A PROCESSO - DALLI ALL'UNTORE! - LA COMMISSIONE GRANDI RISCHI! CHI GIUDICHERÀ? EVACUAZIONE DI TUTTA LA POPOLAZIONE DEL MONTEFELTRO? 11 5 20 50
Clamorosa la notizia che il GUP de L'Aquila ha accolto la richiesta della Procura della Repubblica di inviare a giudizio i componenti della Commissione Grandi Rischi che non avrebbe adottato le necessarie precauzioni. C'era stato uno sciame sismico di lunga durata e quindi sulla base di questo per la Procura si sarebbero dovuti evacuare tutti gli abitanti (mille punti interrogativi!). Per usare il linguaggio corrente questi signori sarebbero andati a spanne nelle valutazioni e avrebbero indotto i cittadini a sentirsi sicuri e senza problemi. In altri termini avrebbero dovuto prevedere il grosso terremoto che poi ci fu.
Il mondo scientifico trasecola
Probabilmente l'intero mondo scientifico, a partire dai giapponesi, sta trasecolando perché nonostante tutte le ricerche e gli studi è notorio che i terremoti non sono per niente prevedibili. In California stanno aspettando per via della faglia di S.Andreas la scossa terribile. Sanno che arriverà ma quando no. Stanno aspettando da decine d'anni e magari arriverà nel prossimo secolo. In base alla - eufemismo - Procura de L'Aquila in California dovrebbero vivere tutti fuori casa. E anche lì ci sarebbero i rischi perché se il terreno si apre la gente viene ingoiata. Ebbene in quella studiatissima e sorvegliatissima zona capita che vi sia un punto ove, unicum mondiale, il terremoto arriva ogni 22 anni e sempre di magnitudo 6. Nonostante questa particolare caratteristica il terremoto previsto nel 1993 è arrivato nel 2004. Secondo i criteri della Procura aquilana gli abitanti del piccolo centro più interessato e più monitorato, Parkfield, avrebbero dovuto andare in tenda e starci per una dozzina di anni?
Il caso di Parkfield. E allora?
Il piccolo paese di Parkfield, come detto, è infatti situato lungo la faglia di Sant'Andrea. I sismologi hanno scoperto che questa sezione della faglia produce terremoti di magnitudo 6.0 con intervalli regolari di circa 22 anni. Dopo i terremoti avvenuti nel 1857, 1881, 1901, 1922, 1934 e 1966, gli scienziati hanno previsto che un terremoto dovesse colpire Parkfield nel 1993. Questo sisma è in realtà avvenuto nel 2004 (vedi capitolo seguente). A causa della frequente e regolare attività, Parkfield è diventata una delle località più popolari del mondo in cui tentare di prevedere e registrare grandi terremoti.
Montefeltro: evacuare subito!
Vista la vicenda de L'Aquila ci si chiede cosa stiano aspettando le varie autorità del Montefeltro, ch3e si produca una nuova Aquila?
Evacuare, evacuare, evacuare!
Il nostro giornale ha continuato a pubblicare fino a poche settimane fa le scosse che si producevano nell'Aquilano. Abbiamo fatto l'abitudine a consultare i vari rapporto che ci sono in tema di sismicità. Nel riguardare i dati de L'Aquila ci siamo imbattuti con il caso del Distretto sismico Montefeltro dove la terra è diventata ballerina mica male facendo saltare, nel vero senso della parola, gli abitanti di Bagno di Romagna, a 7-8 km dall'epicentro e, entro un raggio di 15-20 km di Casteldelci, Civitella, Galeata, Mercato Saraceno, Sant'Agata Feltria, Santa Sofia, Sarsina, Verghereto
43 scosse in poche ore
Tra le 18 e 45 del 24 maggio e le 6 e 26 del 26 maggio abbiamo contato la bellezza di 43 scosse comprese tra 2 e 3,7 (il 25 a mezzanotte tre minuti e 55 secondi per la precisione). Un bello sciame, non c'è che dire. Applicando i criteri descritti nell'ordinanza di rinvio a giudizio dei membri della Commissione Grandi Rischi gli abitanti dei Comuni citati dovrebbero essere stati evacuati, e invece sono a casa loro.
Applicando i criteri descritti nell'ordinanza di rinvio a giudizio dei membri della Commissione Grandi Rischi in Italia l'evacuazione degli abitanti dovrebbe essere pratica molto diffusa visto che sono parecchie le zone caratterizzate da continua attività sismica. Se poi si uscisse dall'Italia, applicando i criteri della Procura aquilana si dovrebbe procedere con evacuazioni, deportazioni, epocali. Basti pensare a Giappone, America latina, Turchia, Medio Oriente, zone asiatiche ecc. ecc.
Legittima suspicione
Esiste un Istituto giuridico che si chiama 'legittima suspicione'. Come da CPP del 1988 è previsto il trasferimento del processo a un altro giudice quando c'é il sospetto che il titolare del processo non abbia la necessaria serenità nel giudicare..Ci pare possa essere questo il caso. La pressione, umanamente comprensibile, dei familiari di 309 morti, quella di un migliaio di feriti, quella di decine di migliaia di persone che hanno avuto danni, totali o parziali, ai loro beni potrebbero avere influito. Ipotesi questa rafforzata da qualche dichiarazione dei magistrati letta sui giornali.
E' difficile in queste situazioni rassegnarsi 'alle cause di forza maggiore'. Basti pensare alla nostra situazione del 1987 quanto una montagna ha seppellito il paese di S. Antonio Morignone. Avevano scritto di disboscamento selvaggio, di lottizzazioni abusive, di raccordo con il taglio delle piante per i mondiali di sci. Il cervellotico allo stato puro. In qualche giorno, documentando, abbiamo riportato tutti alla realtà ma se ci fosse stato, come fu all'Aquila, il dalli all'untore come sarebbe andata a finire?
Gli untori
Già, vediamo gli untori:
Franco Barberi, Presidente vicario della commissione
Enzo Boschi, Presidente dell'Ingv (x)
Gianmichele Calvi, direttore di Eurcentre (xx) e responsabile del progetto C.a.s.e
Bernardo De Bernardinis capo del settore tecnico del Dipartimento di protezione civile
Mauro Dolce, Direttore dell'ufficio rischio sismico di protezione civile
Claudio Eva, Ordinario di fisica all'Università di Genova
Giulio Selvaggi, Direttore del Centro nazionale terremoti
(x) Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
(xx) European Centre for Training and Research in Earthquake Engineering.
Chi giudica gli untori?
Primo problema: chi giudica questi untori visto che sono I massimi esperti del settore e non solo in campo nazionale? Visto che i loro criteri sono quelli di tutto il settore scientifico mondiale?
Chi può prenderne il posto?
Secondo problema. Gli aquilani vorrebbero le loro dimissioni. Poniamo il caso che le diano. Chi è così folle da prenderne il posto sapendo di non poter prevedere i terremoti e, a eventi successi, di essere chiamato in aula di giustizia a rispondere?
Problema anche valtellinese
Terzo problema, il nostro. Quanto si è detto per gli eventi sismici vale per quelli idrogeologico. Tutte le montagne sono destinate a scendere a valle. Poi magari cu pensa l'attività vulcanica o lo scontro fra le zolle a riformare l'orografia. Eppure ad ogni evento i profeti del giorno dopo pullulano. Alcuni di questi citano le loro precedenti catastrofiche previsioni. E' evidente che secondo questi signori bisognere fare dappertutto giganteschi barbacani per tenere su tutte le montagne. E' chiaro che qualcosa si può fare, che qualcosa di fattibile non è stato fatto ma soprattutto il tema vero è l'inverso. Non che si debba tenere su la montagna, che tanto non ci si riesce. E' che lì sotto non si deve costruire. Quando si ha a che fare con pendenze, longitudinali e trasversali (in una serie di articoli lo abbiamo documentato con riferimento ai 105 affluenti dell'Adda in territorio valtellinese) come le nostre c'è poco da fare. Altro esempio però per i corsi d'acqua. Tutti sovralluvionati ma un po' di anni fa mancavano gli inerti per via di campagne rumorosissime contro i prelievi in alveo. Si ricorderà che le imprese erano ridotte, in consorzio, a utilizzare il Tartano perché non si poteva fare altro. E così è poi capitato che le imprese che avrebbero pagato per le estrazioni nella calamità sono invece state pagate per alleggerire gli alvei. Almeno in quel settore le cose sono andate a posyo in quanto la cultura metropolitana ha dovuto arrendersi di fronte all'evidenza. I profeti del giorno dopo sono però sempre in agguato.
Certo, per fortuna Procura e GUP come quelli dell'Aquila probabilmente sono un unicum mondiale, altrimenti con metà territorio provinciale sopra i 2000 metri, con 1600 km di corsi d'acqua, con quasi 100.000 ettari di bosco, ormai in gran parte lasciato a se stesso per lo spopolamento montano, ci sarebbe da preoccuparsi e non poco.
Commissione Grande Rischio
E, per finire, una proposta: cambiamo il nome. Da Commissione Grandi Rischi a Commissione Grande Rischio, quello di farne parte o comunque di avere responsabilità decisionali in materia. Per esempio i Sindaci…
Sindaci orfani
Un Sindaco in questa situazione è orfano. La Commissione Grandi Rischi va a processo. Altri che osino dare un parere, dopo questo rinvio a giudizio, non ce ne sono di certo e comunque la loro affidabilità, anche se bravi, è tutta da discutere.
- 1. Se non fa uscire la gente delle case e poi arriva il sisma sa di dover andare sotto processo.
- 2. Se fa uscire la gente dalle case e poi il sisma non arriva può essere accusato di procurato allarme ed essere soggetto a risarcimento di danni.
- 3. Se fa come l'asino di Buridano oscillando fra l'una e l'altra strada peggio che andar di notte.
E allora?
Semplice, fa un'ordinanza. In premessa ci mette quanto ha fatto per farsi dire qualcosa di sicuro scoprendo che nessuno è in grado di dirglielo. Prospetta che nessuna delle tre soluzioni di cui sopra è praticabile. A questo punto ORDINA ai suoi amministrati di fare una scelta personale consapevole, a questo fine chiedendo lumi alla Procura e al GUP de L'Aquila che sicuramente sapranno quale sia la migliore soluzione. Nel caso che si debba procedere alla evacuazione questa deve essere sine die, ovvero sino a quando qualcuno certificherà che non c'è più pericolo. Certo, se nessuno lo certificherà l'evacuazione sarà permanente e il Comune dovrà provvedere al mantenimento (salvo poi chiedere il rimborso alla Protezione Civile.
In questo modo dovrebbe essere evitato ogni avviso di garanzia, il rinvio a giudizio, l'eventuale condanna, la gogna mediatica e quant'altro.
Alberto Frizziero
PS Al magistrato aquilano che dice, e quindi pensa, che la gente a L'Aquila dovesse essere evacuata sulla base di uno sciame sismico - come c'è nel Montefeltro e come ce ne sono a dozzine durante l'anno - qualcuno che ne ha titolo dovrebbe chiedere se ha una pallida idea di cosa vuol dire evacuare in quattro e quattr'otto, ma anche lentamente, gli oltre 70.000 abitanti più le migliaia di studenti di una città? Come le cronache registrano è già un'impresa evacuarne alcune centinaia anche perché occorre dare un'alternativa, occorre provvedere a tutto eccetera eccetera. Poi, una volta evacuati, chi dà l'ordine, o il permesso, di rientrare? Forse c'è una cosa sola da fare. Procura e GUP aquilano nella Commissione Grandi Rischi. Sapranno benissimo, dopo la loro esperienza cosa e come fare… Amen