Pericolo nucleare, un liceo romano lo scorso dicembre...

Riceviamo:  ROMA – Di un pericolo imminente legato ad una guerra nucleare non ne parlava più nessuno da anni. Ma un liceo romano, lo scorso dicembre, ha dedicato diverse iniziative all’argomento. E lo ha fatto attivando una prestigiosa collaborazione; quella con l’Ippnw, l’International physicians for the prevention of nuclear war, l’associazione internazionale di medici contro le armi nucleari, che nel 1985 per il suo impegno in materia ha ottenuto il Nobel per la Pace.

Il presidente onorario dell’Ippnw Italia, il professor Manlio Giacanelli, neurologo in pensione, dedica da tempo il suo impegno ad ammonire sugli esiti conseguenti agli armamenti nucleari, indicando proprio la Russia, insieme ad India e Pakistan, le aree a rischio. Oltre ad aver effettuato un incontro con gli studenti del liceo “Augusto” di Roma, tramite il professor Corrado Rossitto, e ad aver rilasciato un’intervista al giornale dell’istituto, è stato promotore di un video di 13 minuti (urly.it/3hz3f) in cui non soltanto viene evidenziato che il 22 gennaio 2021 è entrato in vigore il Trattato Onu che rende illegali le armi nucleari (Tpan), ma vengono illustrate le conseguenze dei bombardamenti in Giappone e degli esperimenti condotti dai francesi.

Il professor Ira Helfand, vicepresidente dell’Ippnw, ricorda nel video che ci sono ancora 20mila testate nucleari nel mondo - di cui il 95 per cento in Usa e Russia, il resto in Cina, Regno Unito, Francia, India, Israele, Pakistan e Nord Corea - e che l’uso di un’atomica avrebbe esiti infausti diretti e indiretti non soltanto sulla salute, ma sul clima, sulle coltivazioni (in particolare di grano e di riso), sull’aumento della povertà e della fame. Un ordigno nucleare provoca l’innalzamento della temperatura di 11 milioni di gradi in un’area di tre chilometri, superando quella della superficie solare, e determina un vento di mille chilometri all’ora per sei chilometri e di 300 chilometri all’ora entro 16 chilometri.

Nel video viene indicata in 72,6 miliardi di dollari la spesa che gli Stati hanno investito in armamenti nucleari nel 2020 grazie anche ad una rete di lobbisti che preme sui governi per approvare gli enormi budget per le armi.

“Una realtà di cui si parla poco, ma è inconcepibile – ha detto il professor Giacanelli agli studenti, rinnovando il suo impegno, da scienziato, per illustrare in particolare alle giovani generazioni le conseguenze sanitarie delle armi nucleari sulla popolazione inerme. A sostenere la campagna è anche l'Unsic, che si occupa della comunicazione.

Vanessa Pompili

 

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