Soppressione Prefetture. Un guaio. Che fanno le 23 moribonde?

Vista la mancanza di qualsiasi reazione dopo la legge di stabilità abbiamo ritenuto opportuno non solo fare un ulteriore punto sul nostro giornale ma anche di rivolgerci direttamente alle Prefetture moribonde. Eccone il testo:

 

Alle 23 Prefetture 'sopprimende' per accorpamento, in particolare per le relative RSU

Oggetto: legge di stabilità, impegni disattesi. Ministro sfiduciato, accorpamento non revocato

Il nostro giornale, debitamente registrato al Tribunale di Sondrio (n. 285 del 27.8.1997) e diretto da chi scrive (iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia al n. 56998) ha condotto e conduce una campagna contro il progettato 'accorpamento' della Prefettura di Sondrio, (con Questura e VV.FF., per ora ma poi con successivo seguito degli altri Uffici dello Stato) con quella di Bergamo con la quale non esiste nessuna possibilità di collegamento diretto, salvo che per alpinisti ed escursionisti d'alta quota su e giù per la catena montuosa delle Orobie ben oltre i 2000 metri.
Tutti gli articoli saranno scaricabili sul motore interno ma comunque possono essere ugualmente scaricati digitando questa chiave di ricerca: “gazzetta di sondrio prefetture”. In calce gli indirizzi degli ultimi due con tutta la documentazione a supporto delle tesi sostenute.
L'impegno del Ministro aveva avuto reazioni entusiaste dalle Alpi alle Piramidi tutti considerando salve le Prefetture, e il resto, tanto che venne disdetto lo sciopero dell'11.12. Unica voce motivatamente dissonante la nostra (indirizzi in calce)
L'impegno del Ministro dell'Interno Alfano, consenziente la s.ra Madia, Ministro per la Riforma della P.A., era stato chiarissimo: “5 dicembre. Ministro Alfano: “Ho presentato un emendamento alla Legge di Stabilità del 2016 perché le Prefetture restino, tutte, a presidio dei territori come antenne dello Stato in questo particolare momento in cui la loro presenza capillare è fondamentale per i cittadini in termini di sicurezza e di garanzie sociali. L’emendamento da me proposto ha lo scopo di organizzare al meglio la loro presenza sul territorio, armonizzandola con le disposizioni previste dalla cosiddetta legge Madia, e ha già ricevuto il parere favorevole del Dipartimento della Funzione Pubblica e del Ministero dell’Economia e delle Finanze”. 
A parte il fatto che questo vorrebbe dire sospensione e non cancellazione, proposta invece dei tre deputati PD, dell'accorpamento, c'è da chiedersi dove sono finiti questi emendamenti, quello del Ministro e quello dei tre deputati. Nei 998 commi della legge di stabilità non li abbiamo trovati in un allarmante silenzio totale del Ministro, dei parlamentari (erano decine e decine quelli che si erano mossi o detto di essersi mossi) dei sindacati, delle RSU, degli organi di informazione. Se è vero che in un mare magnum di centinaia e centinaia di pagine e pagine, di 998 commi, di richiami legislativi e normativi in quantità industriale, la lieta novella potrebbe essere sfuggita ai collaboratori del giornale è anche vero però che se ci fosse stata avremmo avuto le redazioni intasate da dichiarazioni trionfalistiche e rivendicazioni di meriti. Nulla di tutto questo. Dato il seguito che il nostro giornale ha su questo argomento è giusto non lasciare nulla di intentato. Si chiede pertanto cortesemente, in particolare alle RSU e ai rappresentanti sindacali di informarci nel caso che le cose siano andate diversamente, che cioè gli impegni siano stati mantenuti, che le Prefetture e gli altri soggetti siano salvi, che il Ministro non sia stato sfiduciato ma abbia visto onorato il suo impegno, che l'emendamento dei tre deputati che avrebbe dovuto avere il beneplacito a livello politico lo si trovi nella legge.

Rebus sic stantibus, ossia con impegno del Ministro disatteso in Parlamento nel silenzio di quanti si erano spesi con dichiarazioni e con riferite azioni di coinvolgimenti istituzionali e partitici, si torna quo ante. Si torna a settembre quando ai sindacati pervenne dal Viminale, ufficialmente con tanto di protocollo, timbro e firma, un documento nel quale veniva sancita la morte di 23 prefetture con insieme questure e VV.FF.  Sul Ministro non si può contare essendo stato, di fatto, sfiduciato (e da chi se non dal Premier?). Sul Parlamento nemmeno perchè nessuno se la sente di sfidare guai dissentendo. E così andrà avanti la più pasticciata delle soluzioni tanto per poter dire su a Bruxelles che si è tagliato, che si riforma. Ecc. ecc.
E così, se non si cambia, la distanza della futura Prefettura di Bergamo-Sondrio sarà per valtellinesi e valchiavennaschi, minimo e come da dettagli precedentemente pubblicati,, ad oltre due ore di distanza in auto e in molte di più usando i mezzi pubblici. Per alcuni oltre 4 ore in auto e mezza giornata con i mezzi pubblici. Preoccupante poi la distanza temporale per i vertici decisionali aventi giurisdizione su un territorio per oltre la metà sopra i 2000 metri, su un arco alpino di 200 km, quasi tutto confine d'Europa, con 1500 km di corsi  d'acqua, con una situazione idrogeologica difficile. Non risparmiando ma aggravando i costi.
Follia.
Alberto Frizziero

Indirizzi ultimi due precedenti articoli
- Articolo del 22.12
Prefetture, e, ahimè pure Valtellina, ancora a grave rischio
http://www.gazzettadisondrio.it/speciali/22122015/prefetture-ahime-pure-...
- Articolo del 7.12
http://www.gazzettadisondrio.it/politica/07122015/prefetture-salve-no-no...

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