. Elezioni, viste da Sondrio. MONTI. UN CATASTROFICA DISCESA IN CAMPO. PER LUI E I SUOI PESSIMI CONSIGLIERI, SALOTTI BENE COMPRESI

Fra le migliaia di commenti al voto s'é trovata in Internet questa riflessione: "...finito fuori strada Mario Monti, che grazie alla guida dell'astuto stratega americano David Axelrod, ha bruciato la sua immagine pseudo-autorevole al fuoco di gag senza senso e di promesse da Berlusconi, oltre ad aver fatto la genialata tattica d'allearsi con perdigiorno parlamentari come Fini, Casini....".

Ma chi é, dove é andato Monti a prendersi questo tizio? Cconsigliere di Clinton, poi di Obama, infine mente della campagna per la rielezione dello stesso Obama. Già questa scelta la dice lunga sulla sprovvedutezza dello staff di Monti (e anche quali fossero gli ambienti ispiratori dello staff, élites da quartieri alti). Sorregge la tesi un esempio chiarissimo.

Nel 1963 la Dc commissionò ad un agenzia americana la campagna propagandistica in vista delle elezioni. Venne affisso in tutta Italia in gran numero un bellissimo manifesto azzurro intenso con una splendida ragazza, forse stilizzata, vestita di bianco. Notevole. Bastò tuttavia una notte per rovinare tutto con un risultato controproducente. Il PCI infatti fece passare parola in tutta Italia ai suoi sicché il mattino la gente lesse su tutti i manifesti della DC e sotto la grande scritta LA DC HA 20 ANNI due slogans. Uno diceva "Ed é così puttana". L'altro: "e' ora di fotterla". In una notte buttati al vento 3 miliardi e lo slogan centrale della campagna. Cosa era successo? L'Agenzia americana non aveva previsto quello che in casa sua non sarebbe mai successo ossia la sovrascrittura dai manifesti. Non aveva sufficientemente conoscenza della psicologia italiana.

David Axelrod lo stesso. Monti non é Obama. L'italiano non é l'americano in fatto di psicologia. Il target italiano non é il target USA. Ci sarebbero elementi serissimi ma ci limitiamo ad aspetti minori sì ma molto significativi, visto poi che a votare non sono solo quelli dei quartieri alti ma anche la gente comune e tutti noi.

a) Tutta Italia ha sorriso, anzi parte ha riso, nell'assistere in TV quella immagine familiare del Premier, nipotini e poi anche cagnolino in grembo. Visione da sollucchero in America. Là ad ogni elezione compare l'intera famiglia. La first lady ha un ruolo primario sia a fianco del marito che con attività varie. In Italia non é così. Qualcuno ha mai visto la moglie di Bersani? O addirittura quella di Napolitano (salvo brevi sequenze in incontri ufficiali)? Riandando con la memoria l'unico esempio di first lady molto attiva è quello di Maria Pia Fanfani. Un secolo fa. Quello che va bene a New York non si adatta a Roma, e anche viceversa.

b) Il professore. Negli USA é alto il senso della gerarchia in funzione della leadership, del merito. Valorizzare e accentuare la figura del 'professore', in un certo senso self made man é elemento foriero di consensi. In Italia non é così. Il professore fa venire in mente soprattutto quel docente dei tempi di scuola che ci stava antipatico, magari l'unico. Avere davanti qualcuno che svolge la parte dalla cattedra, anche nei toni, anche quelli cattedratici, non concilia di sicuro la simpatia di chi é davanti al televisore. Monti aveva una chanche che certamente sarebbero stati in grado di sviluppare gli operatori di casa nostra, anche i periferici di Sondrio, chanche che non é neanche passata lontanamente nella testa del guru americano di giocare. Il tema avrebbe dovuto essere quello dell'uomo della Provvidenza, alla Cincinnato che entra alla Banca Europea con il cipiglio eccetera eccetera. Cose che non rientrano nella vita quotidiana di oltre Atlantico.

c) Negli States c'é una utilizzazione quasi parossistica dei sondaggi. C'é gente che perde il posto se nel giro di una settimana c'é stata una piccola variazione negativa. Hanno fatto dichiarare a Monti che lui aveva il 69% di gradimento degli italiani mentre i Partiti erano al 45, o qualcosa del genere. In America serve, qui no per una serie di ragioni. Nella migliore delle ipotesi non serve. Ma nella migliore delle ipotesi.

Non c'é solo l'aspetto della comunicazione, c'é un deficit impressionante di politica, quantomeno da parte dello staff che faceva tutto. Staff da quartieri alti e non da platea, dimenticando che quasi tutto l'elettorato é in platea.

Di qui errori in serie anche nell'attività di Governo che non ci ha mostrato Ministri di grande spessore tolti, forse, due o tre, e inoltre nella presentazione stessa di tale attività. Errori di contenuto o, talora di forma e presentazione ma nelle Istituzioni queste cose contano. Meritevole di attenzione, al riguardo, l'intervista del Ministro Passera al Corriere della sera all'indirizzo http://www.corriere.it/politica/13_gennaio_07/passera-occasione-persa_e3...

Monti aveva accettato, appena nominato senatore a vita, di formare il Governo. Lo ha fatto. Dopo il Governo tecnico il Quirinale era a portata di mano. Han fatto pressing su di lui. E' arrivato perfino Luca di Montezemolo dopo mesi di assillanti interrogativi "viene? Non viene?" come se fosse il Messia. Non lo era visto l'esito anche se qualcosa avrà portato: il voto suo e di sua moglie Ma Monti aveva detto ai due partiti che lo appoggiavano che la sua persona era in prestito, che non c'era nessuna velleità di entrare in politica. Pressing su di lui e alla fine lo hanno convinto. In fin dei conti, pensavano, con il 20% si poteva evitare il cambio a Palazzo Chigi formando non un Governo di sinistra-centro ma uno di centro-sinistra. La concentrazione, quanto ai nomi, era massiccia: Monti, Fini, Casini, Montezemolo, Pezzotta, Rutelli in più con la benedizione di qualcuno di Oltre Tevere. L'appoggio imponente della stampa, dei circoli finanziari, di autorevoli esponenti europei. E l'aureola con la quale si era presentato.

Sceso poi in campo l'irritazione nei Partiti che lo appoggiavano é stata forte. Per il

PD l'ha espressa in TV e senza mezzi termini D'Alema. Per il PdL é stato lo stesso Berlusconi a dimostrarlo, aiutato nella sua rimonta da questo dietrofront del Premier. Il risultato é stato devastante. Bersani ha visto allontanarsi la prospettiva di Palazzo Chigi che sino allora sembrava abbastanza certa. I suoi compagni di cordata sono spariti, Fini anche fisicamente. Per converso Berlusconi ha avuto ricca linfa dalla polemica apertasi con Monti. Grillo é andato a nozze. I messaggeri di Dio, i due ex PM (uno indredibilmente pronto a tornare nei Palazzi di Giustizia) possessori del V° Vangelo, si sono contati con un esito clamorosamente disastroso nonostante l'apporto di verdi, comunisti ed ex comunisti. E in TV, ciò nonostante, Monti leggendo la nota (predisposta dal suo guru americano?) si é dichiarato soddisfatto. Chi si contenta gode ma qui non c'é niente da godere salvo un pensiero alla fantasia italica che sempre nei momenti oscuri é riuscita a tirare fuori dal cappello qualche sorpresa. Annotare.

GdS

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