VIRUS (29.4) Dr. Cucchi, verso la fase due con apprensione. Cosa serve

(Gianfranco Cucchi)  Ci apprestiamo alla fase due con apprensione perchè il  numero di nuovi contagiati da coronavirus e’ ancora molto elevato come il numero dei decessi.  E’ positivo il dimezzamento dei ricoverati in terapia intensiva ed il numero dei ricoverati  In Cina dopo questo lasso di tempo non vi erano piu’ nuovi casi..
Il pericolo, evocato dagli esperti, è che possano accendersi dei nuovi focolai epidemici che se non prontamente contenuti e spenti potrebbero innalzare la curva dei contagiati e dei ricoveri. E’ noto che i principali focolai sono costituiti dalle strutture assistenziali di degenza (ospedali e rsa)  poi dai focolai domestici ed infine, da ultimi, i luoghi di lavoro. Si parla di focolaio epidemico l’improvviso aumento di casi all’interno di una comunità , anche di un singolo caso.  Orbene in questa fase emergenziale la capacita’ di spegnere i focolai e’ variata da regione a regione con l’istituzione di zone rosse di isolamento e di mappatura dell’infezione tramite tamponi degli operatori degli ospedali/rsa e dei degenti con differenti risultati in termine di diffusione del contagio e di mortalità
A mio  modesto parere non possiamo piu’ permetterci  queste differenti strategie . La comunita’ scientifica e’ unanime nell’indicare prioritario l’individuazione delle persone infette  e dei contatti stretti ( a partire dai famigliari)  con diagnosi sul tampone naso-faringeo. Purtroppo anche questa capacita’ di diagnosi e’ stata diversificata da regione e regione  con la Lombardia che solo  negli ultimi giorni ha raddoppiato i tamponi portandoli a circa 10 mila al giorno. Il Veneto ha annunciato la strategia di eseguire 30 mila tamponi al giorno a fronte di meta’ della popolazione e un quarto di casi positivi ufficiali.
Il 24 aprile una signora di mezza eta’ accusa febbre elevata, mal di gola e mialgie diffuse  in un paese della Valtellina. Il medico curante sospetta un’infezione da covid  per cui anche  il marito viene messo in quarantena,; entrambi lavorano in servizi pubblici essenziali  non sanitari per cui l’ATS non esegue il tampone diagnostico. Hanno tre figli conviventi : come si comporta il nucleo famigliare, quale tipo di sorveglianza viene applicata se non quella fiduciaria del medico di famiglia.? Questo puo’ costituire un focolaio epidemico che  non   è stato sancito con certezza  dal dipartimento di prevenzione ed i provvedimenti ed il buon esito  sono improntati alla diligenza dei soggetti coinvolti-
A ridosso della fase 2 non siamo preparati a isolare ed individuare i focolai epidemici e questo costituisce un grande  rischio.
E’ fondamentale invertire la rotta assegnando ai medici di medicina generale la possibilità di ordinare direttamente l’esecuzione in urgenza  di un tampone  all’ammalato e ai famigliare ed in caso di positivita’ il dipartimento di sanita’ pubblica fara’ scattare i meccanismi di sorveglianza sanitaria attiva anche finalizzati al rientro al lavoro. Questa strategia è stata ampiamente disattesa, e ne vediamo tutt’ora gli effetti, ma  non può piu’ essere ritardata con una maggiore capacita’ diagnostica nei laboratori di analisi di Sondrio ,Sondalo e Chiavenna con tempi rapidi di riposta ( non si possono aspettare fino a 7 giorni)  e di un potenziamento delle risorse umane di sanita’pubblica territoriale.
 

Gianfranco Cucchi
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