anni di scuola per tutti, anche per lui con i consigli 'tecnici' di Lanfranco Curtoni, di Buzzetti e di qualcun altro di noi. Erano tempi di innovazioni che lo vedevano, in una con Valsecchi, in prima linea su temi di grande rilievo, come quello della Comunità unica di Valtellina, dei Consorzi dei Trasporti e dei Rifiuti, del PIV (Progetto Integrato Valtellina). L'esperienza serve. Pur da poco a Montecitorio gli fu affidato l'importante incarico di relatore sulla legge finanziaria per le Regioni che avrebbero poi cominciato la loro attività il 1 aprile del 1972. In un angolino un incarico per cui nessuno sarebbe corso e che fu occasione di formazione approfondita: la Presidenza del Comitato Pareri della Commissione Bilancio, dove passavano tutti i provvedimenti prima dell'approvazione. Altra scuola dunque e che scuola! Ad altri non sarebbe servito, per Tarabini fu dunque l'ultimo anello della catena non solo per la sequenza di sottosegretariati al Tesoro ma anche per il riconoscimento, dell'opinione diffusa di parlamentari amici ma anche avversari, che in Parlamento c'erano due soli che conoscevano il Bilancio dello Stato, Tarabini e un senatore comunista. Conserviamo una copia de L'Espresso che ne dà rilievo.

Impossibile poi percorrere la strada che porta alla vicenda Fossati del 1985, alle lotte per la SS36, a Tresenda 1982, alla tragedia del 1987 e ad un altra serie ancora di momenti che testimoniano come la politica possa essere la più nobile delle discipline se praticata secondo i principi, ad esempio, di quel centrismo degasperiano che lo ha accompagnato sino al 25 agosto dell'anno 2018. Rinnoviamo il nostro cordoglio (Alberto Frizziero).

Lutto dell''arciprete
Quasi in contemporanea un altro lutto. Non c'era al funerale di Tarabini l'arciprete don Christian Briccola. Era a Uggiate (Como) a rendere l'estremo saluto alla sua mamma Nadia. Il nostro cordoglio
 

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