. Elezioni, viste da Sondrio. I PM. INGROIA, PRESUNZIONE PUNITA. DI PIETRO: ASCESA E CADUTA, ANZI TONFO. E LE ALTRE METEORE

Che i magistrati, essendo anche 'cittadini', possano candidarsi alle elezioni non dive essere motivo di discussione ma qualche punto fermo va pure posto. Il primo é che si candidino lontano lontano dalla loro sede per una elementare norma di garanzia democratica ed anche di prevenzione. Il secondo é che, scelta la strada politica, si lasci la magistratura, quantomeno quella attiva. Potrebbe cioé esservi la possibilità di rientrare nella Pubblica Amministrazione, nella Magistratura contabile, nelle organizzazioni sovranazionale ma non a tornare a fare il PM o comunque il giudice.

Ingroia non la pensa così. Già prinma delle elezioni si era parlato di "paracadute", ovvero in caso di non riuscita il ritorno in attività, Guatemala o Italia. All'intervistatore che lo incalzava sostenendo che non si poteva concepire il suo ritorno come leader politico a fare il magistrato cincischiava sostenendo in buona sostanza che il suo non era un Partito strutturato ecc. ecc.

Una componente della vistosa sconfitta potrebbe essere stata anche quel suo presentarsi come quinto evangelista, l'uomo della misericordia. Dio li fa e poi li accoppia. A parte Di Pietro che avrebbe dovuto assicurare un certo cestello di voti il sipario é calato per icone dell'estrema sinistra come Favia (il grillino espulso dl movimento, consigliere regionale a Bologna, secondo nella lista di Ingroia), Bonelli, Diliberto, Ferrero, che non hanno incantato gli elettori. Ma il dato più clamoroso é la fine di Antonio Di Pietro. L'uomo fatto da sé. Molisano del '50 ha fatto l'emigrante il Germania, l'operaio, ha vinto i concorsi prima di segretario comunale, poi di commissario di polizia, poi in Magistratura, PM a Bergamo nel 1981 e a Milano nel 1985. Protagonista della stagione di tangentopoli, lascia spettacolarmente la toga alla fine del processo Cusani. Entra in pokliti8ca, fa il Ministro con prodi uno e con Prodi due, il senatore, l'europarlamentare. Nella scorsa legislatura é in posizione privilegiata perché in Parlamento ci sono centrodestra e centrosinistra per cui lui, poco più del 4%, e Casini hanno una ampia visibilità, e ciò nonostante ora si leccano le ferite, molto gravi, da codice rosso. Rompe con il PD che non ne vuol sapere di lui, rompe anche con qualcuno dei suoi che lascia l'IdV, e finisce male, trovando finalmente una accogliente sponda nella lista di Ingroia, con cui gli elettori però dimostrano clamorosamente di non voler a che fare. Né con lui né con gli altri.

Fine della storia.

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